Padre Giuseppe Messetti è nato a Pazzon, una frazione di Caprino Veronese, il 24 gennaio 1952. È nato e cresciuto in un ambiente autenticamente cristiano. Basta visitare la chiesa di Pazzon, opera degli scalpellini locali che hanno dedicato anni di duro lavoro per fare un edificio costruito in gran parte con marmo rosso veronese, uno dei più bei marmi del Mondo. Ma Pazzon è un paese situato sui Monti Lessini. Padre Giuseppe, una volta cresciuto, ha conosciuto fin nei minimi particolari le sue montagne natie. E questa sua voglia di esplorare gli è rimasta dentro, anche quando poi, come Missionario Comboniano, ha lavorato per 40 anni in Perù sulle Montagne Andine. Giuseppe è entrato nel seminario diocesano di Verona ed è stato ordinato sacerdote il 18 giugno del 1978 da Mons. Giuseppe Carraro. Destinato come cappellano a Sant'Ambrogio di Valpolicella, vi è rimasto quattro anni. Poi ha preso una decisione importante. Lui stesso ce ne ha parlato: “In me da tempo nella vocazione sacerdotale maturava una vocazione missionaria 'ad vitam', cioè per sempre. Non volevo dedicarmi alle Missioni come 'fidei donum', cioè per un tempo determinato. A Sant'Ambrogio eravamo in tre preti per tremila abitanti. Le mie letture mi insegnavano che c'erano parrocchie nel Mondo con 100 mila abitanti senza prete, che avevano la messa poche volte all'anno. Mi sentivo chiamato ad andare a portare i sacramenti, soprattutto l'Eucaristia, a gente cristiana che non era alimentata dalla Messa. Per questo ho deciso di diventare Missionario Comboniano. Sono stato inviato in Perù, un paese sulle Ande, montagne altissime che raggiungono anche i 6 mila metri... La nostra vocazione comboniana sarebbe quella di evangelizzare i 'pagani', ma in Perù oggi si tratta di rievangelizzare chi si pensa evangelizzato; ma di fatto non lo è. … Ci si è fermati lì. Occorre dare profondità al Vangelo, che si deve inculturare e trasformare la società, arrivando anche a scelte coraggiose”. Padre Giuseppe fece proprio una scelta coraggiosa. Nel 1982 entrò nel noviziato dei Missionari Comboniani e due anni dopo fece la sua professione religiosa. Poi subito in Perù per il resto della sua vita, eccetto una pausa in Italia dal 1989 al 1993. Il Perù è un paese adagiato sulle Ande. Ha una superficie di 1.285.220 chilometri quadrati con una popolazione di 34,400 milioni di abitanti: 45% amerindi (cioè nativi di origine precolombiana), 37% meticci, 15% bianchi europei. Padre Giuseppe capitò a Cerro del Pasco sulle Ande. Che divenne la sua casa. Si mise al lavoro pastorale e da tutti venne riconosciuto come “Padre Pepe”. Non dimenticava certo i poveri, gli ultimi, gli scarti, ai quali dedicava tempo e iniziative. Durante i 40 anni di servizio in Perù, padre Giuseppe ha lavorato in diverse comunità, tra cui Chaulán, Baños e la Parrocchia di San Pedro a Huánuco. A Huanuco, nella città dell’eterna primavera, aiutato dalla generosità di una sua compaesana, riesce ad aprire una casa-scuola per non vedenti. Ma qualche scampagnata sulle montagne la faceva sempre. Le Ande sono dei monti di tutto rispetto. Il più alto nel Perù raggiunge i 6.768 metri. Un'altezza che ti dà le vertigini. Padre Giuseppe le gite in montagna non le faceva solo per una camminata. Andava a visitare i villaggi più sperduti, celebrava la messa, si fermava a incontrare tutti. E nei suoi spostamenti, contemplava il cielo di un azzurro intenso, spesso coperto di nebbia e di nubi. Nella stagione fredda la neve era abbondante. Ma sempre p. Giuseppe ringraziava Dio per la bellezza che aveva sparso sulla terra. Lo ha fatto anche il 28 agosto del 2024. Si trovava a servire come vicario la parrocchia di Santo Domingo di Guzman a Palca. Era andato a fare una camminata sui 4.500 metri di altezza. In alto sulle montagne si è sentito male. Le ricerche hanno permesso di trovare la sua auto e poi il 31 agosto sono state trovate le sue spoglie, portate poi all'ospedale di Jauja e composte in una bara. Il superiore provinciale dei Missionari Comboniani, padre Nelson Mitchell Sandoval Edgar, ha fatto portare la bara a Palca, dove è stato celebrato il funerale, tra la commozione generale. La Messa è stata presieduta da Mons. Timoteo Solorzano Rojas, Vescovo di Tarma. Dopo i riti funebri la bara da Palca è stata portata a Lima, la capitale del Perù. Nella chiesa della sede provincializia dei Missionari Comboniani, la liturgia funebre è stata presieduta da Mons. Luis Barrera, comboniano e vescovo di Callao. Era presente anche il Cardinal Pedro Barreto. Tanti Confratelli e tanti amici erano presenti, fra i quali anche il nipote di padre Giuseppe, Giuseppe pure lui, con i volontari del Progetto Mato Grosso. La sepoltura è avvenuta nel cimitero britannico della città di Lima, dove i Missionari Comboniani hanno uno spazio, nel quale sono già sepolti 13 Confratelli, fra i quali padre Graziano Mengalli, veronese. Ha commentato padre Nelson: “Il nostro caro 'Padre Pepe' resterà per sempre nella terra peruviana, da lui tanto amata. E resterà per sempre anche nei nostri cuori”. Padre Giuseppe Messetti, il “Padre Pepe delle Ande”, sarà ricordato come un uomo che ha vissuto per gli altri, camminato al fianco dei poveri e trovato nei paesaggi andini il riflesso del suo stesso spirito libero e impegnato. “Padre Pepe” è il comboniano che fece delle Ande la sua casa e dei poveri la sua missione.
Autore: Tonino Falaguasta Nyabenda
Fonte:
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Missionari Comboniani Veronesi
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