Le altre ragazze del Focolare della Madre la chiamavano “Cieli”. Iniziarono a chiamarla così perché sua sorella diceva che “aveva occhi di cielo”. Ma non dovevano essere solo gli occhi ciò che richiamava l’attenzione in Maria Augusta, a giudicare da ciò che Sr. Kelly Maria Pezo scrive: “Sempre ci ha voluto bene, ma è vero che, da quando entrò come Serva, quell’amore aumentò sempre più. Ogni volta che ci vedeva le si illuminava il volto, e sorrideva con quel sorriso grande e così pieno di luce che ella aveva”. Sr. Ruth Ibáñez aggiunge: “La ricordo sempre felice di essere del Focolare della Madre, perché amava molto nostra Madre”.
Maria Augusta Muñoz Rodríguez nacque il 22 luglio 1992 a Chone, una città della provincia del Manabí (Ecuador). I suoi genitori si chiamano Glenda e Odilón e sua sorella Andrea. Fu proprio grazie ad Andrea, essendo Maria Augusta ancora una bambina, che Cieli iniziò ad apparire nelle attività del Focolare della Madre. In quella prima fase la sua disposizione non era molto buona. Era lì perché doveva starci, non perché ci volesse stare.
Studiò presso la scuola Amazonas di Chone. Gema Menéndez, che pure studiò all’Amazonas, dice di lei: “Era una ragazza molto allegra. Voleva molto bene ai suoi amici di scuola. Era molto unita a loro. Lo so perché a volte mi chiedeva preghiere per loro, soprattutto quando veniva a sapere di qualcosa che era successo loro o che erano in qualche situazione cattiva”.
Estrella Cornejo racconta le sue prime impressioni nel conoscerla: “Io conobbi Maria Augusta attraverso sua sorella Andrea. Andrea era una delle mie compagne di classe e una delle mie migliori amiche all’Università. Ricordo che un po’ alla volta venne agli incontri per giovani che si tenevano la domenica. Quando la conobbi richiamò la mia attenzione il fatto che sembrava seria, ma poi mi resi conto che piuttosto era un po’ timida. Era molto intelligente. Sapeva stare al suo posto in ogni momento. Pure richiamava la mia attenzione che, persino prima di avere una conversione più forte, il suo modo di vestire fosse molto modesto, e che sapeva conquistarsi il rispetto degli altri. Credo che questo fosse naturale in lei”. Partecipò a un campo estivo. Lì il Signore toccò il cuore di Maria Augusta. La sua disposizione cambiò completamente e decise - adesso sì per convinzione propria - di prendere il suo impegno nel Focolare della Madre della Gioventù. Gema Menéndez ricorda: “Entrò nel Focolare durante un campo estivo. Fu veramente un punto molto importante nella sua vita per iniziare ad amare di più il Signore e la Vergine Maria. In quel campo si aprì a Dio. Alla fine del campo le diedero un premio per la sua buona disposizione. Dopo ciò andava nella casa delle suore, faceva orazione e cercava di sforzarsi nelle virtù. Era molto accogliente”.
Estrella ricorda un esempio concreto di quello sforzo per crescere nelle virtù: “Spesso ci ritrovavamo per recitare il rosario. Un giorno mi stava aiutando a tagliare una corda che io non potevo sostenere da sola. Non so che cosa avvenne, ma mi si sviarono le forbici e le feci un taglio nella mano. Mi impressionò molto la sua reazione: Ciò che fece fu togliere la mano e dire: Non importa. Dio ha versato più sangue per me. Io in quel momento ero una candidata e fu un esempio per me. Ella non aveva più di sedici anni”.
Sr. Ruth Ibáñez ricorda: “Anche se era piuttosto taciturna, sorrideva sempre. Era molto servizievole e docile. Quando organizzammo le attività per ottenere fondi per partecipare alla GMG Madrid 2011, era una delle più fedeli e responsabili. Quando faceva il passo di impegnarsi per qualcosa, era fedele e responsabile”. E la sua amica, Lisbeth Cedeño, racconta: “Una cosa che non dimenticherò mai di Maria Augusta è quel sorriso che aveva sempre. Non la ricordo mai arrabbiata. Era sempre sorridente”.
