III sec.
Nato in Armenia nel III secolo, fu un vescovo martire in Fiandra. Dopo aver ricevuto l'ordinazione sacerdotale dal Papa, fu inviato in Gallia insieme ad altri missionari, dove predicò il cristianesimo tra i galli, i druidi e i romani. A Comines, fece costruire una cappella dedicata a San Pietro e fu martirizzato dai romani, secondo due versioni. Nella prima, fu decapitato a Verlinghem, ma riuscì a tornare a Comines con la testa tra le mani. Nella seconda, fu decapitato a Quesnoy-sur-Deûle, ma si alzò da terra e prese il cranio tra le mani, portandolo poi a Verlinghem, dove morì. In entrambe le versioni, la sua morte fu seguita dalla comparsa di una sorgente, la cui acqua è ancora oggi considerata miracolosa.
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San Crisolio (Chryseuil, Crisole o Chrysole) è un vescovo martire in Fiandra.
Si ritiene sia nato nel Terzo secolo in Armenia, in una famiglia reale. I suoi genitori, che erano cristiani, lo fecero crescere nello studio e nella pratica delle virtù cristiane.
Con la persecuzione esercitata da Diocleziano e da Massimiano in Asia, Crisolio, mosso dall’idea di andare ad evangelizzare altri paesi, lasciò l'Armenia e si recò a Roma dal Papa.
Il Pontefice lo ordinò sacerdote e lo inviò in Gallia come missionario, insieme a Dionigi di Parigi, Quintini di Amiens, Piato di Tournai e Luciano di Beauvais.
Sulle rive del Lys, a Menapia nell'attuale Belgio, San Crisolio andò ad annunciare il cristianesimo, nel periodo in cui era massima l'opposizione dei gallici, dei druidi e dei romani.
Inoltre il missionario fece costruire a Comines una cappella dedicata a San Pietro, in ricordo del suo soggiorno a Roma e della missione affidatagli dal Papa.
Per fermare San Crisolio, che con per la sua predicazione faceva proseliti fu martirizzato dai romani.
Sul martirio di San Crisorio esistono due racconti agiografici.
Secondo il primo, il Santo stava predicando presso un tempio degli idoli, nel villaggio di Verlinghem, quando fu sorpreso e molestato dai soldati. Dopo averlo picchiato, gli tagliarono la sommità della testa e lo lasciarono in una pozza di sangue.
Nonostante le torture subite, Crisolio non morì e riuscì a tornare a Comines, portando la testa tra le mani.
Per dissetarsi, colpì tre volte il suolo con la spada, e fece così scaturire la sorgente di Verlinghem.
Giunto a Comines, entrò in chiesa, posò la parte mozzata del capo sull'altare, e poi si inginocchiato rese l’anima a Dio.
Nel secondo racconto si narra che Crisolio fu martirizzato a Quesnoy-sur-Deûle. Alzatosi da terra prese il cranio tra le mani lo portò poi a Verlinghem, dove morì, facendo sgorgare la famosa sorgente, oggi situata in rue de la Fontaine.
L'acqua di questa sorgente è famosa per curare il mal di gola, il mal di testa, e per curare i problemi agli occhi e calmare la febbre.
Nicolas Huyghebaert, benedettino, medievalista e archivista, afferma che nel XIII secolo, gli abitanti di Comines affermarono di essere in possesso delle reliquie del Santo e dopo averle esposte introdussero il culto di San Crisolio, arrivando a scrivere un resoconto agiografico del suo martirio. In quella città esiste una chiesa intitolata al martire, che è stata ricostruita in stile neobizantino dopo la distruzione della chiesa originaria durante la prima guerra. mondiale.
San Crisolio è raffigurato anche nel rosone sulla facciata della chiesa di Saint-Vaast a Wambrechies insieme ai santi Uberto, Benedetto e Bernardo.A Comines la festa e il ricordo per San Crisolio si celebra bel giorno 7 febbraio, mentre a Tournai lo si ricorda nel giorno 8 febbraio.
Autore: Mauro Bonato
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