Robert Saumon nacque a Oissel il 18 gennaio 1919 e fu cresciuto dall’Assistenza Pubblica. Il 23 febbraio 1937 si arruolò nell’esercito presso il CL reggimento di fanteria di Verdun, di cui divenne caporale nel 1937. Il 4 giugno 1940 fu fatto prigioniero a Dunkerque. Inviato allo Stalag VI G di Colonia, vi scoprì lo scoutismo, e ottenne la trasformazione in operaio civile. Ben presto si fece apprezzare nel movimento scoutista, divenendo responsabile del gruppo Köln-Kalk, e poi della città di Colonia. Fu arrestato il 27 luglio 1944, torturato in maniera brutale, e imprigionato a Brauweiler. Morì il 9 aprile 1945 nel kommando di Langenstein. Termina così questo nostro mese, in cui abbiamo conosciuto questi 42 martiri, dei giovani ragazzi che, nell’orrore del regime nazista, hanno saputo mantenere lo sguardo fisso verso il Signore, sostenuti dalla ferma speranza che nulla può separarci dal suo amore. La lettura di ogni singola biografia potrebbe apparire ripetitiva, perché fondamentalmente l’azione di questi giovani si basa su alcuni punti fondamentali: la vita di preghiera, l’aiuto ai bisognosi, lo studio e l’intrattenimento per togliere i lavoratori dalla grinfie dei nazisti. Ma ciò che deve guidarci è la consapevolezza che fu il lavoro di ognuno di loro a rendere possibile non solo la sopravvivenza spirituale ma anche quella fisica di moltissimi francesi, costretti a lavorare in Germania. La loro storia e il loro sacrificio, nel Nome del Signore, sono stati portati alla luce solo di recente, ma forse era necessario che tutto questo si potesse conoscere in questo periodo storico, in cui i veri valori, quelli per cui i nostri giovani martiri si sono sacrificati, vengono meno, e c’è bisogno di luminosi esempi come i loro per richiamare tutti, ma specialmente i giovani alla via della vita.
Fonte:
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www.giovanisanti.wordpress.com
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