Era una buona studentessa, molto intelligente. Era anche generosa con il suo tempo per aiutare i suoi amici negli studi. Gema Menéndez dice: “Siccome ella era un anno più avanti di me a scuola, in alcune occasioni le domandavo delle cose che non capivo, in particolare delle formule di chimica”. Erika Tuárez lo conferma: “Mi aiutò molto negli studi, soprattutto in Biologia. Aveva molta pazienza e, se era necessario, ripeteva dieci volte la sua spiegazione, disegnava alla lavagna, cercava qualunque modo, ma non ci lasciava mai con dubbi. Alcuni miei compagni la chiamavano la dottoressa”.
Man mano trascorrevano gli anni, il Signore le fece capire qual era la Sua volontà nei suoi confronti. Furono anni di lotta, di timori… Estrella partecipò con Maria Augusta a un pellegrinaggio che il gruppo del Focolare della Madre fece al Santuario della Vergine delle Lajas, in Colombia: “Il suo desiderio era di poter dire alla Vergine Maria che la aiutasse a non avere paura. Ci fu un momento in cui mi si mise a fianco e mi disse: il fatto che Dio è così grande, che io non posso… Per la verità, viveva una lotta molto grande riguardo alla sua vocazione, perché temeva di far soffrire i suoi genitori, in particolare suo padre. Era la piccola della casa, per non dire che era la preferita di suo padre. Anche lei lo amava molto”.
Quando l’anima è docile nell’ascoltare la voce di Dio, comprende che non può negare nulla a Dio. Ma il constatare la sua povertà, la sua “insufficienza”, nel toccare con mano tutte le sue paure e i suoi timori... spesso l’anima reagisce difendendosi. Ha bisogno di entrare in quel dialogo con Dio che le permette ascoltare la parola che la libera dalle sue paure: “Non temere. Sono IO”. E ha bisogno di comprendere che, malgrado il turbamento che sente, rifuggire da quella chiamata di Dio significa rifuggire dalla sua felicità. Maria Augusta pure lo sperimentò. Estrella continua a ricordare quei momenti chiave della vita di Maria Augusta: “Un giorno, io stavo pregando i vespri in chiesa, e arrivò proprio lei. Nel vedere ciò che stavo facendo, si unì alla mia preghiera. Stavamo pregando il Salmo 44. La impressionarono molto le parole: «Ascolta, figlia, guarda, porgi l'orecchio, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre; al re piacerà la tua bellezza. Egli è il tuo Signore: pròstrati a Lui». Mi chiese: «Quando tu leggi questo, a chi pensi?» Io le dissi: «A Gesù». Continuammo a pregare e alla fine mi chiese: «Si può avere questa relazione intima con il Signore, come dice il Salmo?». Quando le dissi che quelle parole io le ripetevo sempre a me stessa quando non volevo ascoltare il Signore, non mi lasciò finire e se ne andò. Stava lottando”.
Una delle candidate che visse con lei ricorda che “durante le sue lotte per rispondere alla sua vocazione, qualche volta si arrabbiava con le candidate”. Ma in un’occasione, chiese loro scusa spiegando loro: “Vi vedo e mi arrabbio, perché non ho ancora la forza di fare quello che Dio vuole da me”.
Maria Augusta era molto amica di Mayra, e ognuna conosceva le lotte che l’altra aveva riguardo alla sua vocazione. Durante una Settimana Santa, per aiutarsi a vicenda, decisero di dire assieme il “sì” al Signore. Questo semplice gesto aiutò molto entrambe.
Voleva studiare Medicina e per questo si trasferì a Portoviejo. rano numerose le ragazze del Focolare della Madre che dovevano fare gli studi universitari in quella città, e decisero di unirsi per prendersi cura della loro fede. Iniziarono a vivere assieme formando una Residenza per Studentesse del Focolare della Madre. Gema Menéndez ricorda:“Quando io andai a vivere nella Residenza, le ragazze che vivevano lì erano un esempio per me. Maria Augusta era una di loro”.
