† 824
Nella lista dei vescovi della diocesi di Verden, fondata nel 786 e che comprendeva parte dell’odierno land della Bassa Sassonia, è inserito dopo san Cortilio. Sulla sua persona non abbiamo notizie certe, il suo nome compare solo nella “Vita” del vescovo Suitberto. La maggioranza degli storici ritengono che fosse un missionario scozzese o irlandese, arrivano nella Germania del nord nel IX secolo. In un martirologio inglese si afferma che Isengero fosse un abate del monastero di Amarbarico. In ogni testo dove è citato viene descritto come martire vittima dei pagani, anche se non conosciamo alcuna notizia del suo martirio.
San Isengero, che si ritiene sia morto nell’anno 824, è stato sepolto nella cattedrale di Verden.
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Un alone di mistero avvolge la figura di San Isengero, vescovo di Verden nell'IX secolo. La sua esistenza, attestata nella lista dei vescovi della diocesi fondata nel 786, si staglia evanescente tra le pagine della storia, lasciandoci solo frammenti di informazioni da cui trarre ipotesi e congetture.
Le sue origini, avvolte nell'incertezza, lo vedono come probabile missionario scozzese o irlandese giunto nella Germania del nord per diffondere la parola di Dio. Un martirologio inglese lo identifica come abate del monastero di Amarbarico, ma la sua fama si lega indissolubilmente al martirio subito per mano dei pagani, seppur le circostanze specifiche rimangano ignote.
La data della sua morte, presumibilmente l'anno 824, segna la fine del suo percorso terreno, ma non del suo culto. Le sue spoglie riposano nella cattedrale di Verden, dove la sua memoria viene celebrata il 21 marzo, giorno dedicato alla sua festa.
Egli rimane, dunque, un enigma affascinante, un vescovo martire di cui conosciamo poco ma che, proprio per questo, alimenta la nostra curiosità e ci spinge a cercare di ricostruire la sua storia, attingendo da frammenti e lacune per delineare un ritratto più completo di questo personaggio enigmatico.
La scarsità di informazioni certe su San Isengero non ne sminuisce l'importanza storica e religiosa. La sua figura rappresenta l'anello di congiunzione tra la cristianità irlandese e quella sassone, testimoniando l'opera di evangelizzazione svolta dai missionari in un'epoca di profondi cambiamenti religiosi e culturali.
Autore: Franco Dieghi
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