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Padre Giovanni Zanotto Missionario comboniano

Festa: Testimoni

Povegliano, Verona, 16 aprile 1934 - 8 novembre 1998


Padre Giovanni Zanotto è nato a Povegliano (VR) il 16 aprile del 1934. Suo padre, Angelo, era il campanaro della parrocchia. La famiglia era
quindi molto legata alla Chiesa e praticante con fervore. Certamente un focolaio di vocazioni: i suoi fratelli Agostino e Luigi percorreranno la stessa strada che Giovanni intraprese dopo le elementari, andando a Padova nel Seminario che i Missionari Comboniani avevano aperto in quella città.  
La sorella, suor Anastasia, entrerà fra le Pie Madri della Nigrizia, oggi conosciute anche come Suore Missionarie Comboniane.  E un'altra sorella, Rosina entrerà fra le Suore di Clausura con il nome di suor Agnese.  
Dopo la terza media, Giovanni andò a Cremona, per sfuggire ai bombardamenti. Finita la guerra e continuando la salute di Giovanni ad avere problemi, fu mandato in famiglia nel 1946. Dopo un anno, papà Angelo pensava di tenere il figlio a casa. Invece il nostro ragazzo, da determinato qual era, affrontò gli esami da privato, fu promosso, e il 21 ottobre 1947 entrò in Noviziato a Firenze dove trascorse due anni. Il 9 settembre 1949 fece la sua professione religiosa come comboniano, poi passò a Rebbio (CO) per terminare il liceo. Viste le sue qualità, fu inviato nel seminario comboniano di Padova come animatore. Nel frattempo frequentò la teologia fino al 1954. Passò quindi a Venegono Superiore (VA) per il terzo e quarto anno teologico. Fu ordinato sacerdote a Milano il 26 maggio 1956, dall’arcivescovo Giovanni Battista Montini, futuro papa Paolo VI.  
I superiori, viste le sue capacità, lo mandarono a Pesaro come formatore dei piccoli candidati comboniani. Da lì passò a Brescia con lo stesso compito. Finalmente nel 1959 poté partire per la missione. Aveva sognato sempre l'Africa, ma fu inviato in Brasile. A Ibiraçu doveva occuparsi della formazione dei seminaristi, ma anche della promozione vocazionale. Nel 1963 passò nel seminario di São Mateus. L'anno dopo divenne parroco a São Gabriel da Palha. Nel 1968 tornò in Italia per un po' di vacanze. Ne approfittò per studiare iscrivendosi all'Istituto Triveneto della Pastorale del lavoro. Nei tempi del dopo Concilio, dappertutto si cercavano nuove strade per la formazione nei Seminari, per la pastorale giovanile e per quella del lavoro. Ottenuto il diploma desiderato, tornò in Brasile nel 1971.  
Pensò di realizzare i suoi progetti di Animazione Missionaria con la stampa. Così scrisse agli amici, nel 1971: “Scuotere un gigante di 60 milioni di giovani, tanti ne ha il Brasile, non è un'impresa da poco.... Con il Concilio Vaticano II si è formata una coscienza nuova: il Brasile esporta oro, caffé, diamanti, legname prezioso... perché non può esportare anche la fede?... Già i primi Missionari nel 1970 sono partiti per l'Angola e il Mozambico, grazie alla stessa lingua, il portoghese. Perché altri non possono seguire questi esempi?”  
E allora, da grande comunicatore, padre Giovanni lanciò la rivista “Sem Fronteiras” che sostenne sempre e diffuse finché ebbe forze con la parola, con gli scritti e con i mezzi economici, che cercò anche in Italia. Per i giovani fu lanciato il mensile “Alò Mundo”.  