Da Portoviejo scrisse a Estrella una lettera nella quale concludeva dicendole: “Preghi per me sorellina, affinché sia buona, lasci da parte le mie paure e smetta di fare stupidate”. Poco dopo – usando la sua stessa espressione – “smise di fare stupidate” ed entrò come candidata delle Serve del Focolare della Madre. Maria Augusta si lasciò “guardare con amore” da Gesù, e in quello sguardo trovò la forza necessaria per vincere le sue paure. “Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò” (Mc 10, 21). Era il 20 ottobre 2014. Sr. Kelly Maria ricorda: “Era contentissima, si notava. Non era di molte parole, ma si notava da come camminava, da come sorrideva, dal suo sguardo”. E Gema Menéndez, che fu testimone di quelle lotte, commenta: “Le costò rispondere alla sua vocazione, ma alla fine diede un Sì generoso a Dio. La sua gioia nel giorno in cui entrò era immensa”.
Poco prima era stata nominata come responsabile della residenza per Studentesse del Focolare della Madre. Così lo spiega a Estrella in una lettera del 2014: “Continuo a studiare a Portoviejo. Sono al 5º semestre. Continuo ad essere nella residenza. Vero che non lo sai? Questo semestre sono la responsabile. Prega affinché lo faccia bene. È una grande responsabilità e questo mi rende nervosa, ma so che mi sta aiutando ad unirmi di più al Signore e alla Vergine Maria”. Non ci furono problemi: Maria Augusta fu un esempio per le sue compagne, sotto molti aspetti.
Era molto responsabile negli studi, come in tutto ciò che faceva, ma sapeva che gli studi non erano la cosa più importante. Gema Menéndez riferisce: “Posso dire che ella stava facendo sempre quello che doveva fare. Malgrado i suoi studi universitari fossero molto difficili, perché le occupavano molto tempo di studio, non mise mai al primo posto i suoi studi, ma cercava in tutti i modi possibili di andare a Messa, di fare orazione, di andare alle riunioni del Focolare...”. Le ragazze che abitavano nella Residenza per Studentesse condividevano i mestieri. Anche lì brillò il senso di responsabilità di Maria Augusta: “Neppure si disinteressò dei mestieri di casa che come residenti avevamo. Quando le toccava cucinare (le piaceva cucinare!) lo faceva con allegria e in alcune occasioni cantando. A proposito, le piaceva mantenere tutto pulito”.
Era sempre molto attenta alle necessità degli altri. Erika Tuárez la ricorda così: “Maria Augusta era come una madre. Anche se era stanca, sempre era attenta a tutte le necessità di ciascuna, per quanto piccole fossero. Ci insegnava molto e ci spiegava il perché di tutto. I suoi rimproveri – che furono pochi – erano educativi e sempre lo faceva mettendo assieme la dolcezza e la fermezza”. Le ragazze che vissero con lei ricordano: “Per i compleanni delle ragazze della Residenza per studentesse dedicava tutto il tempo necessario per preparare la festa, affinché le ragazze trascorressero una giornata molto felice”. E Gema Menéndez completa questo punto con un esempio concreto della generosità di Maria Augusta e la sua capacità di scoprire le necessità degli altri: “Quando io stavo per entrare come candidata, andai a raccontarglielo per rallegrarci assieme, anche perché mi immaginavo che ella aveva la vocazione. Effettivamente quel giorno ella si rallegrò molto con me. Subito mi chiese se avevo vestiti per entrare. Io le dissi che ancora no, allora ella mi diede una delle sue magliette, che era come quelle che usavano le candidate. E mi disse che la avvisassi di qualunque cosa di cui avessi bisogno”.
