Tocco a Casauria, Pescara, 1533 - Roma, 13 Novembre 1639
Nacque a Tocco a Casauria (PE) l’anno 1533, da Taddeo Trombetta e da Caterina Pettinella; al battesimo ebbe il nome di GiovanBattista. Abbracciato l’Ordine dei Frati Minori, si santificò nell’umile stato di ‘Fratello Laico’. Portinaio, sagrestano, cuciniere, questuante si fece amare dai confratelli e dalla popolazione. La città di Roma e dell’Aquila furono conquistate dalla sua umiltà, dalla sua vita santa e dai suoi miracoli. Morì nel convento di S. Maria dell’Aracoeli, in Roma, il 13 novembre 1639: aveva la patriarcale età di 106 anni! Attualmente si trova sepolto nella Cappella Reale di S. Bernardino da Siena, nella stessa Basilica d’Aracoeli. La sua figura, oltre ad essere grande per pietà ed orazione, fu prezioso per i suoi consigli e di guida a molte anime, comprese le più eccelse del suo tempo: il suo sguardo raggiungeva il cuore di chi gli parlava.
Etimologia: Taddeo = uomo di gran cuore, dall’aramaico
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Nacque a Tocco a Casauria nel 1533 da Taddeo Trombetta e Caterina Pettinella. Al fonte battesimale fu chiamato Gianbattista. Visse con i genitori fino a 16 anni lavorando come bracciante nei campi.
La Vocazione
Desideroso di consacrarsi a Dio, scelse, affascinato dalla semplicità e umiltà di Francesco che, sentiva vicino a quella della propria condizione di vita, di seguirlo come suo discepolo. Recandosi spontaneamente a piedi a San Bernardino dell’Aquila, chiese al Ministro dei Frati Minori Osservanti di vestire l’abito. Il Ministro provinciale in un primo tempo cercò di dissuaderlo, poi vedendo la fermezza del giovane nel suo proposito, dopo un anno nel 1549, in occasione del capitolo fu ricevuto all’ordine francescano e vestì l’abito insieme ad altri 24 giovani. Gli fu mutato il nome di Gianbattista in quello di Taddeo e fu mandato a compiere l’anno di noviziato nel convento di città di Penne.
Taddeo trascorse quell’anno in preghiera e nell’esercizio di “ tali e tante virtù che di comun sentimento dicevano que’ religiosi che Iddio per lo suo mezzo avrebbe operato grandi cose “. Si distinse per modestia, ubbidienza, amore al silenzio e alla preghiera e capacità di rinunciare a se stesso. Dopo l’anno di noviziato fu ammesso alla professione da lui fatta, con tanta fede e devozione, che “fece commuovere non solo li frati ma anche li fedeli che parteciparono alla cerimonia”.
L’inizio della vita Religiosa e S. Bernardino all’Aquila
Dopo essere stato ricevuto nell’ordine, fra’ Taddeo fu mandato nel convento di San Nicola di Sulmona. Qui attese all’umile ufficio di contadino e cuciniere che esercitò con diligenza e abnegazione. Guardando il Santo Francesco, si distinse per la venerazione verso i sacerdoti, per bontà e sensibilità d’animo, per l’umile e gioiosa disponibilità, e osservanza della povertà. Dal convento di Sulmona fu trasferito in quello di San Bernardino dell’Aquila, dove esercitò l’ufficio di Portinaio. Il tempo libero, lo trascorreva nella cappella del glorioso San Bernardino, tenendola pulita e servendo allegramente i fedeli che vi accorrevano. In questo periodo, sviluppò con il Santo una tale e profonda confidenza dello spirito, da chiamarlo “ il suo Santo vecchiarello ”. Questo portò l’umile fraticello, ad essere ricercato e desiderato da molti fedeli che, accorrevano a lui per consegnare confidenze, cercare conforto e chiedergli preghiere, e a tutti spesso rispondeva prontamente: “ facciam orazione al nostro Santo che vi consolerà “.
