Fulgenzio Martinez Garcia nacque il 14 agosto 1911 a Ribera de Molina (Murcia) in Spagna ed è stato battezzato il giorno successivo, giorno dell'Assunta, nella parrocchia del Sagrado Corazón de Jesús. Era il primogenito di undici figli.
L’ambiente familiare in cui visse gli trasmise una solida formazione cristiana, tanto che ben presto si sentì di essere chiamato alla vocazione sacerdotale.
A sette anni,13 gennaio 1919 ricevette il sacramento della confermazione dal vescovo di Cartagena mons. Alonzo Falgado e il 29 maggio fece la sua prima comunione.
Fulgenzio seguì le orme dello zio materno entrando nel seminario di San José de Murcia a dodici anni.
In seminario diede prova delle sue qualità umane e spirituali che gli valsero la stima dei suoi superiori.
Mentre era in seminario, durante le vacanze pubblicava un settimanale ciclostilato, "L'Ideale", che dirigeva e confezionava con altri seminaristi. Inoltre in quegli anni entrò a far parte del Terz'Ordine francescano.
Fulgenzio nel 1933-34, a ventidue anni, dovette fare il servizio militare. Fu un periodo non facile in cui dovette confrontarsi con i suoi compagni su molti temi religiosi.
Il giorno 15 giugno del 1935 fu ordinato sacerdote, celebrando la sua prima messa solenne nel giorno del Corpus Domini a Ribera de Molina, suo paese natale
Don Fulgenzio fu nominato parroco de La Paca dove svolse un’azione pastorale mirata a far partecipare tutti i suoi fedeli alla messa domenicale. Oltre ad essere attento alla liturgia visitava le case dei suoi parrocchiani, si occupava dei poveri con ciò che aveva di suo e chiedendo ai più ricchi di aiutarlo nell’impresa.
Nello giorno della sollevazione nazionale, il 18 luglio 1936, anche don Fulgenzio fu tra i molti sacerdoti che furono arrestati. Condotto al carcere di Lorca, il 19 luglio, fu dichiarato prigioniero politico e accusato di tramare contro il regime di governo, insieme ad altri residenti de La Paca.
Il 28 settembre don Fulgenzio fu trasferito nella chiesa di San Giovanni di Murcia, trasformata in carcere, per essere giudicato dal tribunale popolare. Sapeva che sarebbe stato condannato a morte solo per il fatto di essere sacerdote.
Anche se la sua famiglia fece dei tentativi per liberarlo fu chiaramente detto "E’ un sacerdote e nulla può essere fatto per lui".
La condanna a morte fu emessa il 2 ottobre, con la falsa accusa di aver dichiarato “E’ caduto il governo dei traditori”.
Dopo la sentenza si confessò e dimostrò una grande serenità.
Scrisse alcune lettere, una ai suoi genitori, una ai parenti e conoscenti di La Ribera e un'altra al suo amatissimo fratello Vincenzo, che era gesuita.
Nella sua ultima lettera ai genitori, datata 4 ottobre 1936, scrisse: “Non soffrite per la mia morte, perché mi sento molto onorato di soffrire per Cristo. Vado allegro e contento verso la morte e la offro in riparazione dei miei peccati e affinché abbia presto termine questo lutto che va insanguinando la Spagna. Che questo sangue che scorre, sia seme di buoni cristiani e occasione di una rigenerazione spirituale della patria”.
Morì sereno, perdonando i firmatari della sua sentenza chiedendo a Dio il loro perdono.
La mattina del 4 ottobre del 1936, giorno di San Francesco d'Assisi, fu eseguita la sentenza. Condotto al campo di tiro di Espinardo non volle essere bendato e di fronte al plotone di esecuzione gridò le sue ultime parole: “Viva Cristo Re e viva la Spagna Cat…”.
Fu sepolto la sera stessa del 4 ottobre 1936.
La fama del martirio di Fulgenzio Martinez Garcia e altri tre Servi di Dio francescani si diffuse nella comunità ecclesiale, per cui dal 1963 al 1964 si celebrò il processo informativo presso la Diocesi di Cartagena-Murcia. La validità giuridica di tale processo fu riconosciuta dalla Congregazione delle Cause dei Santi il giorno 5 giugno 1992.
Preparata la Positio super martyrio, il 25 settembre 2009 si celebrò il Congresso dei Consultori Teologi, che espresse parere favorevole.
I Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria del 16 novembre 2010, riconobbero che i suddetti Servi di Dio furono uccisi per la loro fedeltà a Cristo e alla Chiesa.
Il Santo Padre Benedetto XVI il 10 dicembre 2010 autorizzò la Congregazione delle Cause dei Santi a pubblicare il Decreto super martyrio.
Autore: Mauro Bonato
|