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Constantina, Spagna, 19 aprile 1868 - 23 luglio 1936
María Dolores Sobrino Cabrera nacque a Constantina, presso Siviglia, il 19 aprile 1868. Sposò Rafael Cabezas Ruival de Flores il 27 dicembre 1891, ma non ebbe figli. Impegnata in parrocchia, sostenne le iniziative del parroco don Manuel González-Serna Rodríguez, che vennero però osteggiate dalla legislazione secolarizzatrice e laicista in vigore in tutta la Spagna. Il 18 luglio 1936, mentre pregava in chiesa, fu avvertita da una vicina che si era prodotta una rivolta militare a Gibilterra. Dopo quel fatto, che diede inizio alla guerra civile spagnola, le persecuzioni contro la Chiesa s’inasprirono. Il marito di María Dolores venne imprigionato e assassinato, pur non avendo affiliazioni politiche. Anche lei (il “de” nel cognome indica lo stato vedovile) venne arrestata lo stesso giorno, il 23 luglio, e condotta in quel che rimaneva della chiesa di Santa Maria dell’Incarnazione: lì le venne mostrato il cadavere del parroco, che era stato arrestato cinque giorni prima ed era da poco stato ucciso. Pochi istanti dopo, lei subì un colpo mortale, sparato a bruciapelo; aveva sessantotto anni. Inclusa nella causa di beatificazione e canonizzazione capeggiata da don Manuel González-Serna Rodríguez, che comprendeva in tutto venti martiri della diocesi di Siviglia, fu beatificata il 18 novembre 2023 nella cattedrale di Santa Maria della Sede a Siviglia, sotto il pontificato di papa Francesco. La memoria liturgica dell’intero gruppo ricorre il 6 novembre, giorno in cui le diocesi spagnole ricordano i loro Martiri del ventesimo secolo.
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María Dolores Sobrino Cabrera nacque a Constantina, presso Siviglia, il 19 aprile 1868, figlia di Manuel Sobrino Ibáñez e María de la Concepción Cabrera Iglesias. Fu battezzata il giorno seguente la nascita nella parrocchia di Santa Maria dell’Incarnazione, l’unica della cittadina, con i nomi di María de los Dolores, Ana, Joaquina, Leona, de la Santísima Trinidad del Corazón de Jesús.
Il 27 dicembre 1891, nella stessa parrocchia in cui era stata battezzata, sposò Rafael Cabezas Ruival de Flores, impiegato, suo compaesano, di tre anni maggiore di lei. Non ebbero figli.
María Dolores partecipava alla vita della parrocchia, collaborando col parroco, don Manuel González-Serna Rodríguez, nelle varie opere che lui aveva messo in piede: la sua posizione sociale e il fatto di non avere grandi impegni familiari facilitavano il tutto. Molto spesso la si vedeva in chiesa, raccolta in preghiera.
Il 18 luglio 1936, mentre pregava nella cappella di san Giuseppe della chiesa dell’Incarnazione, dopo aver partecipato alla Messa del mattino, venne a sapere da una vicina che, alla radio, era stata annunciata una rivolta dei militari di stanza a Gibilterra, avviata la sera precedente.
Quell’atto mise in moto la guerra civile, durante la quale s’inasprirono le persecuzioni che già all’inizio degli anni Trenta avevano imposto una legislazione secolarizzatrice e laicista in tutta la Spagna.
Si verificarono anche a Constantina atti violenti contro gli edifici e le persone legate alla Chiesa: la parrocchiale venne praticamente distrutta, tanto che rimasero in piedi solo le mura, mentre oggetti e altri beni vennero bruciati sulla pubblica via.
La notte del 19 luglio, don Manuel venne arrestato e condotto in prigione. Il 23 luglio fu riportato nella chiesa parrocchiale per un interrogatorio; sulla piazza affollata subì ogni sorta d’insulto. Condotto in quel che rimaneva della chiesa, fu portato nella sacrestia e lì, con due colpi d’arma da fuoco, fu messo a morte poco dopo mezzogiorno.
Anche Rafael, il marito di María Dolores, venne imprigionato e assassinato. Al tempo era depositario dei Fondi Municipali e, come sua moglie, non aveva appartenenza politica. Dopo l’omicidio, casa sua venne saccheggiata.
La vedova cercò momentaneamente rifugio da alcuni familiari, ma venne arrestata il 23 luglio, lo stesso giorno. Fu condotta sotto scorta in quel che rimaneva della chiesa, dove le venne mostrato il cadavere di don Manuel, ucciso ore prima. Poco dopo, nello stesso luogo, le spararono a bruciapelo, uccidendola all’istante; María Dolores aveva sessantotto anni.
Il suo cadavere e quello di don Manuel furono sottoposti a oltraggi e profanazioni, fino all’alba del giorno seguente, quando furono trasportati, a bordo di un camion, nel cimitero municipale. Vennero poi traslati in una tomba collettiva, dove furono collocati i resti di tutti coloro che morirono nel corso della guerra civile.
María Dolores fu inserita nella causa di beatificazione e canonizzazione che comprendeva in tutto venti martiri della diocesi di Siviglia, morti durante la medesima persecuzione, a capo della quale era stato messo don Manuel. Fu beatificata il 18 novembre 2023 nella cattedrale di Santa Maria della Sede a Siviglia, sotto il pontificato di papa Francesco. La memoria liturgica dell’intero gruppo ricorre il 6 novembre, giorno in cui le diocesi spagnole ricordano i loro Martiri del ventesimo secolo.
Autore: Emilia Flocchini
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