A Roma: Portinaio del Signore e prezioso consigliere
I superiori lo chiamarono di famiglia, nel Santuario dell’Aracoeli in Roma, in qualità di Portinaio. In breve fu stimato dai confratelli, dai fedeli e dai poveri che, avvicinava e soccorreva alla porta del convento, nelle fredde notti invernali, scendendo lungo la gradinata del Campidoglio. Fra Taddeo era innamorato di Gesù eucaristico, della Madonna e di San Bernardino da Siena verso i quali, invitava le persone, i bisognosi a pregare e a ricorrere con fiducia. Dio lo arricchì oltre che di virtù umane anche dei doni del consiglio, della profezia e della lettura e pacificazione dei cuori. Nella sua lunga permanenza a Roma nel convento dell’Aracoeli, la sua figura, oltre ad essere grande per Fede e Devozione, fu prezioso per i suoi consigli e, di guida a molte anime, comprese le più eccelse del suo tempo: il suo sguardo raggiungeva il cuore di chi gli parlava.
A 106 anni vola verso il cielo
All’età di 106 anni, alle ore 10 della notte del 13 novembre del 1639, festa di San Diego patrono dei conversi, serenamente, nel pieno del suo intendimento salutando i commossi fraticelli, rese la sua anima a Dio. Appena diffusa la notizia in città numerosi accorsero e, il suo corpo dovette rimanere esposto per tre giorni, prima della sepoltura, per soddisfare il desiderio dei fedeli di volergli rendere omaggio. Venne sepolto, per volontà della famiglia Barberini, nella cappella regale di San Bernardino, all’interno dell’ Aracoeli.
PREGHIERE
O Dio, di sincera carità, che ci hai donato, nel servo di Dio, Fra’ Taddeo da Tocco,
un esempio di preghiera, di umiltà e di silenzio, apri la porta del nostro cuore
ai benefici della Tua Parola, affinché docili all’azione dello Spirito Santo,
possiamo crescere nella Fede, nella Speranza e generosa Carità, per portare Cristo
ai nostri fratelli e servire Te con la Santità di tutta la nostra vita.
Ti chiediamo per sua intercessione, di concederci, secondo la Tua volontà, le grazie che
imploriamo (…) nella serena speranza, che egli sia presto annoverato nel numero dei Beati. Amen.
O Dio, Padre dei piccoli e fratello degli umili, ti ringraziamo per averci donato,
il tuo servo Fra’ Taddeo da Tocco.
Il suo segreto, fu un’intensa vita interiore, di preghiera ed Eucarestia.
I suoi occhi limpidi di mite ed umile carità e, serena umanità, colpivano per luminosità.
Il suo sguardo raggiungeva il cuore di chi gli parlava, rivestito del dono del Consiglio e buon discernimento, cercava di scoprire Cristo in tutti quelli che bussavano alla sua porta.
Portinaio del Signore, le sue occupazioni erano i lavori umili e bassi, gli ultimi e i poveri. Discreto e temperato, si è reso modello di prontezza e docilità: aveva una buona parola, un sorriso amabile, un’attenzione profonda. Uomo della quotidianità, Francescano della semplicità, amico di Dio, dedito alla preghiera e al servizio del prossimo, ci aiuti Signore, a raggiungere la santità qui in terra, salendo ogni giorno i gradini che portano all’incontro con Te, mediante l’amore al prossimo, ai fratelli bisognosi, soprattutto i più poveri, tra i quali mi pongo anch’io, perché non sia ostacolo a nessuno, ma via alla luce dello splendore Divino.
Ti chiediamo per sua intercessione, di concederci, secondo la Tua volontà, le grazie che
imploriamo (…) nella serena speranza, che egli sia presto annoverato nel numero dei Beati. Amen.
Fonte:
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Squilla dei fratini di S. Antonio
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