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Beato Francesco Saverio Tru’o’ng Bǚu Diệp Sacerdote e martire

Festa: 12 marzo

Tấn Đức, Vietnam, 1° gennaio 1897 - Cây Gừa, Vietnam, 12 marzo 1946

Sacerdote diocesano; arrestato da un gruppo di armati il 12 marzo 1946 a motivo della sua autorevolezza presso gli abitanti del villaggio dove era parroco, fu ritrovato cadavere pochi giorni dopo. Papa Francesco in data 25 novembre 2024 ha riconoscito il suo martirio in odio alla fede, aprendo così la strada alla sua beatificazione.



Francesco Saverio Tru’o’ng Bǚu Diệp nacque il 1° gennaio 1897 nella provincia vietnamita di An Giang, allora ecclesiasticamente dipendente dal Vicariato di Phnom Penh (che invece si trova in territorio di Cambogia), da genitori cattolici. Il 2 febbraio venne battezzato e ricevette il nome del grande santo missionario Gesuita. Alla morte della madre, nel 1904, il padre si trasferì per un tempo in territorio cambogiano e, rientrato in patria, nel 1909 egli fu accolto nel seminario minore della provincia di An Giang. Da esso passò al seminario maggiore di Phnom Penh e, compiuti gli studi, fu ordinato sacerdote nel 1924 da Mons. Jean-Claude Bouchut, delle Missioni estere di Parigi.
Nei primi anni di sacerdozio, dal 1924 al 1927 fu assistente parrocchiale a Hố Trư, luogo di immigranti vietnamiti in Cambogia, e dal 1928 al 1930 fu insegnante nel seminario minore. Nel 1930 venne nominato parroco di Tắc Sậy, nella provincia di Bạc Liêu (oggi diocesi di Cần Thơ), dove rimase fino alla morte. La parrocchia non contava molti fedeli ed egli si diede alla visita di altre parrocchie vicine e alla cura di almeno sei nuove stazioni missionarie nei centri vicini, come a Bà Đốc e a Đồng Gò nel 1932, a Đầu Sấu nel 1933, a Cam Bô nel 1937, a Chủ Chí nel 1940 e a An Hải nel 1941; in tutto questo lavoro pastorale mostrò totale fedeltà alla sua vocazione ed esemplare zelo per il bene delle anime.
Si diede da fare per portare le acque del battesimo a molti durante quegli anni del suo ministero parrocchiale, perfino nel giorno della sua morte quando era rinchiuso in un granaio con un gruppo di gente del villaggio.
La cura della vita cristiana si espresse anche nell’invio al seminario di candidati al sacerdozio, tra i quali il futuro Cardinale John Baptist Phạm Minh Mẫn. I testi informano della sua vita esemplare, il che purtroppo non era il caso di tutti i sacerdoti, e della sua vita di virtù, di preghiera e di vicinanza verso i bisognosi, cristiani e non cristiani. Procurò la distribuzione tra i poveri dei terreni donati alla Chiesa e questo provocò il malcontento di un proprietario locale di terreni che per questo vide diminuire la sua proprietà, nutrendo sentimenti di rancore verso di lui..
L’uccisione del Padre Trương Bửu Diệp avvenne nel periodo convulso della fine della Seconda Guerra Mondiale. Verso la fine della guerra, il Giappone imperiale espulse i francesi e occupò il Vietnam, dando modo al movimento di liberazione Viet Minh di organizzarsi. Con la resa del Giappone e la successiva rivoluzione di agosto, il 2 settembre 1945 fu proclamata l’indipendenza della neonata Repubblica Democratica del Vietnam. Posteriormente la Francia ristabilì subito il suo dominio coloniale ma nel 1954 fu sconfitta dai Viet Minh nella guerra d’Indocina. I successivi accordi di Ginevra divisero in due il Paese con la promessa di elezioni democratiche e di una prossima riunificazione, il che non avvenne se non dopo la chiamata Guerra del Vietnam.
Tornando indietro, nel marzo del 1945 i Giapponesi avevano fatto cacciare i francesi e la fine della guerra vide l’occupazione del Vietnam da parte di truppe cinesi e inglesi. I francesi rientrati nel sud conclusero una tregua con Ho Chi Minh che ad Hanoi proclamò l’indipendenza della Repubblica Democratica del Vietnam mirando alla riunificazione del Paese. La situazione andò aggravandosi per la presenza di gruppi e bande armate e di disertori giapponesi al servizio dei vari comandanti. In questo contesto si inserisce la drammatica vicenda de don Francesco Saverio, il quale, visto che il pericolo arrivava anche nei villaggi e anche a Tắc Sậy, fu invitato dai Francesi e da altri sacerdoti ad allontanarsi offrendogli anche un rifugio sicuro, ma egli rifiutò per non “abbandonare il suo gregge”, manifestando consapevolezza di fronte all’eventualità della morte.
Infatti, la mattina del 12 marzo 1946 un gruppo di miliziani della setta dei caodaisti, dipendente da un alto esponente politico con il quale egli si era scontrato a proposito dei terreni concessi ai poveri, giunse davanti alla chiesa e bloccò circa 70 persone, cristiani e non, e lo stesso don Francesco Saverio, e li chiusero in due granai a qualche chilometro di distanza, inizialmente con l’intenzione di uccidere e bruciare tutti. Nelle ore seguenti il egli fu chiamato fuori tre volte. La prima volta tornò senza segni di preoccupazione, ma la seconda fece capire che la situazione stava precipitando; preparò i suoi fedeli al peggio e battezzò anche alcuni non cristiani.
Purtroppo, dopo la terza chiamata il parroco non fece più ritorno e ciò fece pensare al peggio, che poi si avverò con il ritrovamento del suo corpo morto e in condizioni che parlavano di grande crudeltà da pare degli uccisori. Trascorso un po’ di tempo i prigionieri furono autorizzati a uscire con l’obbligo di abbandonare il paese, e videro che attorno ai granai era stato portato materiale per dare fuoco a tutto.


Fonte:
www.causesanti.va

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Aggiunto/modificato il 2024-11-25

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