Sapeva anche intervenire al momento giusto per evitare situazioni di tensione. Sr. Ruth Ibáñez spiega: “Quando c’era qualche situazione tesa – perché non tutti facevano ciò che dovevano fare e sfuggivano o lo facevano senza entusiasmo – Ella sempre rispondeva facendo le cose bene, con un sorriso, e persino si offriva per fare quello delle altre”. Il sorriso di Maria Augusta richiamava l’attenzione anche di Carolina Aveiga: “Con il suo sorriso sembrava sistemare tutto”. E Estrella: “Quando per qualche motivo qualcuno si arrabbiava, ella rapidamente cantava una canzone che faceva sì che ridessimo”. Una compagna d’Università afferma che persino nell’ambiente universitario la presenza di Maria Augusta irradiava armonia: “In mezzo a una discussione ella, con uno sguardo tenero, poteva frenare il problema”.
Aveva una relazione molto bella con Gesù. Erika Tuárez commenta: “Maria Augusta era veramente un’innamorata di Gesù. Frequentemente lo chiamava “Jesusito” (Gesuino), con molta tenerezza”. Tutti erano colpiti di quanto amava la Madonna, nostra Madre. Quando qualcosa le costava, bastava chiederle: “E non lo faresti per la Vergine Maria?” Cosa a cui, indefettibilmente, rispondeva: “Sì, per la Vergine Maria faccio qualunque cosa”. Le piaceva molto cantare la canzone “Tomad Virgen pura”. Spesso chiedeva che cantassimo questa canzone e spiegava il perché: “Così stiamo con la Vergine Maria”. Gema Menéndez ricorda: “Quando vissi con lei nella Residenza per studentesse, anche il suo amore verso la Vergine era manifesto. Le piaceva molto il luogo mariano del Cajas, perché si sentiva più vicina a nostra Madre. Mi diceva che le piaceva molto la canzone ‘Tomad Virgen pura”, perché si dice alla Vergine che vuoi stare con Lei e con gli angeli. Le piaceva molto soprattutto il passo della canzone che dice: ‘Mille cherubini belli bordano il tuo baldacchino, voglio stare con loro, Maria portami’. Il suo cuore, malgrado le lotte, era di Dio e della Vergine".
Maria Augusta aveva molto zelo apostolico, anche se per la sua timidezza, allo stesso tempo, doveva farsi molto coraggio per parlare di Dio ad altri giovani. Ma lo faceva per amore verso il Signore e le anime. Estrella fu testimone dello sforzo che faceva: “In un’occasione facemmo delle missioni nel centro di Chone. Andavamo a due a due e ci toccò assieme. Si vergognava molto a parlare: siccome era timida, le costava molto parlare. Io le dissi che se non voleva parlare che non lo facesse, ma ella mi disse che se ci era toccato assieme era giusto che lo facessimo entrambe. Dovevamo visitare molte case e si notava che le costava, ma alla fine aveva fatto un grande sforzo”.
Desiderava che i suoi compagni di classe conoscessero il Signore e li invitava alle attività del Focolare della Madre o si incontrava con loro per parlare. Lisbeth Cedeño, che fu amica di Maria Augusta fin dall’infanzia, ricorda un viaggio di fine anno nel quale i compagni deridevano Maria Augusta perché ella non voleva perdere la Messa della domenica. Maria Augusta reagì con la sua dolcezza abituale, ma anche con fermezza. Alla fine alcuni di quei compagni andarono a Messa con lei.
All’Università continuò ad essere un apostolo. Gema Menéndez annota: “In alcune occasioni diede anche delle conferenze agli studenti dell’Università Tecnica di Manabì, che invitavamo come apostolato affinché conoscessero Dio, e le sue parole sempre erano attraenti perché viveva quello che stava dicendo”. Una compagna dell’Università descrive l’impatto che il modo di comportarsi di Maria Augusta causava tra le sue compagne di classe: “Io fui compagna di Maria Augusta all’università, di quelle più prossime... Forse per lei non era facile dire parole a mo’ di catechismo, tuttavia la sua testimonianza è stata sempre chiara per noi. Ella lo dimostrò così, con la sua vita di fronte a noi, incorruttibile di fronte ai nostri peccati”.
