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Macalajau, Guatemala, 1939 – 21 novembre 1980
Reyes Us Hernández nacque a Macalajau, presso San Miguel de Uspantán, in Guatemala, nel 1939; il giorno e il mese precisi sono ignoti. Si dedicò al servizio della sua comunità come catechista e membro del Comitato per il Miglioramento, impegnandosi quindi sia per i beni spirituali che per quelli materiali. Quando fu consapevole di essere perseguitato come membro particolarmente attivo della comunità cristiana del suo paese, radunò la sua famiglia e raccomandò ai figli di continuare a lottare per ciò in cui lui aveva sempre creduto. Di lì a poco, il 21 novembre 1980, fu assassinato a pochi metri da casa; aveva 45 anni. Incluso nella causa di beatificazione che comprendeva tre Missionari del Sacro Cuore e altri sei laici della diocesi di Quiché, è stato con loro beatificato il 23 aprile 2021, sotto il pontificato di papa Francesco.
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Reyes Us Hernández nacque a Macalajau, presso San Miguel de Uspantán, in Guatemala, nel 1939; il giorno e il mese precisi sono ignoti. Si dedicò al servizio della sua comunità come catechista e membro del Comitato per il Miglioramento, il quale promuoveva le più elementari nozioni sanitarie, pressoché assenti in una zona come quella di El Quiché, in cui viveva.
La sua maggiore preoccupazione era per la diffusione della Parola di Dio, ma anche perché i suoi compaesani potessero avere un minimo di sviluppo. Per questa ragione, impegnava il massimo dei suoi sforzi per la salute delle persone: andava a visitare i malati, badava a loro quando venivano riportati a casa e, nelle circostanze più gravi, aiutava le famiglie a condurli in ospedale. Sosteneva infatti che bisognasse lottare sia per i beni spirituali che per quelli materiali, prendendo ad esempio la vita di Gesù.
Molto spesso diceva: «Voglio che i miei figli studino, che si diplomino, che arrivino a qualcosa e non finiscano come me». Altre volte domandava: «Come facciamo a lasciare qualcosa di meglio ai figli e alle comunità? Soltanto con l’esempio e il sacrificio».
Vennero realizzati vari progetti, come la costruzione della strada tra Macalajau e Uspantán, ma intanto era sempre più chiaro che quelle iniziative, che favorivano il rispetto dei diritti umani fondamentali, non corrispondevano alle idee di chi era al potere: la Chiesa in Guatemala, quindi, iniziò a essere perseguitata.
Reyes, che ne era consapevole, radunò la sua famiglia al completo e, tra le lacrime, dichiarò: «Sono perseguitato e prima o poi arriverà un giorno in cui mi uccideranno; quando questo accadrà, voglio che voi aiutiate la mamma e anche che lottiate perché quello che io voglio per la gente è un bene. Non sto facendo nulla di male alla gente».
Di lì a poco, il 21 novembre 1980, fu assassinato per mano di alcuni uomini, che lo lasciarono morto a pochi metri da casa sua; aveva quarantacinque anni.
La fama di martirio e di santità di Reyes portò a includerlo nella causa di beatificazione e canonizzazione che comprendeva tre sacerdoti Missionari del Sacro Cuore e altri sei laici della diocesi di Quiché, molti dei quali erano membri dell’Azione Cattolica Rurale.
Il processo diocesano si svolse dal 21 luglio 2007 al 22 marzo 2013; il nulla osta fu rilasciato dalla Santa Sede il 4 settembre 2007. La convalida giuridica degli atti del processo arrivò il 17 ottobre 2014, mentre la “Positio super martyrio” fu consegnata nel 2018.
Il 23 gennaio 2020, ricevendo in udienza il cardinal Giovanni Angelo Becciu, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco autorizzò la promulgazione del decreto con cui veniva riconosciuto il martirio di Reyes Us Hernández e compagni, aprendo la via alla loro beatificazione.
La celebrazione si è svolta nella cattedrale della Santa Croce a Santa Cruz del Quiché, il 23 aprile 2021, presieduta dal cardinal Álvaro Leonel Ramazzini Imeri, vescovo della diocesi di Huehuetenango, come delegato del Santo Padre.
Autore: Emilia Flocchini
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