La storia della Beata Dorinda Sotelo Rodriguez è un potente esempio di fede, coraggio e devozione. Nata a Lodoselo nel 1915, Dorinda crebbe in una famiglia di umili agricoltori. Fin da bambina, si distinse per la sua pietà e devozione, arrivando per prima in chiesa e desiderando di diventare una religiosa dopo aver incontrato le Figlie della Carità. Quando, a soli 15 anni, perse la madre, si prese cura della casa e della famiglia. Anche in quel difficile periodo, sentiva forte la chiamata alla vita religiosa, ma dovette aspettare finché il padre, consigliato dal parroco, acconsentì a lasciarla entrare nel noviziato delle Figlie della Carità. A soli 19 anni, Dorinda fu assegnata al sanatorio antitubercoloso di Santa Coloma de Gramanet, dove servì con amore e dedizione. Tuttavia, la guerra civile spagnola mise presto a rischio la sua sicurezza e quella delle altre religiose. Espulse dal sanatorio, Dorinda trovò rifugio nella casa della famiglia Barjau, dove si occupava del piccolo Francisco, il figlio del dottor Barjau, insieme a suor Toribia Martiticorena Sola. Le due suore pregavano insieme e continuavano a dedicarsi agli altri anche in quel periodo di persecuzione. Nonostante gli sforzi di proteggerle, furono denunciate e infine arrestate. Il 24 ottobre 1936, furono condotte sulla montagna del Tibidabo e martirizzate sulla strada della Rabassada. La loro storia di fede incrollabile e martirio le ha portate alla beatificazione l’11 novembre 2017, sotto il pontificato di Papa Francesco.
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