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Padre Leo Elders

Festa: Testimoni

7 agosto 1926 - 14 ottobre 2019

Apostolo instancabile e generoso, innamorato di Gesù e profondamente tomista, missionario con la parola e con l’esempio: questo è stato il padre Elders, umile e fervente testimone della verità.



Nacque in Olanda il 7 agosto 1926 da famiglia cattolica. Durante la seconda Guerra mondiale, Leo terminava il liceo in un collegio cattolico a confine con la Germania, nell’antica abbazia di Rolduc. Un giorno suo padre gli aveva dato un’immagine di san Giuseppe, invitandolo a pregare per il suo futuro stato di vita. Cosa che lui cominciò a fare ogni giorno.
Una notte vede un bombardiere inglese lasciarsi abbattere in cielo e l’equipaggio saltare fuori dall’aereo. Questo fatto sconvolgente lo fa riflettere: “Se costoro sono desiderosi di sacrificare la vita per noi, per liberarci dagli invasori tedeschi, non dovrò anch’io fare qualche cosa di straordinario nella vita?”.
Nella Società del Verbo
Gli nasce nel cuore l’idea di diventare missionario di Gesù Cristo. Domanda alla direzione della scuola una lista di Congregazioni: quando vede ciò che è indicato riguardo alla Società del Verbo Divino – fondata a Steyl, in Olanda, dal sacerdote tedesco Arnold Janssen (1837-1909), canonizzato dal Santo Padre Giovanni Paolo II nel 2003 – che è «la più austera e intellettuale di tutte le Congregazioni missionarie», la sua scelta è fatta.
Quando, ormai anziano, ricorderà la sua vita passata, esprimerà un’immensa riconoscenza alla sua Congregazione per avergli trasmesso un profondo amore e stima a san Tommaso d’Aquino. Allarga i suoi studi teologici con studi supplementari tratti da Norberto del Prado, Garrigou-Lagrange, Gaetano e Giovanni di San Tommaso.
Due visitatori allo Studium di Teteringen (Olanda) influenzano Leo. Il primo è il linguista ed etnologo austriaco Wilhelm Schmidt (1868-1954), solito a dire che il segreto di una vita non è lo spirito dei tempi, ma quello di utilizzare bene i tempi. Il secondo è il superiore generale della sua Famiglia religiosa, padre Joseph Grendel (1878-1951) che invita a studi seri sino all’ultima falda e condotti con sistematicità.
Dovrebbe essere ordinato sacerdote nella primavera del 1951, ma per motivi di salute la sua ordinazione è rinviata. Ciò gli permette di iscriversi all’Università di Utrecht e di seguire i corsi di Cornelia de Vogel (1905-1986), un’autorità internazionale di filosofia antica, che lo appassiona agli studi sui testi originali e alla cultura classica. Viene ordinato il 28 febbraio 1953. Non parte per l’Indonesia, ma continua gli studi; una vita per la ricerca: “Ardens in studio Verbi divini [Ardente nello studio del Verbo divino]”, per sempre.
Dopo la sua laurea, conseguita nel 1959 all’Università di Montréal in Canada, sotto la guida di Vianney Décarie (1917-2009), è mandato a insegnare all’Università Nanzan a Nagoia (Giappone) dove rimarrà fino al 1971.
Difensore della fede
Comincia a confutare la filosofia antropocentrica di Karl Rahner, convinto che si tratta di una “teologia senza Cristo” (come avrebbe detto il card. Siri), ma incontra difficoltà a far pubblicare i suoi scritti. Alla fine degli anni ’60 del secolo scorso, il neomodernismo e la rivoluzione culturale del 1968, con i suoi effetti sulla Chiesa, erano arrivati a Nagoia in Giappone. Padre Leo viene chiamato a Roma come teologo della Congregazione per la Dottrina della Fede, dove è apprezzato dai card. Ottaviani e Seper.
Per lui è un lavoro fastidioso, dovendosi occupare soprattutto delle deviazioni della Chiesa Cattolica... e con scarsi risultati concreti. In quanto olandese, il padre Leo Elders è coinvolto nello studio degli scritti del domenicano fiammingo Edward Schillebeeckx (1914-2009), all’epoca sotto giudizio da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede. Confuta la sua “cristologia” con articoli di grande portata radicati nella filosofia-teologia di san Tommaso d’Aquino.
