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Padre Gaetano Briani Missionario comboniano

Festa: Testimoni

San Michele Extra, Verona, 28 marzo 1900 - Negrar di Valpolicella, Verona, 25 marzo 1984


Padre Gaetano Briani è nato a san Michele Extra (VR) il 28 marzo 1900. Proveniva da una famiglia povera. Per questo fu accolto nell'istituzione di san Giovanni Calabria denominata “Casa dei Buoni
Fanciulli”, aperta a San Giovanni in Valle, non lontano dalla sede della maestosa Casa Madre dei Missionari Comboniani. La “tentazione” missionaria non si fece attendere.     Nel     1912, Gaetano entrò nel seminario che i Missionari Comboniani     avevano aperto a Brescia. Poi continuò la sua formazione comboniana. Nel 1921 fece la sua professione religiosa a Venegono Superiore (VA) e nel 1925 fu ordinato sacerdote. Suo papà Umberto fu entusiasta della strada intrapresa da suo figlio. Così scrisse: “Sono ben contento che mio figlio Gaetano segua la vocazione alla quale Dio lo chiama... Ben di cuore do la mia paterna benedizione. Sono sicuro che Gaetano pregherà ogni giorno per noi e per la sua famiglia”.  
Dopo alcuni anni passati in Italia, padre Gaetano partì per la Missione in Sudan, nel 1933. Fu a Dem Zubeir, poi a Mbili e a Wau. Vi rimase 20 anni, ma quasi sempre come superiore locale e anche Superiore regionale fino al 1947. Dal 1947 al 1953 fu a Verona, dove fu scelto come Vicario Generale della Congregazione. Dopo questo servizio alla Direzione Generale, tornò in Sudan, sempre come Superiore regionale a Wau.  
Nel 1959 partecipò al Capitolo, dal quale uscì come Superiore Generale. Padre Clemente di Santa Maria in Punta, visitatore inviato dalla Santa Sede per assistere i Missionari Comboniani durante il Capitolo, fu meravigliato dall'unanimità dei consensi ricevuti da padre Briani. In effetti i Confratelli lo consideravano un “duro” per i tempi che correvano. Purtroppo da vicario generale aveva dovuto sostenere la parte del superiore severo; ma lo ha fatto solo per liberare il Superiore Generale da un atteggiamento da dominatore. In realtà in certe situazioni e in casi particolari bisognava saper prendere delle decisioni drastiche. Padre Briani aveva ricevuto addirittura il soprannome di “Scelba”, il celebre ministro degli Interni del Governo di Roma, particolarmente spiccio con i suoi poliziotti nelle varie manifestazioni popolari, soprattutto a carattere politico.  
Fratel Luigi Salbego si ricorda volentieri di padre Briani e ne loda ancora oggi la sua umanità. “Un giorno – racconta sempre fratel Luigi Salbego – nel tempo libero avevo sistemato il giardino davanti a Casa Madre e attorno al monumento a san Giuseppe. Qualcuno mi rimproverò e minacciò le ire di padre Briani, perché avevo agito di mia iniziativa. Quando padre Briani vide il lavoro che avevo eseguito, mi approvò e mi incoraggiò a continuare a fare ordine nel giardino antistante Casa Madre”.  Eletto Generale, nel 1959 il 22 luglio, padre Briani aveva davanti a sé dieci anni di duro lavoro. Il generalato di padre Antonio Todesco aveva visto un grande sviluppo della Congregazione sia in Africa, che in America e anche in Europa. “Bisogna continuare – ha scritto padre Briani – sulla strada intrapresa da padre Antonio Todesco con grande successo. Ma prima di tutto bisogna rafforzare le posizioni e dare maggiore stabilità a quanto si è ottenuto in estensione”.  
Presentiamo in poche parole quanto è stato fatto. Volle lo “Studium Combonianum” per approfondire la conoscenza del fondatore, san Daniele Comboni, in vista anche della sua Beatificazione e futura Canonizzazione. In effetti ciò è avvenuto nel 1996 e nel 2003, al tempo del Pontificato di Giovanni Paolo II. Visto il gran numero di studenti di Teologia (che a quel tempo venivano tutti in Italia) volle un secondo scolasticato a Verona, dopo quello di Venegono Superiore (VA). Iniziò e portò a termine la grande impresa della costruzione della Casa Generalizia all'EUR di Roma, in Via Luigi
