† Zeri, Massa Carrara, 3 agosto 1944
Parroco di Adelano (MS), fu trucidato nella sua canonica durante un rastrellamento nazifascista.
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Un rastrellamento nazifascista nel 1944 investì soprattutto le vallate di Zeri e fece 34 vittime: 8 partigiani, 24 civili e i 2 sacerdoti: il parroco di Adelano, don Eugenio Grigoletti, fu trucidato nella sua canonica mentre don Angelo Quiligotti – direttore del Ginnasio nel Seminario di Pontremoli – venne fucilato ai piedi del Gottero mentre cercava un riparo con altri cinque uomini.
Don Eugenio Grigoletti era nato a Coloretta: ordinato sacerdote nel 1893 era stato prima parroco di Casola e, dal 2 agosto 1899 assegnato alla parrocchia di Adelano.
Nel ricordo di lui si sottolinea disponibilità nei confronti della popolazione che aveva dimostrato anche nei confronti di quei giovani ribelli che per sfuggire alla guerra si erano rifugiati lassù tra quei monti, pensandosi più al sicuro. La partigiana Laura Seghettini ricorda nel suo libro "Al vento del Nord. Una donna nella lotta di Liberazione" l’incontro suo e di Facio con questo anziano sacerdote che li aveva invitati a sposarsi; alla risposta di Facio che non era credente, lui avrebbe commentato: “provi a credere”.
Emerge la figura di un anziano sacerdote che esercita il proprio ministero con atteggiamento paterno, di guida, anche nei confronti di questi giovani che non sono suoi parrocchiani. Il parroco di Patigno, don Enrico Lorenzelli, avrebbe poi scritto che i nazifascisti trovarono in canonica una radio, armi e munizioni partigiane e annota “indizi di alloggi ufficiali, prestati forzatamente”, ma non c’è conferma di questo.
Laura Seghettini parla di un unico incontro casuale che fa escludere la frequentazione giornaliera della canonica da parte del “Picelli”. In ogni caso non era difficile che la voce della disponibilità umana del parroco al dialogo con tutti – e quindi anche con i giovani partigiani che frequentavano la sua canonica – fosse nota nella valle e comunque in quei mesi bastava anche molto meno per essere uccisi.
Di sicuro don Grigoletti non pare potesse essere un pericoloso nemico di nessuno, soltanto un bonario pastore di anime che era da oltre quaranta anni ad Adelano e in questo lungo periodo aveva probabilmente aperto la porta della canonica a tutti coloro che si erano presentati. Don Bruno Ghelfi nel fascicolo "Stole insanguinate", pubblicato nel 1981, scrive che quando i nazifascisti arrivarono don Grigoletti stava preparando la sfoglia per il frugale pranzo, disposto a condividerlo. Ma alla brutalità di chi arrivò poco importava l’animo pacifico del sacerdote. La morte violenta di questo parroco ultrasettantenne è uno dei segni più violenti della guerra. Quella di colui che ucciso e buttato con disprezzo attraverso una botola nella cantina è un’immagine che non si può dimenticare quando si entra nella canonica di Adelano. La morte di don Grigoletti rimane un segno della gratuità del male.
Autore: Paolo Bissoli
Fonte:
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www.ilcorriereapuano.it
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