Entrato nell'Associazione dei Cavalieri della Medaglia Miracolosa a 19 anni con un buon bagaglio culturale e ottime qualità che hanno saputo coltivare i sacerdoti formatori dell'Associazione. Era un ufficiale di nota e scriveva molto bene. Nell'Eco della Miracolosa sono stati conservati 23 suoi articoli. Nell'agosto del 1932 scriveva: "La nostra fede cresce con la persecuzione e si vive con l'incidente e l'ingiustizia". Impressiona l'aprile 1935, intitolato "La negazione". Nei momenti difficili per la gioventù credente, i suoi sentimenti traboccano, perché bisogna sempre confessare Cristo. Ero molto preoccupato per i problemi sociali e religiosi seguendo la dottrina sociale della Chiesa e le encicliche dei Papi. Inviato dall'Associazione, ha frequentato dei corsi ed è entrato in contatto con quello che sarebbe stato poi cardinale Herrera Oria e con l'Associazione Nazionale dei Propagandisti. Era un giovane con grandi ideali su Dio, la religione cattolica e la patria. Partecipa al secondo congresso della Gioventù Cattolica spagnola che si è tenuto a Santander. Tutta questa dottrina la diffondeva all'Associazione e alla stampa. Nel 1936 i suoi genitori non vivevano più. I suoi fratelli, consapevoli del pericolo, hanno fatto tutto il possibile per nasconderlo, ma tutto è stato inutile. Anche loro sono stati perseguitati. Gonzálvez è entrato in prigione il 19 agosto. Lì ha incontrato i due compagni di martirio: Allepuz e Ardil e, da questo momento, i tre amici hanno corso la stessa sorte. Il foglio 221 delle ordinanze del processo riprende la notifica ai condannati della condanna a morte. Impressiona l'eccellente calligrafia delle firme dei tre congreganti, che denota il polso fermo che hanno mantenuto in momenti così difficili. Era domenica 20 settembre 1936. Lo stesso giorno, in una nota a matita che i loro fratelli conservano come reliquia, dice loro: "+A quelli di casa: so già che conoscete la sentenza pronunciata contro di me. Io sono calmo e vi prego di non arrendervi alla disperazione, confidatevi in Dio come io confido, e pregate Lui per la mia vita e se così non conviene, per la salvezza della mia anima. Prima che succeda qualcosa, dobbiamo vederci, perché aspettiamo che il giudice ci autorizzi ad incontrare le nostre famiglie. Un abbraccio a tutti. Pedrin”. Per l'incontro con il Signore, la mattina presto del 22 settembre 1936 è stata indossata la medaglia miracolosa con il cordone bianco e blu dell'Associazione. Uno dei colpi del picchetto militare ha attraversato il metallo della medaglia. È un altro dei cimeli preziosi che la famiglia conserva. Nella biografia di Ardil è dettagliata la scena del perdono ai boia. La sua beatificazione è stata celebrata l'11 novembre 2017 sotto il pontificato di Papa Francesco.
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