Lilio 80.  
In questo modo faceva una netta divisione fra Casa Madre a Verona e Curia Generalizia a Roma. Mandò Missionari Comboniani a lavorare in Burundi, in Togo, in Ciad e in Congo-Kinshasa: infatti dopo l'espulsione dal Sudan, il personale a disposizione era numeroso. Aprì una casa di Animazione Missionaria a Lecce (in Italia) e a Gordola (in Svizzera).  
Padre Mario Marchetti, superiore dello scolasticato di Verona dal 1962 al 1965, così descrive padre Briani, in quei tempi, che durante il Concilio Vaticano II e subito dopo erano carichi di cambiamenti e di novità: “Ricordo di padre Briani la sincerità e l'onestà nel parlare e nell'agire. Al di là di una certa scorza, io vedevo in lui un uomo di principi che a volte poteva apparire duro, ma un uomo con il quale era possibile dialogare”.  
E venne il Concilio Vaticano II, un grosso avvenimento per la Chiesa e per il mondo (1962-1965). Vi partecipò come Superiore Generale. Non era molto ferrato nelle questioni teologiche, ma quando si trattava della vita di Missione e di quella dei suoi Missionari, era attentissimo e propositivo. La Provvidenza volle che padre Briani fosse in Sudan, per una visita apostolica, quando tutti i Missionari furono espulsi dalle regioni meridionali di quel paese. Siamo nel 1964. Le Suore Missionarie Comboniane in 154 e i Confratelli Comboniani in 104 fecero i loro fagotti in fretta e partirono, lasciando la popolazione sudanese in una grande sofferenza.  
Nel novembre dello stesso anno in Congo abbiamo avuto quattro Confratelli uccisi e la distruzione delle Missioni, che erano rigogliose e promettenti, a opera della ribellione Simba. Una croce dolorosa che piegò ancora di più le spalle del nostro padre Briani. Ma ora egli guardava alla preparazione del Capitolo speciale, secondo le indicazioni del Concilio stesso, da celebrarsi nel 1969. Questo Capitolo venne preparato in maniera adeguata. Si trattava non solo di scegliere i Superiori per questo tempo difficile e di cambiamento. Ma anche si doveva adattare la Regola di Vita alle norme emesse dal recente Concilio. Il Capitolo Generale ebbe luogo nel tempo stabilito. Padre Briani non vedeva l'ora di scaricare dalle sue spalle la “grande responsabilità” di Superiore Generale. “Non un giorno di più” ripeteva spesso. Ed è stato di parola.  
Prima di liberare il suo ufficio ha voluto far distruggere tutte le lettere che potevano compromettere qualche Confratello. “Voglio lasciare i Confratelli – commentò – tutti puliti e nella misericordia del Signore!”. Un autentico segno della sua grandezza d'animo e della sua bontà, mostrata sempre durante tutti gli anni in cui fu Superiore. Gli ultimi anni li passò a Gordola in Svizzera, poi a San Tomio a Verona, come superiore dal 1972 al 1978. In seguito, sentendosi fiacco, si ritirò a Verona nella Casa Madre. Nel 1984, la malattia si aggravò; fu accompagnato all'Ospedale di Negrar. Morì il 25 marzo del 1984.  
Ai suoi funerali era presente padre Salvatore Calvia, suo successore come Superiore Generale. Nell'omelia così si è espresso: “Padre Briani è stato un grande missionario, attaccatissimo alla sua vocazione. Ha amato la vita; apprezzava gli incontri di amicizia, un buon pranzo, un bicchiere di vino buono e la battuta allegra. In tutto si manifestava una persona amabile e dal volto umano.  
Comunque la sua vocazione missionaria e comboniana è stata esemplare. La sua vita insomma è stata davvero un atto di fede vissuto fino in fondo!”.


Autore:
Tonino Falaguasta Nyabenda


Fonte:
Missionari Comboniani Veronesi

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Aggiunto/modificato il 2024-11-13

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