Giastin Gravina è nata a Wuppertal in Germania, il 29 ottobre 1987. Lì ricevette il suo Battesimo a tre mesi, poco prima di partire con i genitori, Giuseppe Gravina e Carolina Vigilante, per San Marco in Lamis (FG), dove si sarebbero trasferiti definitivamente. Giastin cresceva in salute, felice, circondata dall’amore dei suoi genitori e di sua sorella Rosaria, quando a poco più di un anno, cominciò a manifestare i primi sintomi della malattia diagnosticata sei anni prima a sua sorella: “Amiotrofia Spinale di tipo Werding Hofmann”. I medici di San Marco in Lamis confermarono presto la stessa diagnosi.
Già a due anni e mezzo Giastin cominciava ad avere un rapporto di speciale amicizia con Gesù: era dispiaciuta di vederlo soffrire in croce e gli faceva compagnia raccontandogli quanto vissuto quotidianamente. Insieme a sua sorella Rosaria, gli raccontava barzellette e fatti divertenti per distrarlo da tutti i dolori che normalmente la gente riversa su di Lui. Così facendo erano sicure che Gesù sarebbe sempre andato a trovarle per divertirsi.
Per la sua curiosità di capire tutto quello che era scritto, Giastin chiese alla sorella di insegnarle a leggere e a scrivere a soli cinque anni e presto si appassionò alla lettura quotidiana del Vangelo per bambini.
La malattia impediva a Giastin di assumere la posizione eretta del tronco, costringendola alla sedia a rotelle, e le provocava fin da piccola frequenti crisi respiratorie.
Per questa ragione e per l’estrema facilità a contrarre infezioni a causa del deficit immunitario, non poteva frequentare regolarmente la scuola materna. Fortunatamente le impartirono l’insegnamento scolare a casa dai sei anni, grazie al Decreto Gravina del 1993, ottenuto dopo tre anni di dura battaglia dai suoi genitori, che consentiva a Giastin e a sua sorella Rosaria di godere della presenza dei docenti statali in casa. Dai quattro anni, manifestò una grande passione per il disegno, facendole preferire i colori ai giocattoli. Le sue giornate scorrevano felici, dedita al disegno e alla scrittura ma soprattutto agli amici, che popolavano la loro casa, e al grande amore della sorella Rosaria a cui era legatissima.
Quando la sua adorata sorella morì nel 1996, Giastin aveva nove anni e per il grande dispiacere, abbandonò per quattro anni tutte le sue passioni per poi riprenderle con grande slancio. Non potendosi iscrivere al Liceo Artistico, come avrebbe voluto, per motivi di salute, cominciò uno studio appassionato degli artisti a lei più congeniali, Monet e soprattutto Van Gogh. Dipingeva e scriveva molto, tanto che nel 2002 San Marco in Lamis (FG) ospitò la sua prima esposizione di quadri intitolata “Il volo”, riproposta a Rignano Garganico (FG) nell’agosto dello stesso anno. Iniziò a collaborare con il sito beatitutdo.it nella rubrica dedicata ai ragazzi, chiamata Beatitudokids, dove condivideva le sue passioni e le sue scoperte e offriva una riflessione sui valori della vita.
Nel Giugno 2003, propose a San Marco, Apricena e a Rignano Garganico una nuova mostra dal titolo “…e continuo a volare..”.
Nel 2003 pubblicò una raccolta di poesie e preghiere presentata agli studenti delle scuole superiori nella biblioteca comunale del paese, evento ripreso e trasmesso dalla RAI.
Il 21 Febbraio 2004 Giastin volò in cielo, sicura di incontrare l’amore che sempre l’aveva tenuta in vita: realizzava così il sogno condiviso con la sorella Rosaria di riabbracciarsi un giorno in Paradiso per aver realizzato in vita almeno una delle “Beatitudini” che il Vangelo aveva impresso nei loro cuori.
Il 4 e il 5 Giugno dello stesso anno, a Foggia, a Palazzo Dogana, si tenne la retrospettiva dal titolo “Giastin racconta”, riproposta ad Otranto presso il Museo Diocesano il 19 Giugno. Successivamente la mostra venne ospitata a Torremaggiore (Maggio 2005), a Rignano Garganico (agosto 2005), a San Giovanni Rotondo (Agosto 2005) e a Sternatia (LE) nell’Agosto 2007.
Il 22 Maggio 2004 nella città di Asti fu istituito il premio Giastin: “La poesia salva la vita”. Nel 2005 è stata inserita nel catalogo Bolaffi per le opere d’arte e dal 2008 figura tra i poeti contemporanei nella Biblioteca Provinciale di Foggia.
Mamma Carolina racconta...
Dovrebbe essere facile per una mamma parlare e descrivere i propri figli, ma non è così, anche perché Giastin in prossimità della presentazione del suo libricino di poesie mi dice: “Mamma non puoi presentarlo tu” Ed io : “Perché?” Giastin rispose: “Tu non sei credibile, sei la mia mamma e si sa che per te sono la migliore!”. Quella ragazzina stava dicendo una grande verità. Per questo chiedo allo Spirito Santo di darmi la grazia di essere obiettiva nel descrivervi i miei figli ed in questo scritto mia figlia Giastin.
Giastin è stata sin da piccola un fiume in piena nel senso che parlava sempre molto, certe volte le chiedevo dove tenesse l’interruttore di accensione, aveva sempre mille richieste: “Mamma facciamo questo…” o “Mamma facciamo quest’altro…” Che cos’era la sua mente, era così creativa che voleva mettere tutto subito in atto ed era così veloce nel realizzare il tutto, che subito si doveva passare ad un’altra cosa. Mi sono sempre chiesta come facesse quell’esserino così piccolino ad avere tutta quella carica. Quando già un po’ più grande, mi rispondeva: “Mamma se lo posso fare adesso perché aspettare domani?” Come darle torto, nessuno di noi poteva sapere se domani avesse ancora potuto farlo.
