Jean Bernier nacque il 24 giugno 1920 a Haironville ed era un contadino. Il 12 settembre 1938 si arruolò nel VI reggimento di fanteria marocchino a Verdun e prese parte alla guerra in Belgio, cadendo prigioniero in Normandia. In Germania fu prigioniero allo Stalag VI G, inviato a lavorare nelle ferrovie e poi in infermeria. Appena arrivato conobbe uno scout e insieme a lui si occuparono di guidare un gruppo di cattolici promuovendo teatro, orchestra, coro per la messa domenicale, e l’assistenza di un cappellano, il sacerdote prigioniero, padre Hairgnordoquy. Nel 1943 entrò a far parte degli Scout e si impegnò più alacremente per il gruppo che seguiva, arrivando anche a fare da ministro straordinario dell’Eucaristia, portando la comunione, quando il sacerdote era impossibilitato a uscire dal campo. Mantenne i contatti anche con altri gruppi e si occupò della corrispondenza clandestina con la Francia, grazie all’aiuto di René Ponsin. Il 6 agosto 1944 fu arrestato e condotto nel carcere di Colonia e successivamente a Brauweiler, con l’accusa di costituzione di associazione vietata in Germania e pericolo per lo Stato. Fu deportato a Buchenwald il 17 settembre 1944 con il numero 81900 e poi trasferito a Lagensalza. Partecipò a un “convoglio della morte” per Dachau, dove fu liberato dall’armata americana, ma morì il 16 giugno 1945 nell’ospedale di Emmendingen.
Fonte:
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