La vita di Madre Ermelinda Lucotti si estende per un arco di tempo di circa 78 anni. Nasce a Mede Lomellina (Pavia) il 30 ottobre 1879 e muore a Torino il 27 novembre 1957.
Nel 1901 partecipando ad un corso di Esercizi spirituali a Nizza Monferrato ha modo di conoscere più da vicino l’Istituto fondato da S. Giovanni Bosco.
Il 7 agosto 1902, inizia la formazione a Nizza Monferrato dove emette la professione religiosa il 25 aprile 1905. Conosce molte consorelle che la storia dell’Istituto avrebbe in seguito considerato come le “reliquie” di Mornese.
Dopo aver ottenuto il diploma di maestra, intraprende il curriculum universitario che frequenta a Roma per cinque anni laureandosi in Lettere e in Pedagogia. Gli anni di studio costituiscono per lei un’occasione di forte arricchimento ecclesiale e una nuova apertura al mondo e alla storia. Questa esperienza lascia una chiara impronta nella sua vita.
A Roma conosce personalmente suor Teresa Valsé Pantellini, ora Venerabile.
Dopo una breve attività educativa in una colonia estiva in Liguria, suor Linda si ferma per un periodo come insegnante in noviziato. Poi è per tre anni a Roma in via Marghera come insegnante, assistente, vicaria e poi direttrice.
Nel 1915 è chiamata in Sicilia ad insegnare e poi a dirigere come preside la Scuola Normale di Alì Marina (Messina), dove è allora Direttrice suor Laura Meozzi, ora Venerabile. Vive il difficile periodo delle ispezioni ministeriali in vista del pareggiamento della scuola che è ottenuto dal Ministero della Pubblica istruzione nel 1916. Per tre anni è anche direttrice della comunità.
Partecipa come delegata al Capitolo Generale VIII (1922) ed è eletta come segretaria del Capitolo. Subito dopo è nominata Ispettrice delle case della Sicilia che guida fino al 1928.
Alla morte di Madre Marina Coppa (5 aprile 1928), suor Linda è chiamata a sostituirla in qualità di Consigliera Generale per gli studi. Vi si dedica con la sua tipica serietà e diligenza. Dà impulso agli studi, cura la formazione delle educatrici e delle missionarie ed è sollecita per la preparazione accademica delle insegnanti.
Dal X CG (1934) inizia per Madre Linda un periodo particolarmente delicato ed eccezionale che si protrae per circa un decennio. È dapprima collaboratrice diretta dell’anziana Vicaria Generale, Madre Enrichetta Sorbone, che da quasi 50 anni svolge quel ruolo. Nel 1938, per le gravi condizioni di salute della Superiora Generale, Madre Luisa Vaschetti, ormai cieca, con Rescritto della Congregazione dei Religiosi, in data 11 ottobre 1938, è nominata Vicaria Generale “con tutti i poteri inerenti alla carica di Superiora Generale secondo le Costituzioni”.
Dopo la morte di Madre Luisa Vaschetti (1943), Madre Linda avrebbe voluto lasciare ad altre il governo dell’Istituto, ma il 7 agosto 1943 la S. Sede la conferma nell’incarico fino al prossimo CG. Sono anni difficili perché segnati dalla drammaticità della guerra, che impedisce le comunicazioni, da morti e distruzioni di case e dal cambiamento di attività nelle varie case. Madre Linda, benché di temperamento schivo e apparentemente timido, dà prova di avere doti di governo non comuni.
Viene eletta e rieletta Superiora Generale nel CG del 1947 e nel successivo del 1953 a pieni voti.
Le suore la sentono guida e madre. Vuole conoscere di persona l’Istituto nelle sue varie realtà nazionali e intraprende lunghi ed estenuanti viaggi in Italia, Europa, America Latina.
Il decennio 1947-1957 è un periodo segnato dalla ricostruzione e dal rilancio dello opere, oltre che dall’inizio di nuove attività educative e missionarie.
La formazione pedagogica, catechistica e professionale diviene sempre più necessaria e madre Linda si preoccupa che vada di pari passo con l’approfondimento dell’identità vocazionale.
L’Istituto, grazie a lei si apre in quegli anni a nuove frontiere educative: nel 1952 viene creato il periodico Da mihi animas, nel 1954 la Rivista Primavera e in quell’anno inaugurato a Torino l’Istituto superiore di pedagogia e scienze religiose e dell’annessa Scuola di servizio sociale per la formazione accademica delle giovani suore provenienti dalle varie nazioni.
Madre Linda vive in atteggiamento di servizio e di instancabile dono di sé anche negli ultimi mesi di vita, quando è colpita da un'anemia che si manifesta subito irreversibile.
"Poche persone forse meritano come lei il dolcissimo titolo di madre" "una Madre buona e intelligente", che riusciva a comunicare in modo semplice e profondo con le persone e a consolidare l'unità dell'Istituto con la sua ricchezza umana e spirituale.
Madre Linda ha la fortuna di assimilare lo spirito salesiano attingendolo ancora alle origini. La sua linea di animazione e di governo è quella dell'incontro personale con le suore, del rendersi conto direttamente del funzionamento delle case, delle scuole, delle opere assistenziali. È suo programma visitare le case che da più anni non avevano visto il passaggio di una superiora. Si trova, in quegli anni, di fronte alla necessità di proseguire l'opera di consolidamento dell'Istituto con una particolare cura nel far assimilare lo spirito dei Fondatori soprattutto alle giovani suore. L'ora storica richiedeva una formazione sempre più approfondita e prolungata. Era dunque necessario preparare il personale avviandolo agli studi e dedicando alla formazione le migliori energie e il tempo necessario.
Appartiene pure alla sua tipica linea di animazione l’attenzione e il richiamo alla Confondatrice.
Soprattutto durante l’anno della canonizzazione, raccomanda di conoscere, amare e imitare madre Mazzarello. Ha l’impressione che la si “lasci un po’ in disparte” e fa di tutto per risvegliare nelle suore l’interesse per la santa.
Nelle sue circolari, specchio trasparente di una linea d’azione e di precise scelte carismatiche, si coglie la saggia prudenza di madre Linda e insieme la capacità di guida formativa: sa discernere i “segni dei tempi”, interpretarli nell'ottica evangelica e cercare le soluzioni più adeguate senza toni di superiorità. Si rivolge a persone che considera innanzitutto figlie e sorelle e con loro condivide i grandi ideali della vita salesiana.
Fonte:
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