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Beato Bartolomeo della Passione (Josep Olivé Vivó) Religioso Carmelitano Scalzo, martire

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El Pla de Santa Maria, Tarragona, Spagna, 14 settembre 1894 - Almacelles, Lérida, Spagna, 25 luglio 1936

José (in catalano, Josep) Olivé Vivó nacque il 14 settembre 1894 a El Pla de Santa Maria in Catalogna. Essendo figlio unico di una famiglia di piccoli commercianti, alla morte del padre si occupò dell’azienda familiare. L’amicizia con due fratelli suoi compaesani, in formazione presso i Carmelitani Scalzi, fece sorgere in lui la vocazione religiosa. Il 25 novembre 1921, a ventisette anni, emise la professione dei voti, prendendo il nome di fra Bartolomeo della Passione. Si occupò direttamente dei lavori di costruzione del convento e della chiesa carmelitana di Tarragona e, nel 1928, di quelli che portarono all’edificazione del santuario di Santa Teresa del Bambino Gesù a Lérida; in quella comunità divenne anche il segretario della rivista «Lluvia de Rosas». Allo scoppio della guerra civile spagnola, consapevole della persecuzione a cui andavano incontro religiosi e laici cattolici, si nascose insieme a padre Giovanni di Gesù, con la complicità di alcuni amici, nei frutteti vicino al convento. Dopo aver trovato un rifugio per il Santissimo Sacramento, i due decisero di andare verso la vicina città di Alcarràs, ma mentre erano in cammino furono fermati da alcuni miliziani. Dichiararono quindi di essere frati del santuario di Santa Teresa: vennero uccisi all’istante. Era il 25 luglio 1936. Inclusi nella causa di beatificazione che comprendeva altri due confratelli Carmelitani Scalzi e il fratello di uno di loro, sacerdote secolare, vennero beatificati a Tarragona il 13 ottobre 2013, sotto il pontificato di papa Francesco.



José (in catalano, Josep) Olivé Vivó nacque il 14 settembre 1894 a El Pla de Santa Maria, nella comarca di Alt Camp in Catalogna, da Magí Olivé Rovira e Antonia Vivó Montagut.
Rimase orfano di padre, morto ancora giovane. Come figlio unico, dovette prendersi cura della gestione dell’azienda di famiglia che commerciava vino, mandorle e nocciole. Sua madre sperava che un giorno José si formasse una famiglia, ma il giovane aveva la convinzione che non fosse quella la sua strada.
In quel periodo, due fratelli nativi di El Pla de Santa Maria studiavano dai Carmelitani Scalzi: José Balcells Grau, nel noviziato di Tarragona, e Jaime Balcells Grau, nel Seminario minore di Palafrugell. José, che aveva quasi venticinque anni, strinse una calorosa amicizia con loro, confermata da un’abbondante corrispondenza.
Alla fine decise di seguire la propria vocazione religiosa, e dopo aver lasciato l’azienda di famiglia, entrò nel convento dei Carmelitani Scalzi di Tarragona. Il 25 novembre 1921, a ventisette anni, emise la professione dei voti, prendendo il nome di fra Bartolomeo della Passione.
Dopo i due anni di formazione fu assegnato alla comunità di Badalona, dove si stavano costruendo la chiesa e il convento. Fra Bartolomeo si mise a lavorare nel cantiere come uno fra i tanti muratori, senza abbandonare la vita religiosa e i servizi della comunità.
Nel 1928, quando si decise la fondazione del santuario di Santa Teresa del Bambino Gesù a Lérida, fra Bartolomeo si fece carico dei lavori. Fu quindi assegnato alla prima comunità carmelitana di Lleida, insieme a fra Giuseppe di San Giovanni della Croce e fra Adriano della Santissima Trinità.
Ebbe l’onore di essere il primo a far suonare la campana per convocare i fedeli in chiesa. Quando i Carmelitani fondarono a Lérida la rivista «Lluvia de Rosas» («Pioggia di Rose»), fra Bartolomeo ne divenne il segretario.
Durante i primi giorni della guerra civile spagnola, nel luglio 1936, si nascose insieme a padre Giovanni di Gesù, con la complicità di alcuni amici, nei frutteti vicino al convento. Dopo aver trovato un rifugio per il Santissimo Sacramento, i due decisero di andare verso la vicina città di Alcarràs.
Subito dopo aver iniziato il viaggio, incontrarono un gruppo armato di miliziani. Quando fu chiesto loro d’identificarsi, dichiararono di essere frati del santuario di Santa Teresa: vennero uccisi immediatamente. Era il 25 luglio 1936.
Fra Bartolomeo della Passione e padre Giovanni di Gesù furono inclusi nella stessa causa di beatificazione e canonizzazione, che comprendeva anche padre Silverio di San Luigi Gonzaga, padre Francesco dell’Assunzione e il fratello di quest’ultimo, don Pablo Segalà Solé, sacerdote della diocesi di Lérida.
La fama del loro martirio diffusa nella comunità ecclesiale portò, dopo l’ottenimento del relativo nulla osta, allo svolgimento del processo informativo che si svolse tra il 1952 e il 1954 presso la diocesi di Lérida. La validità di tale processo venne riconosciuta con decreto del 31 gennaio 1992.
Dopo la presentazione della “Positio super martyrio” alla Congregazione delle Cause dei Santi, nel 2000, si tenne la riunione particolare dei Consultori teologi il 4 dicembre 2010, che espressero parere favorevole.
I cardinali e i vescovi membri della Congregazione, riuniti in sessione ordinaria il 7 maggio 2013, riconobbero che i quattro carmelitani scalzi e il sacerdote diocesano erano stati uccisi per la loro fedeltà a Cristo e alla Chiesa. Il 3 giugno 2013 papa Francesco autorizzò la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto riguardante il loro martirio.
La loro beatificazione venne celebrata presso il Complesso Educativo di Tarragona il 13 ottobre 2013, presieduta dal cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, come delegato del Santo Padre. Nella stessa celebrazione furono elevati agli altari in tutto cinquecentoventidue martiri spagnoli del XX secolo, la cui memoria liturgica venne fissata al 6 novembre.


Autore:
Mauro Bonato

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Aggiunto/modificato il 2021-05-08

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