I campi estivi sono un’attività molto importante del Focolare della Madre, in essi si fa molto bene ai giovani che vi partecipano. Favoriscono la maturazione umana e spirituale dei partecipanti, e per molti è un’occasione di incontro con Gesù Cristo. Ma hai bisogno di altri giovani, innamorati di Gesù Cristo, che siano “lievito” nell’impasto dei partecipanti al campo. Fin dal primo campo le suore compresero che potevano contare su Maria Augusta come un apostolo impegnato e incondizionato. Sr. Ruth racconta: “Nel primo campo, la mettemmo come aiutante di un’animatrice. Sorprese tutte noi perché, malgrado le costasse per la sua timidezza, si donò completamente. La sua stessa animatrice diceva che se non fosse stato per lei non avrebbe potuto portare avanti il gruppo”. Gema Menéndez lo conferma: “Maria Augusta fu una ragazza molto dedita. Ricordo i campi in cui ella era animatrice. Aiutava molto le ragazze. Anche se c’erano certe cose che sicuramente non le piacevano, come sporcarsi (lo so perché la conoscevo), o insegnare alle ragazze che dovevano mangiare tutto quello che veniva servito loro, ella lo faceva, tutto per amore verso Dio e per amore verso le anime”.
Estrella ricorda il campo del 2011: “Era l’animatrice di una delle squadre e io ero la sua vice-animatrice. Avevamo quattro ragazze che erano amiche tra di loro e si lamentavano di tutto. Uno di quei giorni, c’era un cibo che non piaceva alle ragazze e non volevano mangiarlo. Per non buttare via il cibo che le ragazze si erano già servite sul piatto, ella se lo mise sul suo piatto e iniziò a mangiarlo. Io non smettevo di stupirmi perché sapevo che anche a lei costava molto mangiare proprio quel cibo... Nel vedere che oltretutto aveva il triplo di cibo volli aiutarla, ma fu impossibile, non mi lasciò. Immagino che lo stesse offrendo tutto. (...) In quello stesso campo ci furono molti altri dettagli che mi lasciarono impressionata. Maria Augusta si stava facendo letteralmente in quattro”.
Anche nel Puyo, nella Foresta amazzonica, brillò lo zelo per le anime di Maria Augusta. Lo ricorda Sr. Gema: “Bisognava fare delle lunghe camminate attraverso la foresta, per sentieri infangati, e attraversando a piedi, con l’acqua fino alla vita, fiumi ricchi d’acqua. Maria Augusta, malgrado fosse molto stanca per lo sforzo fisico, si donò al massimo. Quando arrivavamo ai villaggi, si dimenticava della sua stanchezza e si metteva a giocare con i bambini. Lo faceva per guadagnare il loro affetto e per preparare così l’ambiente per poter dar loro poi il catechismo”.
Sr. Kelly Maria ricorda l’ultima volta che vide Maria Augusta: “Le diedi un abbraccio e le dissi che guardasse sempre nostra Madre, che Ella le avrebbe insegnato ad essere fedele”. Dopo questo Maria Augusta – come le altre candidate – trascorse i suoi ultimi giorni lavorando generosamente, aiutando le suore della comunità di Playa Prieta a pulire la scuola allagata dalle inondazioni.
Il terremoto del 16 aprile 2016 fece crollare l’edificio principale della nostra scuola “Unità Educativa Sacra Famiglia” seppellendo sotto le macerie undici sorelle, tra suore e candidate, che si trovavano nell’edificio. Un generoso e coraggioso gruppo di volontari, composto da amici, membri laici del Focolare della Madre ed ex-alunni delle suore, lavorò senza tregua cercando di recuperarle. Non potremo mai ringraziarli abbastanza. Un’ora e mezza dopo il terribile terremoto erano riusciti a salvare la vita di cinque di loro, ma ne mancavano sei. Lottarono fino all’esaurimento cercando di localizzarle. Ma la nostra Madre del Cielo arrivò prima di loro per prendere le Sue figlie con Sé.
Quando trovarono Maria Augusta, scoprirono che con il suo corpo aveva cercato di proteggere il corpo di Valeria. L’ultimo gesto di carità di Cieli.
Fonte:
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