Filattiera, Massa Carrara, 1925 - Pontremoli, Massa Carrara, 28 marzo 2020
Nato a Rocca Sigillina (Filattiera) nel 1925, don Vito è stato ordinato presbitero nella Cattedrale di Pontremoli il 29 giugno 1950 dalle mani del vescovo Giuseppe Fenocchio. Nell’ottobre del 1950 ha ricoperto il ruolo di vicario parrocchiale di Caprio, mentre dal 1951 è stato parroco di Saliceto fino al 1984. Da quell’anno fino al 1987 è stato rettore del Seminario di Pontremoli, mentre dal 2007 è stato vicario parrocchiale della Concattedrale, di cui era Canonico del Capitolo mentre nel 2009 è stato nominato anche Decano: si ricorda anche la sua lunga attività presso il Liceo Vescovile della città.
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Era nato a Rocca Sigillina, nel comune di Filattiera, nel 1925. Aveva seguito gli studi nel Seminario Vescovile di Pontremoli ed era stato ordinato sacerdote da mons. Giovanni Sismondo il 29 giugno 1950. Nello stesso anno, in settembre, ricoprì il ruolo di vicario parrocchiale di Caprio, mentre nel 1951 fu nominato parroco della Pieve di Saliceto dove rimase fino al 1956, quando venne scelto dal vescovo mons. Giuseppe Fenocchio come vicerettore del Seminario Vescovile. In quei tempi il Seminario era ancora affollato e l’incarico era delicato per la formazione dei futuri sacerdoti. Ricoprì quel ruolo fino al 1964. Quindi fu nominato direttore del Collegio Vescovile, ruolo che ricoprì fini alla sua chiusura, amato incondizionatamente dai “suoi collegiali”. Nel frattempo svolse il suo ministero come insegnante di religione e fu anche nominato canonico del Capitolo della Cattedrale. Per lunghi anni come organista della corale “Santa Cecilia” ha contribuito a dare solennità alle celebrazioni, e non solo, nella cattedrale di Pontremoli. Malgrado i tanti ruoli ricoperti nella nostra Chiesa locale, don Vito era persona umile e riservata. Non ha mai cercato visibilità. Nella sua umiltà non ha mai alzato la voce. Eppure mai ha fatto mancare la sua presenza e la sua parola quando ne veniva richiesto. Il suo servizio sacerdotale è stato silenzioso, ma costante. Si può dire che era stimato e soprattutto amato da tutti coloro che sono venuti in contatto con lui. Perché aveva un dono: quello di saper ascoltare le persone. Così era accaduto, probabilmente, con i suoi parrocchiani nei primi anni di sacerdozio, ma poi è accaduto con i seminaristi, con i collegiali e con tutte le persone che con fiducia si accostavano al suo confessionale. Sacerdote prezioso nel suo ministero con le persone, ma ancor più prezioso nel suo servizio presso le suore della città di Pontremoli. Per lunghi anni egli è stato un riferimento sicuro per chi lo avvicinava. Era un servizio umile e silenzioso, che non dava gloria né appariscenza, ma che incoraggiava i deboli e fortificava chi cercava di crescere nella fede. Ci ha lasciato in modo silenzioso e discreto, in coerenza con lo stile che ha caratterizzato la sua fertile vita sacerdotale. Nel silenzio di questo tempo nel quale non si può neppure dare il giusto riconoscimento ad un servo fedele del Signore.
Fonte:
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Il Corriere Apuano
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