Jean Chavet nacque a Saint-Etienne nella Loira il 10 agosto 1922, studente brillante, a 20 anni fu primo della sua classe alla Scuola di chimica industriale di Lione e vinse il premio Victor Grignard. Apparteneva alla Jeunesse Etudiante Chretienne, la Gioventù studentesca cristiana. Su consiglio del padre si offrì volontario per il lavoro in Germania, in modo da poter beneficiare di alcuni privilegi, e partì alla fine dell’anno accademico, il 6 giugno 1943, e fu assegnato ad Halle come ricercatore in un laboratorio chimico presso Buna-Werke di Schkopau ur Mersburg. Qui continuò la sua militanza cattolica, aiutando i lavoratori francesi del campo della “capanna dei chimici” con il cappellato Pascal Vergez, che riunirà diversi gruppi cattolici. Divenne vicepresidente e poi presidente dell’Associazione dei lavoratori francesi, organizzando attività ricreative e un servizio a sostegno dei più svantaggiati. Secondo le testimonianze dei suoi colleghi, pur avendo grandi capacità e trovando subito soluzioni ai problemi che il lavoro poneva, evitava di svelare ai suoi capi le sue scoperte, condividendo solo qualche risultato, per non favorire il nazismo. Fu arrestato il 2 novembre 1944, interrogato nella prigione di Halle e torturato per fargli fare i nomi dei suoi compagni. Durante la prigionia contrasse la febbre tifoide. Fu inviato nel campo di concentramento di Mauthausen il 2 marzo 1945 con il numero 135090, gravemente debilitato fu portato ai forni crematori, a un compagno disse: “Se non posso andare a Lourdes in terra, andrò nella Lourdes del cielo… andrò a riposare”. Fu cremato ancora vivo il 24 aprile 1945.
Fonte:
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