Per ogni evento Giastin si preparava sempre molto prima, tipo per Natale lei iniziava già a settembre per gli addobbi da realizzare, perché ogni anno il tema del presepe era diverso e così anche l’albero cambiava stile. Lei non si annoiava mai, la sera quando le dicevo: “Giastin ti metto a letto” Lei mi rispondeva: “Perché le giornate sono così corte?” Io la guardavo e ridendo le dicevo: “Giastin, tu sei unica, credo che il buon Dio dopo averti creato ha buttato lo stampo” Lei rideva a crepapelle rispondendo: “Certo mamma, Lui mi vuole unica al mondo!”. Che soggetto che era! Molte volte discutevamo su delle cose per ore ed io alla fine stremata dicevo: “Ok, ora basta mi sono stancata!” Ed uscivo dalla sua camera per poi ritornare dopo 10 minuti; come entravo la vedevo con quel suo ditino alzato e subito: “Comunque mamma volevo dirti…” Era impossibile non scoppiare in una risata, era proprio testarda come me.
Poi c’era quella sua parte impastata d’amore per Gesù crocifisso. Gli raccontava tutto ogni sera, aveva questo appuntamento con Lui. Aveva 8 anni ed una mattina le ho chiesto: “Giastin come fai a parlare con Gesù? Ma tu lo vedi?” Si portò la sua manina alla fronte come per dire: “Ma che domanda mi fai?” Poi mi rispose: “Vedi mamma se tu ti metti con gli occhi chiusi ed inizi a parlare con la mente a Gesù ed ascolti in silenzio, ti accorgi che Lui ti risponde! Mamma lo senti davvero!” Vedendo che la fissavo senza dire una parola lei riprese: “Mamma tu non capisci, Gesù non è solo corpo ma anche Spirito” Non mi uscii neanche una parola, avevo solo gli occhi pieni di lacrime, me l’abbracciai e lei: “Mamma non volevo rimproverarti ma farti capire come si fa!” Iniziai a ridere per non farla sentire mortificata e la ringraziai per avermi insegnato come si facesse a sentire Gesù.
Aveva un cuore così grande che ha sempre condiviso tutto, prima con sua sorella Rosaria e poi con Cosimo. Che tenerezza mi faceva quando diceva: “Rosaria mi prendi in braccio?” Ed io la sedevo sulle sue gambe, prontamente la leccava e diceva: “Rosaria sei così buona…” Quante volte Rosaria diceva: “Non ti prendo perché tu mi lecchi!” Lei: “Promesso non lo faccio” Ma come Rosaria si distraeva, lei prontamente lo faceva e Rosaria le diceva che lo aveva promesso; lei rispondeva: “Si, ma a Gesù ho detto che era per finta” Erano uno spasso tutt’e due. Giastin ascoltava tantissimo la sorella e quando Rosaria volò al cielo, lei ha sempre tenuto presente i suoi insegnamenti che poi ha tramandato a Cosimo. A scuola si è sempre impegnata e con ottimi risultati; ha sempre parlato chiaro a tutti a costo di perdere la persona. Una delle cose che mi sconvolgeva è che non l’ho mai sentita dire: “Signore fammi guarire!” Pregava sempre per gli altri. Una volta un nostro amico che si stava recando a Lourdes le chiese se volesse scrivere un bigliettino per la Madonna, così lui lo portava. Lei accettò e lui le chiese se poteva passare domani. Lei rispose che andava bene l’indomani. Scrisse quel biglietto e me lo consegnò per poi darlo a questo nostro amico; non ho mai guardato nei suoi diari o nelle sue cose, ma quella mattina non so perché ma aprii quel foglietto dove c’era scritto: “Mamma mia cara del cielo, non chiedo la guarigione per me, ti prego per tutte le persone che Papà Dio ha messo sulla mia strada, che abbiano sempre la pace nel cuore” Lei era sempre così, diceva: “Mamma bisogna pregare prima per l’anima poi per il corpo”
Poi suo fratello Cosimo, il suo critico d’arte, per i suoi dipinti bastava che le dicesse: “Non mi convince” Che lei lo copriva. L’opinione di Cosimo per lei valeva tantissimo, ma allo stesso tempo si beccavano sempre. Rispetto alla sorella Cosimo aveva un carattere forte come lei, così era un continuo: “Mamma vedi Cosimo… Mamma vieni…” Quando arrivavo e sgridavo Cosimo lei piangeva, così era per Cosimo quando sgridavo Giastin; era una cosa stranissima e dicevo ad entrambi: “Mi dite perché mi avete chiamato?” Loro: “Si ma non lo o la dovevi sgridare!” Non sapevo se ridere o arrabbiarmi di più.
Giastin ha fatto tanto, anche fuori le mura di casa sua per rispetto a quello che pensava sul bene; diceva: “Non bisogna mettere i manifesti, Dio sa”
Giastin il 12 febbraio 2004 scrive nel suo diario: “Nessun uomo è prigioniero dei propri limiti se la sua mente è libera di volare”. Il suo corpo non è mai stato un limite per lei, ma ha sempre volato libera e continua a volare ancora oggi nel cuore della gente.
Per questo tralascio e affido alle persone che l’hanno vissuta nella libertà di testimoniare il loro vissuto con lei.
Fonte:
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www.rosariagiastincosimo.com
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