Cattolica, Rimini, 15 gennaio 1906 - Faenza, Ravenna, 13 gennaio 1992
Domenico Galluzzi nasce il 15 gennaio 1906 da Domenica Bacchiani e Giuseppe Galluzzi (Baratieri), che nel 1907 abbandona per molti anni la famiglia per l’Alaska. Il suo nome di battesimo era Giovanni, Domenico quando nel 1928 entra tra i frati domenicani (Scuola Apostolica di Bergamo). Salvatore Galluzzi (Tòri), fondatore della Casa del pescatore di Cattolica, ero suo zio. Fin da ragazzo si dedica allo studio della musica. 1926-28: è a Taranto, servizio di leva in Marina, e fa parte della banda militare. Nel ’36 viene ordinato sacerdote e diventa sottomaestro degli studenti. 1941-44: è maestro dei novizi. 1944-45: si ammala gravemente per le fatiche e gli strapazzi del tempo di guerra. 1946: a Bologna viene confermato maestro dei novizi. Nel ’48 arriva a Faenza. Dal 1951-55 si impegna nella fondazione del Monastero Ara Crucis che diventa sede del suo servizio sacerdotale con incarichi di fiducia nella Diocesi. 1972: è nominato confessore ordinario dei novizi. Il 13 gennaio 1992 muore mentre la comunità dell’Ara Crucis celebra la Liturgia dei Vespri. Dopo la sua morte in suo ricordo sono state fatte molte iniziative religiose, ma anche laiche, per ricordarne la grande forza spirituale. Il 30 ottobre 2010 presso il monastero Ara Crucis di Faenza il vescovo di Faenza-Modigliana S. E. Claudio Stagni ha aperto la causa di beatificazione di P. Domenico Galluzzi O.P.
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“Giovanni Galluzzi, figlio di Giuseppe e di Domenica Bacchiani, nacque a Cattolica il 15 gennaio 1906. Dopo avere assolto l’impegno di leva nella Regia marina, entrò nel 1928 nell’Ordine Domenicano, dove assunse il nome di Domenico. Come durante il servizio militare aveva esercitato un vero ascendente sui commilitoni, così nella vita religiosa si distinse per la sua bontà e la ricchezza della sua sensibilità umana. Delle sue non comuni doti si resero ben presto conto i Superiori, i quali prematuramente – e fu necessaria una dispensa – lo nominarono poco più che trentenne Maestro degli studenti e poi Maestro dei novizi, incarichi che Padre Domenico seppe portare avanti con alto senso di responsabilità, con dedizione e con uno stile soave e forte, tutto permeato di sereno ottimismo frutto della stia granitica fede in Dio e della sua fiducia nell’uomo.
Le vicende della seconda guerra mondiale lo portarono poi a Fontanellato (Parma), dove si accumularono vari incarichi: Vicario dei provinciale, Superiore dei convento e dei monastero S. Giuseppe, Maestro dei novizi. Con gli incarichi, aumentarono nel contesto tragico della guerra, gli strapazzi, le preoccupazioni e la sua dedizione: finì con l’ammalarsi di tubercolosi. Ripresosi grazie anche alla sua forte fibra, nel 1948 tu nominato Superiore a Faenza. Ha 42 anni, e viene da un’intensa esperienza di apostolato e di contatti con le anime e ha nel cuore una grande consapevolezza di quello che è: Sacerdote.
La guerra è finita; siamo negli anni laboriosi e faticosi della ricostruzione. Eccolo allora mettere mano ad un’opera da tempo vagheggiata, un’istituzione religiosa che sia l’attuazione pratica di quell’idea, divenuta ideale di vita: la fondazione di un monastero contemplativo per anime disposte ad offrirsi per la santificazione dei Sacerdoti. A quest’opera diede il nome significativo di Ara Crucis; fu inaugurata nel 1957 ed oggi è un’affermato monastero. E’ all’Ara Crucis che Padre Domenico Galluzzi ha trascorso l’ultima parte della sua lunga e operosa vita; e qui, giorno dopo giorno, è stato una manifestazione visibile della bontà misericordiosa di Dio per tante anime che venivano a lui fiduciose, attratte dal fascino che emanava dalla sua persona; fascino che non era altro che l’amore dimostrato per ciascuna di loro. Di qui il carisma della predicazione di Esercizi e della direzione spirituale; carisma particolarmente apprezzato, fin dal suo arrivo a Faenza, anche dal Vescovo Mons. Battaglia, che lo nominò confessore del seminario diocesano.
La fiducia dei vari Vescovi che si succedettero nella sede faentina gli affidò la preparazione immediata degli aspiranti al diaconato e presbiterato e al ministero della Confessione, come pure incarichi particolarmente delicati e riservati. Altrettanto si dica da parte dell’Ordine Domenicano che gli affidò i giovani, in preparazione alle tappe più significative della loro vita religiosa, e anche, per un certo periodo, la direzione spirituale dei novizi domenicani di Bologna. Padre Domenico Galluzzi fu un medico delle anime come lo voleva Paolo VI “discreto, saggio, buono vero dispensatore di conforto, di consiglio e di grazia’; tutto questo nell’umiltà, in un silenzio pieno di mitezza e di modestia. Non mancarono, nella sua vita episodi che misero in luce la sua eccezionale statura spirituale e umana.
E qui si potrebbe aprire un capitolo a parte per raccontare conversioni straordinarie. Come non ricordare la spontanea prestazione dei suo ministero sacerdotale in occasione dello scoppio della polveriera di Marano (BO) circostanza in cui, servendosi solo delle mani, riuscì a disseppellire una madre di famiglia, le cui ferite fasciò con il suo scapolare. L’iniziativa, presa a Fontanellato (PR) dopo il bombardamento dei monastero e la morte di due suore, di scavare un rifugio per le religiose; lavoro portato avanti personalmente con i suoi novizi e che, per la fatica che comportò, diede il colpo di grazia alla sua salute già scossa dai disagi, dagli strapazzi e dalle privazioni della guerra. E poi il suo impegno di promozione umana nei confronti di quanti si presentavano a lui, sia giovani che dovevano affrontare la vita, sia persone in difficili situazioni, E per le persone impegnate nel mondo dei nostro tempo, che si dibattono in difficoltà d’ogni genere, eccolo ideare il Sodalizio ‘Pro Ecclesia’, struttura di promozione spirituale e umana che lega alla vita di preghiera dell’Ara Crucis.
Questi brevi cenni non esauriscono certamente la presentazione della complessa e ricchissima figura di Padre Domenico, che ha cercato di essere sempre “l’uomo per gli altri”.
Padre Domenico Galluzzi è morto il 13 gennaio 1992. Riposa nel monastero Ara Crucis da lui fondato.
Fonte:
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