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Beato Emanuele González-Serna Rodríguez Sacerdote e martire

Festa: 23 luglio

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Sevilla, Spagna, 13 maggio 1880 - Constantina, Spagna, 23 luglio 1936

Manuel González-Serna Rodríguez nacque a Siviglia, in Spagna, il 13 marzo 1880. Quattordicenne, entrò nel Seminario Conciliare di Siviglia come allievo esterno; venne ordinato sacerdote il 20 settembre 1902. Dopo i primi incarichi, Nel 1910 vinse per concorso il posto di parroco di Nostra Signora dell’Incarnazione a Constantina, presso Siviglia, a cui era unito il ruolo di arciprete di Cazalla de la Sierra. Esercitò con estrema cura le responsabilità a cui era chiamato, anche e soprattutto in tempi in cui la Chiesa in Spagna andava incontro a persecuzioni sempre più palesi, che toccarono il culmine dopo il 18 luglio 1936, giorno dell’insurrezione militare a Gibilterra. Il giorno seguente, il 19 luglio, don Manuel venne arrestato, imprigionato e sottoposto a torture psicologiche e fisiche. Il 23 luglio venne riportato nella chiesa parrocchiale, della quale erano rimaste in piedi, dopo la devastazione, solo le mura, e lì ucciso con due colpi d’arma da fuoco. I suoi resti mortali riposano nel cimitero municipale di Constantina, nella tomba che unisce altre persone uccise durante la guerra civile spagnola. Scelto come capogruppo della causa di beatificazione e canonizzazione che comprendeva in tutto venti martiri della diocesi di Siviglia, morti durante la medesima persecuzione, fu beatificato il 18 novembre 2023 nella cattedrale di Santa Maria della Sede a Siviglia, sotto il pontificato di papa Francesco. La memoria liturgica dell’intero gruppo ricorre il 6 novembre, giorno in cui le diocesi spagnole ricordano i loro Martiri del ventesimo secolo.