Nello stesso periodo, è lieto di insegnare in corsi autorevolissimi all’Università Lateranense e all’Angelicum. Stringe amicizia con maestri illustri quali Philippe Delhaye (1912-1990), mons. Antonio Piolanti (1911-2001), don Luigi Bogliolo (1910-1999). È membro della Pontificia Accademia di San Tommaso d’Aquino. È teologo poderoso, tomista appassionato e profondissimo, ardente innamorato di Gesù Cristo e della sua Chiesa, che vuole luminosa nella verità, nei suoi uomini. Lo dimostrano i suoi libri, i suoi corsi di teologia in mezza Europa che tra poco citeremo.
Il culmine del suo soggiorno a Roma giunge nel 1974 con la commemorazione del 700° anniversario della morte di san Tommaso d’Aquino. Il Congresso internazionale in onore del pensiero di san Tommaso conduce a Roma – a sorpresa di molti, anche tra i tomisti – un numero straordinario di studiosi e di pensatori. Nello stesso anno il Santo Padre Paolo VI, nella Lettera Apostolica Lumen Ecclesiæ, riafferma la validità perenne del tomismo.
Nel contesto della “tormenta teologica” seguita al Concilio Vaticano II, e alla luce di Paolo VI che ha scritto di “come un nuovo pensiero scuota la Chiesa” (cf Ecclesiam suam, n. 28), il padre Elders vede negli avvenimenti inattesi del 1974 una risposta chiara, da parte sia del magistero che della comunità tomista.
Nel frattempo, nel 1966, in Olanda i vescovi e i superiori religiosi avevano deciso di chiudere tutti i seminari e le case di formazione per “professionalizzare” e “modernizzare” la formazione sacerdotale. Ne deriva all’istante una devastazione della vita dei seminaristi e dei novizi. Solo il coraggioso e nuovo vescovo della diocesi di Roermond, Joannes Gijsen (1932-2013), decise di fondare un nuovo seminario nel 1976, nell’antica abbazia di Rolduc. L’invito urgente della Segreteria di Stato ad aiutare mons. Gijsen riporta il padre Elders al suo antico liceo nell’estate del 1976, dove resterà fino al 2016. Ancora una volta il tomista in difesa della fede!
Scrittore
Pure in mezzo a tutto questo lavoro “apostolico”, il padre Elders scrive e scrive, a cominciare dai buoni manuali per tutte le principali discipline filosofiche, testi tutti secondo la dottrina di san Tommaso, che saranno tradotti nelle principali lingue del mondo.
Per suo impulso, il seminario di Rolduc diventa un centro per il tomismo già negli anni ’80, allorché il tomismo era considerato una fase superata della storia della filosofia e della teologia. Le conferenze internazionali che egli ha organizzato hanno fatto pervenire al seminario studiosi di livello mondiale che hanno dato “presenzialità” al tomismo, con grande meraviglia di pensatori e di studenti.
Nel corso dei medesimi anni, padre Elders si è occupato dell’esegesi biblica dell’Aquinate e dello studio dei Padri della Chiesa. Lanciato il programma di formazione filosofico-teologica al seminario di Rolduc, accetta diversi incarichi di insegnamento altrove: al Centro di studi tomistici a Houston (USA), a Notre Dame de Vie nel sud della Francia, all’Accademia Gustav Siewerth di Baviera. Per trent’anni, ha insegnato alla facoltà di filosofia comparata di Parigi. Ha tenuto corsi di insegnamento in tutta Europa e in numerosi monasteri e conventi, soprattutto in Francia (a Le Barroux, a Fontgombault, a Sept-Fons, a Clairval, a Lagrasse, a Chémeré-le-Roi...). Pertanto chiamava il seminario di Rolduc “il centro della sua assenza”!
Una lista incredibile di libri da lui scritti riempiono i suoi anni, frutto della sua ricerca, del suo insegnamento, della sua sete di evangelizzare la cultura. Ne citiamo solo alcuni, perché se volessimo citarli tutti, dovremmo menzionare una vera biblioteca: L’etica di san Tommaso d’Aquino, Al cuore della filosofia di san Tommaso d’Aquino, Sulle tracce di san Tommaso d’Aquino, Educazione e istruzione secondo san Tommaso d’Aquino, San Tommaso: introduzione alla sua vita e al suo pensiero, I grandi filosofi e i Padri della Chiesa in san Tommaso, Entrare nei misteri della fede con san Tommaso d’Aquino, Aristotele e san Tommaso d’Aquino. Basta così: impossibile citare anche le centinaia (o le migliaia) di articoli, sulle riviste Il dottore angelico, Nova et vetera, La Rivista tomista, Sedes Sapientiæ, ecc.
