1567 - 1° novembre 1593
Diego Martinez Carrero, nato nel 1567 a Dosnarrios nella diocesi di Toledo, cresciuto in una famiglia nobile, manifestò fin dall’infanzia una profonda vocazione spirituale e maturità morale. A 12 anni entrò come paggio alla corte di Filippo II, dove strinse un'amicizia significativa con Luigi Gonzaga, condividendo con lui un forte ideale religioso. Nel 1591, alla morte del padre, Diego abbracciò la vita religiosa, entrando nell’ordine dei Barnabiti. Durante il noviziato a Monza, si distinse per fervore e umiltà, legandosi profondamente ai confratelli e alla preghiera. Nel 1593, a Cremona, contrasse una febbre che lo portò alla morte a soli 26 anni, circondato da un’aura di serenità e accompagnato da segni miracolosi. La sua vita e morte ispirano ancora oggi i Barnabiti, che lo ricordano come esempio di purezza, devozione e amore per Dio. Nella tradizione barnabitica gli viene assegnato il titolo di Venerabile.
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Infanzia e Vocazione Spirituale Diego Martinez Carrero nacque nel 1567 a Dosnarrios, nella diocesi di Toledo, in seno a una famiglia nobile. Fin dall'infanzia, Diego mostrò una profonda inclinazione spirituale e un'insolita maturità, distinguendosi per la sua pietà e per il candore morale. A soli 12 anni, venne scelto come paggio alla corte di Filippo II, dove iniziò una significativa amicizia con Luigi Gonzaga. I due giovani condivisero ideali di purezza e l'aspirazione a una vita religiosa, fondando un legame profondo e spirituale.
La Vita alla Corte e l'Amicizia con Luigi Gonzaga Come paggio, Diego si trovò immerso nella vita della corte spagnola, dove tuttavia si dedicò con serietà ai valori cristiani. L’incontro con Luigi Gonzaga, anche lui fervente di ideali religiosi, rafforzò in Diego il desiderio di abbracciare la spiritualità, nonostante l’ambiente mondano della corte. Questa amicizia si rivelò cruciale nel consolidare in Diego la sua vocazione verso una vita religiosa e distaccata dal potere e dagli agi della nobiltà.
Al Servizio di Baldassarre Mugnoz de Salazar Dopo aver lasciato la corte, Diego intraprese un ruolo di segretario per il senatore reale Baldassarre Mugnoz de Salazar. Questa esperienza lo portò a Milano, dove continuò a coltivare la propria spiritualità, restando vicino ai principi cristiani anche mentre svolgeva incarichi secolari. Durante questo periodo, Diego rimase fedele alla sua inclinazione religiosa, manifestando una devozione crescente.
Ingresso nei Barnabiti Nel 1591, con la morte del padre, Diego decise di seguire definitivamente la vocazione religiosa, entrando nell'ordine dei Barnabiti presso il convento di Sant'Alessandro. Qui fu accolto calorosamente dai padri dell’ordine, tra cui spiccava la figura di P. Bonaventura Asinari, il quale notò immediatamente la dedizione e la serietà di Diego. All'interno dell’ordine, Diego si distinse per l'umiltà e la volontà di servire, dedicandosi con tutto se stesso alla vita monastica e accettando con obbedienza le regole del convento.
Il Noviziato a Monza Durante il noviziato a Monza, Diego continuò a dare prova del suo fervore e della purezza d’animo. Il tempo passato a Monza rappresentò per lui un periodo di profondo legame spirituale con Dio e con i suoi confratelli, consolidando il suo cammino religioso. La sua dedizione alla preghiera e alla contemplazione suscitò ammirazione, ed egli venne percepito come un giovane di notevole integrità e spiritualità.
La Morte e i Segni Miracolosi Nel 1593, dopo aver fatto la sua solenne professione, Diego venne inviato a Cremona, dove contrasse una febbre che rapidamente peggiorò. Diego accolse la morte con serenità e pace, considerandola una grazia divina, le cronache raccontano che visse gli ultimi giorni in uno stato di intensa contemplazione, emanando una calma e una gioia che impressionarono i presenti e cantando nella sua lingua spagnola lodi alla Vergine Maria. La sua morte fu accompagnata da segni miracolosi, tra cui una fragranza inspiegabile che si diffuse intorno a lui, percepita dai confratelli come un segno della sua purezza. Morì il 1° novembre 1593.
Eredità Spirituale La memoria di Diego Martinez continua a ispirare i confratelli Barnabiti e le generazioni successive. La sua vita, caratterizzata da purezza, umiltà e ardore per la fede, lo rese un modello di devozione. La sua breve esistenza, colma di amore per Dio e dedizione religiosa, viene ancora oggi ricordata come un esempio di straordinaria virtù e spiritualità.
Autore: Paolo Alberto La Rosa
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