Tinajo, Spagna, 7 ottobre 1865 - Santa Fe, Argentina, 19 novembre 1942
Religioso professo della Compagnia di Gesù; fu apprezzato come persona equilibrata, affabile e caritatevole. Si dedicò con dedizione anche al servizio in cucina, in infermeria, in sartoria e dovunque ci fosse bisogno. Umile ed operoso, condusse un’intera esistenza dedita all’imitatio Christi, donandosi generosamente agli altri. Papa Francesco l'ha dichiarato Venerabile il 17 dicembre 2022.
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Il Venerabile Servo di Dio José Marcos Figueroa nacque a Tinajo, nell’isola di Lanzarote (Isole Canarie, Spagna) il 7 ottobre 1865. All’età di 8 anni, insieme alla sua famiglia, si trasferì in Uruguay. Dopo aver frequentato per pochi mesi la scuola, fino a 20 anni aiutò i genitori nei lavori agricoli. Sentendosi chiamato alla vita religiosa, il 31 gennaio 1886 fece il suo ingresso nella Compagnia di Gesù a Montevideo (Uruguay) e, nell’agosto dello stesso anno, iniziò il noviziato a Córdoba (Argentina). Essendo ancora novizio, il 29 maggio 1888 fu inviato al Collegio gesuita dell’Immacolata a Santa Fe (Argentina). Il 15 agosto 1888 emise i primi voti religiosi e, il 2 febbraio 1897, quelli definitivi come fratello coadiutore. Nella comunità di Santa ricoprì con grande zelo e dedizione i diversi incarichi affidatigli, soprattutto quello di portiere, che esercitò dal 1889 fino alla sua morte, avvenuta nella stessa città il 19 novembre del 1942.
José Marcos Figueroa fu apprezzato come persona equilibrata, affabile e caritatevole. Si dedicò con dedizione anche al servizio in cucina, in infermeria, in sartoria e dovunque ci fosse bisogno. Umile ed operoso, condusse un’intera esistenza dedita all’imitatio Christi, donandosi generosamente agli altri.
Si santificò tra la portineria, che divenne il luogo privilegiato del suo apostolato, e il Tabernacolo, dove sostava a lungo in preghiera. La sua presenza nel luogo d’ingresso del Collegio dell’Immacolata lo rese visibile, tanto da divenire punto di rifermento per gli alunni, per le loro famiglie e per i professori. La sua capacità di ascolto rasserenava gli animi, era ricercato per i consigli saggi, pregava per le necessità di tutti. Sapeva accogliere i giovani, indirizzando la loro vivacità verso il rispetto delle regole e avvicinava molti alla fede. Usava una delicata attenzione ai poveri che chiedevano aiuto, trattando tutti con gentilezza e con dolcezza.
La sua vita spirituale e la sua attività sono state scandite sulla dottrina degli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola. Crebbe nell’indifferenza raccomandata dal “Principio e fondamento” fino a raggiungere in grado eroico la libertà interiore che lo rese disponibile ad accogliere per tanti anni l’umile servizio in portineria.
La fama di santità, già riconosciuta in vita, si è sviluppata dopo la morte, unita ad una certa fama signorum.
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