Nel giubileo d’oro della sua ordinazione sacerdotale, nel 2003, padre Elders viene onorato da una pubblicazione con prefazione del card. J. Ratzinger (il futuro papa Benedetto XVI), che scrive di lui: «Il padre Leo Elders conosce perfettamente san Tommaso: chi avvicina san Tommaso e lo studia in profondità, non conosce solo san Tommaso ma le molteplici correnti del pensiero filosofico e teologico, che egli ha compendiato in un fiume di cui ha indicato la direzione e il fine: la Sapienza eterna, la cui ricerca è il senso di ogni questione filosofica... Il padre Elders ha il coraggio di attaccare le grandi sfide attuali, attitudine che ha fatto la grandezza di san Tommaso e che egli esigeva dai suoi discepoli».
In ringraziamento a un prestigioso premio ricevuto, padre Elders scrive nel 2006: «Io non penso di averlo davvero meritato, ma negli anni che verranno esso mi ricorderà tutto ciò che devo ancora fare». Nel 2009, riceve un ulteriore premio onorifico, dal Centro di studi tomistici, all’Università di San Tommaso d’Aquino di Houston, “per il suo superbo contributo allo studio di san Tommaso”.
“Hai scritto bene di me”
A 90 anni, nel 2016, lascia tutti gli incarichi di insegnamento e si ritira in un convento della sua Famiglia religiosa a Teteringen, dove decenni prima aveva ricevuto la sua formazione. Viene onorato da un’altra pubblicazione prefata da papa Benedetto XVI. Si dedica a raccogliere le sue lezioni e i suoi articoli nei libri che abbiamo citato, il suo “magnum opus”, e ne escono edizioni in francese e in inglese.
Nella primavera del 2019 lavora a un Commentario dell’opera De substantiis separatis, ma la scoperta di una malattia ormai allo stato terminale gli impedisce lentamente il lavoro. Commenta: «Chiedo al Signore Gesù di darmi ancora sei mesi per completare l’opera». Poi: «Non posso più lavorare, ma posso sempre pregare». Il 14 ottobre 2019, il padre Leo, a 93 anni di età, va incontro a Dio.
Teologo e maestro alla cattedra e nella vita, il padre Elders è stato soprattutto un missionario sulle orme del suo fondatore, sant’Arnold Janssen, con Gesù Cristo al centro di tutto, la vita offerta per Lui solo, con l’impegno di servire gli altri con zelo apostolico, in primis i sacerdoti, con il dono della Verità perenne, assoluta ed eterna, che è soltanto Gesù Cristo. Soleva dire e scrivere: «Allorché delle persone fanno appello a te in quanto prete, tu non puoi rifiutare il tuo aiuto, perché in quanto prete, tu sei mediatore con Cristo tra Dio e il popolo». Quindi con parole di fuoco, così attuali e urgenti oggi: «L’impegno principale per un prete è di celebrare la Santa Messa per la Chiesa e per il mondo».
Dio ha condotto questo sacerdote a essere missionario con san Tommaso d’Aquino. Riferiva tale chiamata all’obbedienza espressa dalle parole delle Costituzioni della Società del Verbo Divino cui apparteneva e che erano come incise nella sua memoria: «Fratres semper occupati inveniantur in studiis philosophicis et theologicis [Si trovino i frati sempre occupati negli studi filosofici e teologici]».
Ai nostri giorni spesso si cerca il senso di essere ancora tomisti. Risponde il padre Elders: «I lavori di san Tommaso sono la casa dove vive il mio spirito; il calore e la luce che mi mantengono in piedi in mezzo a tante opinioni, errori, critiche... Calore e luce che contengono ancora nuovi tesori e idee inesauribili».
Il padre Elders era un uomo di Dio, un uomo di Gesù Cristo, tutto per Lui, la cui semplicità, fervore e umile generosità lo rendono testimone della verità che egli ha sposato con san Tommaso come maestro. Negli ultimi mesi della sua vita terrena, ha messo in pratica le parole scritte da san Tommaso nella sua prefazione al De substantiis separatis: «Quia sacris angelorum solemniis interesse non possumus, non debet nobis devotionis tempus transire in vacuum; sed quod psallendi officio subtrahitur, scribendi studio compensetur [Poiché noi non possiamo assistere alla celebrazione solenne dell’ufficio degli angeli, non dobbiamo lasciar passare invano questo tempo, ma compensare ciò che si sottrae all’ufficio dei salmi, con lo zelo di scrivere]».
Una lunga, luminosa vita di preghiera, di studio, di predicazione della verità che gli avrà meritato sicuramente l’elogio di Gesù a maestro Tommaso: «Bene hai scritto di me. Bene hai operato per me».


Autore:
Paolo Risso

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Aggiunto/modificato il 2023-07-20

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