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Sant' Artemio Prefetto in Egitto e martire

Festa: 20 ottobre

† 362


La tragica fine di Artemio, funzionario di alto rango denunziato all'imperatore per aver saccheggiato e distrutto templi egiziani, è riferita da Teodoreto e da Ammiano Marcellino. Le testimonianze storiche dichiarano espressamente la colpevolezza di Artemio («atrocium criminum mole supplicio capitali multatus est - è stato punito con la pena capitale per i crimini atroci»); tuttavia un testo agiografico, la più antica passio di Artemio, offre una diversa versione dei fatti. Secondo questa fonte il prefetto, giunto ad Antiochia e indignato per i maltrattamenti inflitti ai preti Eugenio e Macario, avrebbe inoltrato all'imperatore vivaci rimostranze pagando l'atto di coraggio con la vita.
In realtà, come comandante delle milizie romane di stanza in Egitto, Artemio fu uno dei più efficaci strumenti della politica filo-ariana dell'imperatore Costanzo. Aderì, infatti, al partito di Giorgio («mostro della Cappadocia» secondo la definizione di s. Gregorio Nazianzeno), patriarca di Alessandria in luogo di s. Atanasio e suo implacabile avversario.
Fu scritto che Artemio, uno dei più zelanti fautori del vescovo, incoraggiò persino incursioni armate nell'eremo di Tabennési contro i fedeli dell'ortodossia. Identico zelo dimostrò contro i pagani profanando il tempio di Serapide in Alessandria. Durante la restaurazione di Giuliano l'Apostata fu proprio il ricordo di questo episodio, abilmente suscitato dagli alessandrini, a perderlo. Giuliano, infatti, in seguito alla denunzia degli alessandrini, condannò Artemio alla confisca dei beni e alla decapitazione, eseguita in Antiochia o in Alessandria certamente tra il luglio e l'agosto del 362.
Malgrado la simpatia che manifestò per gli ariani e nonostante l'origine ariana del suo culto, Artemio fu presto venerato come un santo ortodosso. Nel VI sec. una chiesa gli fu dedicata a Costantinopoli e vi si raccolsero le sue reliquie, presto oggetto di fiorente culto. Nel IX sec. un monaco di Rodi o di Damasco, Giovanni, compose una passio che servì da fonte a quella di Simeone Metafraste. Nel XIV sec. Artemio fu considerato discepolo di Mercurio, presunto assassino di Giuliano.
La Chiesa greca celebra questo personaggio, ma in Occidente non esistono tracce precise di culto. Molano introdusse il nome e il racconto della vita di Artemio in una raccolta agiografica latina. Baronio sviluppò l'elogio ispirandosi al Martirologio di Sirleto e l'introdusse nel Romano, serbando la data delle commemorazioni orientali (20 ottobre). Alcuni studiosi per conciliare il culto di Artemio con l'arianesimo da lui professato in vita, supposero una confusione con un omonimo; ma questa ipotesi, rifiutata dal Papebroch e riproposta dal Kirsch, non sembra suffragata da sufficienti prove.


Autore:
Maria Vittoria Brandi


Fonte:
Bibliotheca Sanctorum

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Aggiunto/modificato il 2024-10-28

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