Camille Millet nacque il 20 febbraio 1922 a Vertus. Dopo aver conseguito un diploma e aver seguito un anno di corsi complementari, entrò nella scuola di orticoltura di Breuil. Dal 1940 al 1942 lavorò come orticoltore presso la Maison Chambost a Ivry, aderendo, nel frattempo, ai movimenti giovanili cattolici, divenne membro della JOC e, dal 1940, responsabile. Il 21 dicembre 1942 fu trasferito a Elfurt in Germania, dove lavorò per Rosen Muller, un orticoltore, ma non smise di partecipare ai circoli dell’JOC, fu anzi fra i promotori della nascita di cinque sezioni locali nel 1943, e organizzò anche un incontro regionale dei leader cattolici nella Turingia Settentrionale il 4 e 5 settembre di quell’anno. Già sotto controllo da parte della polizia tedesca, riuscì a ottenere una licenza per tornare in Francia, durante il viaggio portò con sé una valigia-cappella per permettere ai preti clandestini di celebrare messa. Il 19 aprile fu arrestato a Erfurt e portato a Gotha. La Gestapo requisì la valigia, che divenne una prova della colpevolezza sua e di altri suoi undici compagni. Aiutato dai compagni, che uscivano a lavorare nelle fattorie, riuscì, raccogliendo diversi fiori di elicriso, a formare una croce, simbolo del fiore della gioventù, che avrebbero presto offerto nel martirio. La croce fu benedetta da padre Lecoq e appesa al muro, e davanti ad essa pregarono insieme. Il 25 settembre 1944 fu condannato “per la sua azione cattolica con i francesi, durante il servizio di lavoro obbligatorio, con pericolo per lo Stato e per il popolo tedesco”. Il 12 ottobre fu mandato a Flossenbürg con il numero 28901, il 30 fu trasferisco allo Zwickau Kommando, una fabbrica d’armi. Lì si ammalò e fu riportato a Flossenbürg, dove morì il 15 aprile 1945.
Fonte:
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