Nel 1980 fu nominato parroco a Pimenta Bueno. E si diede da fare. Si era in un mondo rurale, dove comandavano i grandi proprietari terrieri e il popolino era schiavizzato. Padre Giovanni si rimboccò le maniche e si mise al lavoro. Così scrisse al fratello padre Agostino: “Io qui non ho libri di teologia da scrivere..., ma romanzi alla Peppone e don Camillo. Le cose qui sono come sulle rive del Po: sindaco e governo contro parroco e popolo”. Il contrasto si aggravò e divenne anche politico.  
Padre Giovanni fu accusato di prendere posizione in favore dei lavoratori contro i proprietari terrieri e si arrivò al processo, previsto per il febbraio 1981. Tutta la Chiesa di Ji-Paraná si schierò in difesa del missionario. Le cose andarono per le lunghe. Padre Giovanni allora rientrò in Italia nel 1984. Si fermò a Verona, nella sua diocesi che conosceva bene, per fare promozione vocazionale.  
Nel 1989 poté ripartire per il Brasile, destinazione Ouro Preto d'Oeste. Nel 1994 passò a Nova Venecia. Nel 1997 fu nominato superiore a São Paulo con il compito di diffondere le riviste comboniane, che aveva fondato più di 25 anni prima, “Sem Fronteiras” per adulti e “Alò Mundo” per ragazzi e giovani. Come diffusore padre Giovanni era imbattibile e i gruppi di amici e di sostenitori si moltiplicarono a dismisura. Il suo sorriso e la sua parola simpatica e aperta facevano proseliti dappertutto. Ma c'era un male subdolo che si era manifestato: un tumore gli aveva invaso i polmoni. Per fortuna (diciamolo pure!) padre Giovanni aveva conosciuto il Movimento dei Focolari fin dal 1972. La spiritualità che vi trovò non solo sostenne la sua vocazione, ma diede una spinta maggiore al suo ministero sacerdotale. Grazie alle esperienze, alle riflessioni, ai ritiri (anche a Loppiano) del Movimento dei Focolarini, padre Giovanni trovò la forza di sopportare la malattia, di accettare le cure e di tornare in Italia per un'assistenza più appropriata. Sua sorella, suor Anastasia, Missionaria Comboniana, gli stette vicino per gli ultimi tempi.  
Agli inizi del 1998, tutti i fratelli Zanotto, si trovarono insieme, mangiarono alla stessa tavola, pregarono a lungo, scambiarono notizie, impressioni e proposte. La foto di quell'incontro li mostra tutti sorridenti. Suor Agnese, monaca di clausura, pregò in maniera particolare per padre Giovanni, gli unse la testa con olio consacrato e lo benedisse. Eravamo nel luglio di quell'anno. L'8 novembre del 1998 padre Giovanni spirava a Povegliano, circondato dai familiari e dagli amici.  
Il suo funerale fu una celebrazione pasquale. La chiesa parrocchiale era gremita di fedeli e la concelebrazione ha visto la presenza di un'ottantina di sacerdoti. Il fratello p. Agostino (ora è in Paradiso anche lui) missionario in Kenya, ha mandato questo messaggio, letto in chiesa dal parroco alla fine della Messa di esequie: “Io padre Agostino sono unito a tutta la mia comunità comboniana e diocesana di Marsabit per farti questa supplica, o Dio Padre, in occasione del funerale di mio fratello. Abbiamo accettato con fede questa sua chiamata a te. Hai tolto dalla prima fila un altro prezioso operaio... Tu sai quanto pochi siamo sulle frontiere della Chiesa in Missione. Mandaci, o Padre, altri Missionari, generosi, entusiasti, pronti a tutto come padre Giovanni... Dacci la tua pace!”.  
Padre Giovanni è ricordato come un grande Missionario, entusiasta della sua vocazione e generoso nel servizio della Chiesa, a Povegliano, nella Diocesi di Verona e soprattutto in Brasile.


Autore:
Tonino Falaguasta Nyabenda


Fonte:
Missionari Comboniani Veronesi

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Aggiunto/modificato il 2024-11-13

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