† Spagna, 1936/1938
La Fraternità dei Sacerdoti Operai Diocesani del Cuore di Gesù venne fondata nel 1881 a Tortosa da don Manuel Domingo y Sol (beatificato nel 1987) per la promozione e la formazione delle vocazioni sacerdotali. Anche mentre in Spagna s’intensificava la persecuzione religiosa, sin da prima dello scoppio della guerra civile del 1936, i Sacerdoti Operai continuavano la loro presenza al fianco dei seminaristi, cercando di creare, come voleva il fondatore, un clima di famiglia, non separato dall’attenzione nella selezione dei candidati al sacerdozio. Ai ventisei di essi che sono stati riconosciuti come martiri e beatificati si sono aggiunti, dal 30 ottobre 2021, don Francisco Cástor Sojo López, don Millán Garde Serrano, don Manuel Galcerá Videllet e don Aquilino Pastor Cambero. Al momento della morte, prestavano servizio nei Seminari diocesani di Ciudad Real, León e Baeza (quest’ultimo in diocesi di Jaén). Con l’avanzare della persecuzione religiosa, inasprita con l’insorgere della guerra, rimasero fedeli al proprio sacerdozio, esercitandolo anche a rischio della vita. I resti mortali di don Francisco Cástor e di don Millán sono venerati nel Tempio dell’Espiazione di Tortosa, insieme a quelli degli altri ventisei Beati Sacerdoti Operai e a poca distanza da quelli del loro fondatore. Quelli di don Manuel e don Aquilino, invece, sono custoditi nella cattedrale di Baeza.
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La Fraternità dei Sacerdoti Operai Diocesani del Cuore di Gesù venne fondata nel 1881 a Tortosa da don Manuel Domingo y Sol (beatificato nel 1987) per la promozione e la formazione delle vocazioni sacerdotali.
Anche mentre in Spagna s’intensificava la persecuzione religiosa, sin da prima dello scoppio della guerra civile del 1936, i Sacerdoti Operai continuavano la loro presenza al fianco dei seminaristi, cercando di creare, come voleva il fondatore, un clima di famiglia, non separato dall’attenzione nella selezione dei candidati al sacerdozio.
Ventisei di essi sono già stati riconosciuti come martiri e beatificati: don Pedro Ruiz de los Paños e otto compagni, il 1° ottobre 1995; don Joaquín Jovaní Marín e quattordici compagni, il 13 ottobre 2013; don Agustín Sabater Paulo e don Ángel Alonso Escribano, il 25 marzo 2017 (compresi nei centoquindici Beati della diocesi di Almería).
A essi si sono aggiunti don Francisco Cástor Sojo López, don Millán Garde Serrano, don Manuel Galcerá Videllet e don Aquilino Pastor Cambero. Al momento della morte, prestavano servizio in tre Seminari diocesani: don Francisco Cástor era economo e professore di musica in quello di Ciudad Real, don Millán era direttore spirituale del Seminario di León, mentre don Manuel e don Aquilino erano rispettivamente direttore spirituale e prefetto degli alunni del Seminario Minore della diocesi di Jaén, situato a Baeza.
Anche gli episodi nei quali si consumò il loro martirio sono diversi. Don Francisco Cástor fu arrestato e ucciso a Ciudad Real, mentre don Millán morì nel monastero delle Carmelitane Scalze di Cuenca, trasformato in carcere, a causa della prigionia e dei maltrattamenti subiti (quindi “ex aerumnis carceris”).
Don Aquilino fu il primo a essere ucciso, a Úbeda, un anno esatto dopo la sua ordinazione sacerdotale, mentre don Manuel venne fucilato a Capones, nei pressi di Ibros, dopo aver condiviso parte della prigionia con lui, sebbene in locali separati.
Unica, però, è la loro testimonianza per difendere il proprio sacerdozio e quello ancora in formazione. Man mano che le persecuzioni si facevano più aspre, cresceva in loro la disposizione ad accettare anche la morte violenta come forma di estrema donazione a Dio e ai fratelli, compresi quelli che, per puro odio contro la religione, si accanivano contro i suoi rappresentanti.
Le inchieste diocesane si svolsero a Ciudad Real dal 21 maggio 1998 all’11 dicembre 2003, per don Francisco Cástor; a Cuenca dal 12 giugno 1998 al 4 luglio 2003, per don Millán; a Jaén dal 27 ottobre 1998 al 21 maggio 2004, per don Aquilino e don Manuel.
Le inchieste vennero convalidate dai relativi decreti della Congregazione delle Cause dei Santi, rispettivamente il 24 novembre 2006, il 30 novembre 2006 e il 18 maggio 2007. Il 30 marzo 2009 la medesima Congregazione concesse l’unificazione delle cause.
La “Positio super martyrio”, unica, venne presentata nel 2009. I Consultori Teologi, nel loro Congresso del 28 aprile 2016, diedero parere positivo. I cardinali e i vescovi membri della medesima Congregazione, nella Sessione Ordinaria del 22 settembre 2020, riconobbero che la morte dei quattro Sacerdoti Operai fu un autentico martirio. Il 29 settembre 2020 papa Francesco autorizzò quindi la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto sul martirio di don Francisco Cástor e compagni.
La Messa con il Rito della Beatificazione venne quindi celebrata il 30 ottobre 2021 nella cattedrale di Nostra Signora Santa Maria a Tortosa, presieduta dal cardinal Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, come delegato del Santo Padre. La loro memoria liturgica è stata fissata al 25 ottobre.
Prima della beatificazione, le spoglie di don Francisco Cástor e di don Millán furono riunite a quelle degli altri Sacerdoti Operai martiri nel mausoleo loro dedicato all’interno del Tempio dell’Espiazione di Tortosa, riedificato da don Manuel Domingo y Sol, le reliquie del quale sono venerate nella medesima chiesa. Quelle di don Aquilino e don Manuel, invece, rimasero nella cattedrale di Baeza, dov’erano state traslate a guerra conclusa.
L’elenco in ordine cronologico
99031 - Aquilino Pastor Cambero, 25 anni
† 28 agosto 1936 a Úbeda
99030 - Manuel Galcerá Videllet, 59 anni
† 3 settembre 1936 a Capones, Ibros
99028 - Francisco Cástor Sojo López, 55 anni
† 13 settembre 1936 a Ciudad Real
99029 - Millán Garde Serrano, 61 anni
† 7 luglio 1938 a Cuenca
Autore: Emilia Flocchini
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