Don Luigi Di Liegro (nato a Gaeta il 16 ottobre 1928 e morto a Milano il 12 ottobre 1997) è stato un presbitero della Chiesa Cattolica inserito nella Diocesi di Roma dove fu insignito del titolo di Monsignore. Fondatore della Caritas diocesana di Roma.
A Di Liegro si devono i primi incontri tra associazioni con finalità simili tra cui la Comunità di Capodarco, l'Esercito della salvezza, la Comunità di Sant'Egidio, le Missionarie della carità di Madre Teresa di Calcutta e l'idea di creare una rete per combattere insieme l'emergenza sociale.
Il suo pensiero era quello di ricostruire il tessuto sociale ed analizzarlo "per capire dove aveva fallito" e cercare di operare lì. Bisogna aiutare una persona prima che diventi "senzatetto"; dopo è già un fallimento per la comunità; significa che si è rotta la rete di solidarietà, ed è lì che deve subentrare la carità. Una persona non diventa senzatetto così per caso, ci sono delle cause psicosociali e ambientali, ed è lì che bisogna operare. Spesso questo suo modo di operare si scontrava con i metodi tecnici ed aridi delle teorie psicosociali il cui primo atteggiamento riteneva essere quello di "allontanare il disadattato dall'ambiente e metterlo in mano alle strutture pubbliche": il "danno enorme", secondo la sua opinione, era proprio questo (soprattutto nel periodo della legge 180 che chiudeva i manicomi): le strutture sociali non c'erano e quelle che c'erano non erano pronte per assorbire la tipologia d'utenza.
“L’impegno cristiano e la territorialità” nel Convegno Diocesano del febbraio 1974, definito comunemente “il convegno sui mali di Roma”, furono i temi fondamentali affrontati da oltre 5.000 partecipanti e circa 550 interventi, coinvolgendo tutta la comunità romana, ove Don Di Liegro fu protagonista e animatore favorendo successivamente la nascita della Caritas Diocesana di Roma di cui fu fondatore e primo direttore.
Nonostante Di Liegro fosse contrario all'apertura di mense, perché ogni mensa sociale che si apriva, diceva, significa una sconfitta della società benestante e capitalista, riuscì a coinvolgere il comune di Roma a prendersi carico del fenomeno del barbonismo, creando anche dei servizi sociali di pronto intervento come lo SPIS notturno o i centri di ascolto diurni. Sotto la sua direzione nacque la Caritas diocesana di Roma e furono realizzate diverse strutture per far fronte al disagio sociale, tra cui:
• ostello alla Stazione Termini per i senza fissa dimora
• Fidene, casa famiglia per i senzatetto
• Centro di ascolto
• Casa Ponte Casilino
• Mensa a Colle Oppio (intitolata a Giovanni Paolo II)
• mensa a Via Marsala (Stazione Termini Roma), l'"Ostello don Luigi Di Liegro".
• mensa ad Ostia (Roma)
• mensa a Primavalle (Roma)
• servizio legale
• scuole di italiano per stranieri
• Villa Glori (Roma) centro di accoglienza per i sieropositivi
• la Fondazione Salus Populi Romani
La battaglia, forse la più famosa, che coinvolgerà tutta la città, scoppia nell'inverno 1990-91. Teatro degli avvenimenti, l'ex Pastificio Pantanella, nei pressi di San Giovanni, dove erano accampati in condizioni disumane oltre mille immigrati asiatici e nordafricani, una miscela esplosiva di etnie e religioni. Anche qui i benpensanti gridavano allo scandalo e la polizia faceva continue irruzioni per cacciarli via. Don Luigi fu tra i primi ad intervenire, assumendosi il difficile ruolo di mediatore politico e culturale, chiedendo che fossero istallati i servizi igienici. Ma proprio come temevano quei profeti di sventure, alla fine fu deciso di cacciare gli immigrati dall'ex pastificio senza neanche aver provveduto a trovar loro un posto alternativo dove andare. Don Luigi si indignò profondamente e non esitò a parlare di "deportazione".
Tanto lavoro portato avanti senza risparmiarsi minò la sua salute, che finiva regolarmente all’ultimo posto nelle sue preoccupazioni. Più di una patologia, ma soprattutto i disturbi cardiaci, lo costrinsero, alla fine ad accettare un ricovero in ospedale, ma l’affaticamento del cuore piegò il suo corpo il 12 ottobre 1997. Al suo funerale, celebrato in San Giovanni in Laterano il 15 ottobre 1997, migliaia di persone si radunarono, e tra loro, oltre ai tanti che avevano goduto del suo sostegno e della sua opera, c’era anche il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.
Nel 1998 gli è stato conferito il Premio Nazionale Cultura della Pace alla memoria.
Autore: Maurizio Palomba
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