Nato il 3 gennaio 1886. Fu battezzato il giorno dopo la nascita con il nome di Dioniso. Ricevette il sacramento della cresima dalle mani del vescovo di Tarazona Juan Soldevila Romero il 5 ottobre 1889. Furono i loro genitori Francisco e Petra, che erano ferventi cattolici, e hanno avuto 13 figli, cinque dei quali sono morti in tenera età. Dioniso era il settimo degli otto rimanenti e, quando era ancora molto bambino, passarono a vivere nella città di Saragozza, occupandosi del padre come dipendente dell'ospedale di Nostra Signora delle Grazie di Saragozza, nella cui chiesa Dioniso fece la prima comunione.
Per la sua formazione ha frequentato il centro di insegnamento del suo paese natale e a Saragozza, oltre alle scuole popolari, ha assistito a quelle del Patronato Cattolico Lavoratore e all'opera catechistica del seminario conciliare. Entrato nell'Ordine Ospedaliero a 19 anni; prendendo l'abitudine gli è stato cambiato il nome di Dioniso in fray Cruz. Compiuto il tempo del noviziato, ha trasmesso la professione temporanea il 18 ottobre 1906 e quella solenne nel 1917. Nella sua dedizione all'ospitalità era molto premuroso e affettuoso con i malati, anche se si distingueva più come geloso e sacrificato elemosina. Possedeva particolari qualità come cuoco e lo dimostrò bene a Roma, Isola Tiberina (1921), e a Valencia, anche con i miliziani che lo apprezzavano. Ha trascorso diversi anni di stanza a Jerez de la Frontera per sostenere la fondazione dell'ospedale, ma è stato a Valencia che è rimasto due volte dopo la prima professione e dopo Jerez, chiedendo aiuto a favore dei bambini poveri per diversi anni. Al sequestro dell'ospedale i miliziani, il superiore ha incaricato fray Cruz Ibáñez di assisterli il più possibile, poiché non poteva uscire per raccogliere l'elemosina. La fiducia e la simpatia dei miliziani sono stati catturati e presto arrivò al Comitato la notizia delle attenzioni verso i miliziani e che a San Giovanni di Dio era dove si mangiava meglio e si stava.
Il 4 ottobre 1936, Cruz Ibáñez fu assassinato accanto ad Acequia Vera, nelle sabbie del mare sulla spiaggia di La Malvarrosa, e mentre gridava: "Viva Cristo Re! ”. Aveva cinquantasei anni e trenta di professione come fratello ospitale. I suoi resti sono conservati nel cimitero comunale di La Malvarrosa.
Papa Francesco lo ha beatificato il 13 ottobre 2013 insieme ad altri 23 suoi confratelli anch'essi martiri.
|
