Il Venerabile Servo di Dio Geevarghese Thomas Panickaruveetil nacque a Mavelikara (Kerala, India) il 21 settembre 1882, in un’antica famiglia appartenente alla Chiesa giacobita malankarese.
Entrato nel 1897 nel seminario ortodosso di Kottayam, fu ordinato presbitero il 15 agosto 1908 e fu destinato allo stesso seminario come professore e rettore.
In quegli anni la Chiesa malankarese siro-ortodossa attraversò vicende tumultuose che portarono ad una divisione interna con la formazione di due distinte fazioni: quella del Patriarca, che accettava le pretese di supremazia assoluta da parte del Patriarca di Antiochia imposto dal governo turco, e quella del Metropolita, fedele a Dionisio VI, che era stato deposto, scomunicato e sostituito ma che, sostenuto dalla sua fazione, aveva acconsentito a costituire una Chiesa autocefala, il Cattolicato d’Oriente, istituito il 15 settembre 1912.
Egli rimase fedele al Metropolita e a quella Chiesa che, col tempo, aveva preso il nome di Chiesa Malankarese ortodossa siriana. Dal 1913, fu professore a Calcutta, presso l’Università di Serampur. Profondamente tormentato dalle continue divisioni interne della sua Chiesa, attraverso una profonda riflessione e lo studio delle fonti, ritenne che solo un movimento monastico autentico avrebbe potuto rinnovare la Chiesa. Così, nel 1919, tornò in Kerala dove fondò a Perunad il monastero di Bethany Ashram e l’Ordine Monastico dell’Imitazione di Cristo.
Riconosciuto il suo importante contributo al rinnovamento spirituale della Chiesa, fu consacrato Vescovo dal Metropolita Dionisio VI il 1° maggio 1925, con il nome di Mar Ivanios. Qualche mese dopo, il 21 settembre dello stesso anno, fondò anche la Congregazione delle Suore dell’Imitazione di Cristo, note come Bethany Madhom.
Noto per il suo impegno a favore dell’unità e della comunione, nel 1926, fu incaricato dal sinodo dei Vescovi della sua Chiesa di instaurare un dialogo con la Chiesa cattolica romana, anche in vista di una possibile riunificazione. Nonostante l’interruzione del dialogo da parte della nuova guida della Chiesa il Katholikos Baselios Geevarghese II, avvenuta nel 1929, il Venerabile Servo di Dio rimase convinto della necessità della comunione con la Chiesa di Roma e, insieme al Vescovo di Tiruvalla, Mar Theophilos, continuò in questa opera.
I due Vescovi furono accolti nella comunione con la Chiesa Cattolica il 4 luglio 1930, mantenendo la loro dignità episcopale, la potestà ecclesiastica e il rito siro-occidentale.
Nel 1932, Pio XI istituì due ordinariati, assegnando a Geevarghese Mar Ivanios la sede di Phasiensis, con residenza a Trivandrum, mentre a Mar Theophilos fu assegnata la sede di Aradensis, con residenza a Tiruvalla. Nel 1932, preso atto della rapida crescita della comunità cattolica, Pio XI conferì alla sede di Trivandrum la dignità di sede metropolitana.
Durante circa 23 anni di ministero come Arcivescovo e Metropolita cattolico, diede impulso a numerose importanti attività apostoliche, caritative e pastorali, come la costruzione di chiese, scuole, cimiteri, collegi e seminari minori, la promozione delle vocazioni, la formazione dei laici, l’organizzazione del laicato e la regolamentazione della vita liturgica e sacramentale.
Morì il 15 luglio 1953, dopo aver ricevuto l’unzione degli infermi, a Trivandrum (India).
E' ritenuto il fondatore della Chiesa siriaco-occidentale o antiochena nel culto e indiana nella cultura.
Il Venerabile Servo di Dio fu un pioniere dell’ecumenismo in India. Come primo vescovo della Chiesa Cattolica Sirio-Malankarese, dovette affrontare molte difficoltà interne ed esterne, ostacolato anche dal Governo sobillato dai seguaci della Chiesa giacobita.
Alla base del suo grande coraggio di compiere delle scelte forti e radicali, c’era una solida vita di preghiera che favorì in lui una intensa e profonda spiritualità. Fu un autentico profeta, maestro di vita, oltre che abile predicatore, dotato del carisma di fondatore e di zelo missionario. Si dedicò alla promozione delle vocazioni e alla fondazione di scuole cattoliche, come anche alla cura della formazione dei sacerdoti. Diede particolare importanza alla catechesi.
Visse la sequela di Cristo con radicalità e fedeltà. Fu un pastore saggio, che seppe condurre il suo “gregge” con speranza, ricercando la maggior gloria di Dio e il bene delle anime. Benché proveniente da una famiglia di elevata posizione sociale, egli condusse una vita austera, di sacrificio, vicina alla realtà della gente indiana povera. Fu umile e discreto. Negli ultimi tre anni, gravemente malato e sofferenze, continuò a svolgere la sua missione.
La fama di santità, già presente in vita e dopo la morte, si è consolidata nel tempo ed è giunta sino ai nostri giorni, unita ad una certa fama signorum.
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