Manuel González-Serna Rodríguez nacque a Siviglia, in Spagna, il 13 marzo 1880, figlio di Manuel González-Serna y Guijelo e Ana Toribia Rodríguez Fellado. Fu battezzato il 15 marzo, due giorni dopo, nella chiesa di Omnium Sanctorum (Ognissanti) della stessa città, ricevendo i nomi di Manuel, José María, Andrés, Francisco e Gregorio de la Santísima Trinidad.
Frequentò le scuole secondarie all’Istituto Provinciale di Siviglia. Quattordicenne, entrò nel Seminario Conciliare di Siviglia come allievo esterno: lì compì gli studi di Filosofia e Teologia, conseguendo il baccellierato e, nel 1900, la licenza in Sacra Teologia.
Nei suoi anni in Seminario fece parte, diventandone poi segretario, della Congregazione di Maria Immacolata e di San Giovanni Berchmans, un’associazione tramite la quale i seminaristi membri s’impegnavano, ad esempio, nella visita agli infermi, nel catechismo e nella diffusione della stampa cattolica.
Con parere unanime e positivo e dopo aver ottenuto la dispensa sull’età minima, a ventidue anni, il 20 settembre 1902, venne ordinato sacerdote. Proseguì gli studi in Diritto Canonico nella Facoltà Teologica dell’Università Pontificia di Siviglia.
Il suo primo incarico fu come reggente della parrocchia di San Pietro a Huelva, in realtà preceduto da un’esperienza come cappellano delle suore Ancelle del Sacro Cuore a Siviglia, nel 1905. In parrocchia collaborò con l’arciprete don Manuel González García, sostenendolo nelle sue iniziative apostoliche e con le opere sociali che, nel giro di pochi anni, cambiarono il volto della parrocchia.
Dopo un breve periodo a Isla Cristina presso Huelva, tra il 1909 e il 1911 fu nominato parroco-rettore di Sant’Antonio Abate a Trigueros, incarico che condivise con l’arciprete reggente di Huelva (don Manuel, nel frattempo, era diventato vescovo di Malaga; fu canonizzato nel 2016). Lì fondò l’Adorazione notturna e resse una Scuola notturna per adulti.
Nel 1910 vinse per concorso il posto di parroco di Nostra Signora dell’Incarnazione a Constantina, presso Siviglia, della quale prese possesso il 30 ottobre 1911. L’incarico era unito a quello di arciprete di Cazalla de la Sierra.
La sua attività parrocchiale fu veramente intensa: promosse opere nella chiesa parrocchiale e nel Santuario della Patrona; fornì le campane; avviò il Foglietto Parrocchiale di Constantina, bollettino che a volte sosteneva con il proprio denaro; promosse l’Azione Cattolica; partecipò a numerosi congressi e assemblee cattolici nazionali (quello della Buona Stampa, quello Eucaristico e quello di Azione Cattolica); favorì le scuole cattoliche e la catechesi; rivitalizzò le confraternite.
Soprattutto, però, esercitò con estrema cura le responsabilità a cui era chiamato come parroco e arciprete. Un testimone ha riferito di lui: «L’ho conosciuto di persona, mi confessavo con lui. Visitavo con lui le baracche che esistevano in quei tempi a Constantina [...] Badava agli infermi, ai poveri, ai bambini [...] Ha lasciato un ricordo di santità tra le persone».
Don Manuel continuò la sua missione anche quando, a Constantina, fu applicata la legislazione laicista repubblicana degli anni Trenta del secolo scorso. Come in tutta la Spagna, fu interrotto l’insegnamento religioso, venne proibito il rituale cattolico pubblico per le sepolture insieme ad altre manifestazioni religiose, furono attaccati i simboli religiosi negli spazi pubblici.
La radicalizzazione di queste manifestazioni toccò l’apice nel 1936, dopo la rivolta militare a Gibilterra, iniziata il 18 luglio. Di lì a poco, anche a Constantina esplose la guerra civile: vennero distrutti tutti gli edifici religiosi, a cominciare dalla parrocchiale, di cui rimasero in piedi solo le mura.
La notte del 19 luglio, don Manuel venne arrestato e condotto in prigione. Lì affrontò interrogatori, minacce (gli sparavano per mettergli paura), maltrattamenti e vessazioni.
Il 23 luglio fu riportato nella chiesa parrocchiale per un interrogatorio; sulla piazza affollata subì ogni sorta d’insulto. Condotto in quel che rimaneva della chiesa, fu portato nella sacrestia e lì, con due colpi d’arma da fuoco, fu messo a morte poco dopo mezzogiorno.
Alcune ore dopo, nella medesima chiesa, venne condotta Maria Dolores Sobrino Cabrera, il cui marito era stato assassinato nella stessa giornata. Anche lei venne uccisa, con un colpo sparato a bruciapelo.
Il suo cadavere e quello della vedova furono sottoposti a oltraggi e profanazioni, fino all’alba del giorno seguente, quando furono trasportati, a bordo di un camion, nel cimitero municipale. Vennero poi traslati in una tomba collettiva, dove furono collocati i resti di tutti coloro che morirono nel corso della guerra civile. Sul luogo del suo martirio, invece, venne posta una targa commemorativa.
Don Manuel, scelto come capogruppo della causa di beatificazione e canonizzazione che comprendeva in tutto venti martiri della diocesi di Siviglia, morti durante la medesima persecuzione, nella quale fu compresa anche Maria Dolores, fu beatificato il 18 novembre 2023 nella cattedrale Santa Maria della Sede a Siviglia, sotto il pontificato di papa Francesco. La memoria liturgica dell’intero gruppo ricorre il 6 novembre, giorno in cui le diocesi spagnole ricordano i loro Martiri del ventesimo secolo.


Autore:
Emilia Flocchini

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Aggiunto/modificato il 2023-11-19

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