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Mario Ciampi e Patrizia Brondi

Festa: Testimoni

† Avezzano, L'Aquila, 31 luglio 1999


Un tragico schianto sull’autostrada Roma-Pescara, ad Avezzano, tolse la vita a Mario Ciampi e alla moglie Patrizia Brondi sotto gli occhi di due dei tre figli. Era il 31 luglio 1999: erano andati in Abruzzo a un convegno per la vita e hanno trovato la morte. Io avevo un rapporto speciale con Mario perché ero il canale attraverso il quale i progetti che sosteneva diventavano notizie e, pubblicati su ’La Nazione’, raggiungevano molte persone. Come ho testimoniato al Fortino, sono stati tre i principali progetti promossi in terra apuana dal dottor Mario Ciampi, formatosi in Azione Cattolica, presidente sia del Movimento che del Centro di aiuto per la vita della provincia apuana, sempre pronto ad ascoltare ed aiutare il prossimo ("faceva del bene, mi diceva che mentre toglieva il dente scendeva più in profondità per curare anche le coscienze" mi confidò anni fa don Ivo Ercolini, il suo padre spirituale che lunedì ha celebrato la messa di suffragio).
Partiamo dal Progetto Gemma del Movimento per la vita che prevedeva l’adozione di una ragazza madre dagli ultimi sei mesi di gravidanza fino ad un anno di vita del bambino. Vi aderì l’allora vescovo Eugenio Binini e il suo esempio fu seguito da decine di persone. Fra queste, complice il cappellano del carcere di Massa, don Giuseppe Cipollini, venti detenuti ergastolani. Mario promuoveva la cultura della vita che deve nascere e che una volta nata va protetta (gettò infatti le basi per una casa di accoglienza per ragazze madri in difficoltà, realizzata dopo la sua morte) e si batteva come un leone per dare una casa ai bambini abbandonati. Ne è la prova il suo impegno per il progetto Agata Smeralda per l’adozione a distanza dei ’meninos de rua’, i bambini di strada brasiliani spesso vittime dei pedofili. Terzo progetto, il tentativo di salvare 3500 embrioni congelati che a Londra, nel luglio 1996, dovevano essere distrutti. Per scuotere le coscienze e impedire “il rogo degli embrioni” cercò e trovò cento donne disposte a portarli in grembo. Era una provocazione perché non era possibile salvarli. Ma dopo l’articolo della ’Nazione’ ne parlarono giornali e tv di varie parti del mondo. E quando anni dopo incontrai Rina, la madre di Mario, iniziai un’indagine sul senso della vita e della morte di questo radicale della fede che è diventata un libro: “La Canzone della Luce”.


Autore:
Alberto Sacchetti


Fonte:
La Nazione

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Aggiunto/modificato il 2024-08-14

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