Firenze, 1748 – Firenze, 6 maggio 1817
Monaca nel convento delle Domenicane di borgo San Lorenzo in Mugello, si offrì quale vittima per l’espiazione dei peccati degli uomini, nascondendo sé stessa la mondo per “vivere solamente a Dio”. Ebbe estasi, visioni mistiche e anche il dono delle stimmate.
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Maria Apollonia Caterina Tosetti nacque nel 1748 a Firenze, da Francesco e Francesca Sassi, due umili artigiani. Fin da piccola sperimentò le dure condizioni di povertà nelle quali versava la sua famiglia, e fino all’età di dodici anni visse con una zia.
Da ragazza fu guidata spiritualmente dal canonico Scopetani della basilica di san Lorenzo, che ebbe modo di rimproverare aspramente Apollonia per i suoi vestiti troppo alla moda. E, dopo questo rimprovero la giovane reagì iniziando un nuovo cammino spirituale che la porterà sei anni dopo, a chiedere di essere ammessa tra le converse delle monache domenicane di borgo San Lorenzo in Mugello, un monastero fondato nel Cinquecento dal pievano don Damiano Manti da Imola.
Il 15 giugno 1774 è stata accolta tra le monache del Terz’Ordine chiamato Ordine della Penitenza assumendo il nome di suor Reginalda.
Nel monastero per alcuni anni, fu alla scuola di una grande religiosa, suor Maria Sperandio Boscherini.
Grazie a lei seppe offrirsi quale vittima per l’espiazione dei peccati degli uomini, nascondendo sé stessa la mondo per “vivere solamente a Dio”, ottenendone l’approvazione dei suoi superiori, fra cui anche quella di mons. Antonio Martini arcivescovo di Firenze.
“Reginalda Tosetti era portata con gran lode delle monache nel tempo del noviziato, e perciò non parve vero a quelle buone claustrali di averla compagna nel loro sacro istituto”.
Suor Reginalda ebbe il dono dell’estasi e fu favorita da alcune visioni soprannaturali.
Nella sua biografia, il passionista Luca di San Giuseppe precisa che “pose Gesù in lei i segnacoli della Passione sua imprimendole le stimmate nelle mani e nei piedi e nel costato: le fece sentire in diversi tempi le crudeli punture della sua corona di spine e provare i dolori della sua Divina Madre.
Dentro al cuore aveva Sperandio i chiodi, la croce colle spine soprappostevi e le spade che trafissero l’anima della Vergine benedetta. In tutti i venerdì specialmente in quelli di marzo e nel Venerdì Santo tutte le religiose erano testimoni delle dette spine che apparivano sul suo capo, da cui usciva gran copia di sangue, bagnandole questo il velo e la tonaca”.
Grande devota di Gesù Crocifisso, che vide più volte coperto di piaghe e grondante di sangue, per obbedienza al vescovo e al suo confessore ne raffigurò l’immagine dolorante che aveva visto in una delle sue estasi.
Suor Reginalda fu fatta partecipe degli spasmi del Redentore e molto spesso sentiva tutti insieme i patimenti di Gesù Cristo.
Il suo direttore don Giovangualberto Catani, parroco della chiesa di San Lorenzo, nei sette anni in cui la monaca visse fuori dal monastero, sapendo bene quale anima straordinaria era, testimoniò che Reginalda Tosetti fu veramente segnata da Gesù Crocifisso col marchio prezioso delle sue piaghe nelle mani, nei piedi e nel costato, assicurando di averle viste più volte.
Crocifissa con Gesù suo Sposo, Reginalda oltre ad essere il ritratto vivo dell’uomo dei dolori, promosse la devozione della Madonna, nell’immagine della Divina Pastora.
Oltre alle preghiere, vocali e mentali ingiunte dalla Regola del monastero, suor Reginalda passava le notti intere in sante meditazioni.
Con le soppressioni religiose napoleoniche le monache di borgo San Lorenzo aspettarono ben due anni lo sfratto dal convento. Furono costrette a lasciare il convento nel mese settembre 1810, per lasciare spazio ad una caserma e ad un carcere.
Anche se grazie all’intervento di suor Reginalda presso l’arcivescovo Morali, il monastero venne incluso nel piccolo numero di quelli autorizzati dal ripristino del governo granducale, non ebbe la gioia di tornare tra le mura della sua comunità, in quanto morì in concetto di santità fuori dalla clausura, il giorno 6 maggio 1817.
Venne sepolta nella chiesa della Pieve preso l’altare della Madonna della Purità, accanto al sepolcro di suor Maria Sperandio Bascherini.
Nel 1940 i suoi resti furono traslati nella cappella interna del monastero.
Subito dopo la sua morte di tentò l’avvio del processo per la beatificazione della monaca, ma l’avvio ufficiale avvenne il 27 maggio 1858, a Firenze.
Nel 1906, padre Luca di San Giuseppe, passionista , pubblicò a Firenze il volume “Vita della Serva di Dio Reginalda Tosetti, Fiorentina, Monaca Domenicana, morta in concetto di Santità”.
Autore: Mauro Bonato
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