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Servo di Dio Mario (Francesco) Crocco Sacerdote francescano

Festa: .

Casagiove, Caserta, 31 agosto 1909 – Napoli, 8 agosto 1994

Francesco Crocco nacque a Casagiove, in provincia e diocesi di Caserta, il 31 agosto 1909. A ventidue anni, mentre studiava Ingegneria ed era impegnato in Azione Cattolica, decise di entrare nell’Ordine dei Frati Minori, prendendo il nome di fra Mario in onore della Vergine Maria. Nel 1936 partì per la Cina, dove operò fino al 1951, quando fu arrestato e, dopo alcuni anni, espulso dal Paese. Il 19 marzo 1955 fu nominato parroco della parrocchia dello Spirito Santo a Castellammare di Stabia, in diocesi di Salerno-Castellammare, appena affidata al suo Ordine. Non rientrò più in Cina e operò per la promozione umana e spirituale degli abitanti del quartiere di Fontana Grande. Nella preghiera, soprattutto nel Rosario, trovava luce per affrontare le difficoltà. Nel 1990 fu trasferito al Centro La Palma, infermeria dei Frati Minori della Campania; vi morì nel pomeriggio dell’8 agosto 1994. I suoi resti mortali, un tempo tumulati nella cappella di famiglia a Casagiove, furono traslate il 20 giugno 2011 nella chiesa dello Spirito Santo, in piazza Fontana Grande a Castellammare di Stabia. L’inchiesta diocesana sulle sue vita, virtù e fama di santità fu aperta il 28 novembre 2024 nella chiesa della Casa del Volto Santo a Napoli.



Un giovane affascinato da san Francesco
Francesco Crocco nacque a Casagiove, in provincia e diocesi di Caserta, il 31 agosto 1909. I suoi genitori erano professionisti benestanti e speravano che seguisse le loro orme, laureandosi in Ingegneria.
Da giovane era stato perseguitato per le sue idee e per la sua fedeltà alla Chiesa, espressa anche come presidente di una sezione giovanile di Azione Cattolica del suo paese. Nonostante questo suo impegno, sorprese molti il fatto che, a ventidue anni, avesse scelto d’interrompere gli studi: era rimasto affascinato dalla vita di san Francesco d’Assisi, tanto da decidere di seguirlo più da vicino entrando nell’Ordine dei Frati Minori.
Vestì il saio il 7 ottobre 1932 nel santuario di Santa Maria dei Lattani, cambiando nome in fra Mario, in onore della Vergine Maria. L’8 ottobre 1933 emise la professione temporanea.

La partenza per la Cina e l’ordinazione sacerdotale
Una delle ragioni per cui fra Mario aveva scelto l’Ordine dei Frati Minori era che, di san Francesco, l’attraeva anche lo spirito missionario. Per questa ragione, domandò di poter partire per la Cina. Nel maggio 1936 ricevette l’ “obbedienza”, ossia, nel gergo francescano, l’autorizzazione a partire, da parte del Ministro Generale dell’Ordine.
Proprio in Cina, a Hsiachungse, presso Taiyuan nello Shansi, emise la professione solenne. L’anno seguente, il 24 marzo 1938, fu ordinato presbitero dal confratello vescovo monsignor Agapito Fiorentini.

Il suo ministero in missione
Dal 1938 al 1945 padre Mario esercitò il ministero sacerdotale presso la Procura della Casa di Studio francescana a Pechino: in particolare, era addetto all’assistenza dei missionari italiani e cappellano della comunità italiana (tecnicamente, addetto all’ “Italica Gens”).
Nel 1945 si trasferì nella diocesi di Sian, il cui vescovo, anche lui suo confratello, monsignor Pacifico Vanni, l’aveva voluto come collaboratore. L’impegno di padre Mario si esercitò, oltre che nel ministero, nella promozione della stampa cattolica. Lo scoppio della seconda guerra mondiale lo condusse a vivere ancora più intensamente la carità.

L’arresto
Quelli erano tempi particolarmente difficili per il cristianesimo in Cina: il regime comunista, infatti, aveva iniziato una sistematica opera di distruzione della Chiesa e delle sue opere. Anche quelle di padre Mario non fecero eccezione: nel giugno 1951 il frate venne arrestato dai soldati governativi, i quali perquisirono la sua residenza. Portato davanti a una giuria popolare, fu condannato al carcere.
Il 13 giugno fu condotto nella sua cella e sottoposto a una minuziosa perquisizione. Gli fu lasciata la medaglietta che portava al collo, ma gli portarono via la corona del Rosario, che però gli fu restituita qualche giorno dopo.
Conservò per sempre un pezzo del pane (o meglio, una sorta di frittella) che gli era stato portato come pasto e di cui scelse di privarsi, in quel 13 giugno, digiunando in onore di sant’Antonio di Padova.

La prigionia
Appena i secondini ebbero chiuso la doppia porta della cella, padre Mario ebbe paura sentendo il rumore della grossa serratura. Improvvisamente gli venne il ricordo di sua madre, mentre gli occhi gli si riempirono di lacrime. Fu solo un momento: subito dopo, lo stesso volto della madre gli parve sorridergli e incoraggiarlo.
Nel tempo della prigionia, dopo quel cedimento iniziale, padre Mario apparve sereno e paziente. Con la piccola croce della sua corona volle incidere sulle pareti della cella il saluto francescano “Pace e bene” in cinese, come preghiera per coloro che erano così ostili alla fede cristiana.

Il rimpatrio forzato e il sogno del ritorno in Cina
Nel novembre 1951, dopo cinque mesi di prigionia, padre Mario venne espulso dalla Cina, perché considerato nemico pericoloso del governo comunista. Il suo stato di salute era veramente precario: aveva bisogno di assoluto riposo, a detta dei medici.
Appena si fu ripreso, manifestò il desiderio di tornare in Cina e continuare la sua missione. Uno spiraglio parve aprirsi quando il Padre Delegato generale, padre Ralphus Reilly, e padre Gabriele Allegra (beatificato nel 2012), scrissero al Ministro Provinciale di Napoli: volevano che padre Mario venisse inviato all’Istituto Biblico di Hong Kong, fondato da padre Allegra nel 1945, perché, a detta di padre Reilly, possedeva le qualità e l’esperienza necessarie per contribuire alla traduzione della Bibbia in lingua cinese.

L’arrivo dei Frati Minori a Castellammare di Stabia e padre Mario parroco
Proprio in quel periodo, però, monsignor Agostino D’Arco, vescovo della diocesi di Castellammare di Stabia, decise di affidare la parrocchia dello Spirito Santo, nel quartiere di Fontana Grande, alle cure dei Frati Minori.
Nel 1954, il Padre Provinciale accettò la richiesta e destinò alla parrocchia una comunità di frati. L’anno seguente, il 19 marzo 1955, monsignor D’Arco nominò parroco proprio padre Mario, il quale non tornò più in Cina.

La sua opera di promozione umana
Col tempo, lui capì che anche quel quartiere, il più povero sotto tutti gli aspetti tra quelli di Castellammare, poteva essere terra di missione. Cominciò quindi a pensare ad alcune opere per contribuire al risanamento umano e religioso degli abitanti.
La prima fu un asilo nido parrocchiale, completamente gratuito: in esso i bambini potevano trovare un ambiente di crescita sereno, oltre a un piatto di minestra al giorno. Padre Mario pensò anche ai bambini più grandi, realizzando una scuola per loro. Ideò nuove iniziative ricreative, come una compagnia teatrale e una gara podistica annuale.
Inoltre, prese contatto con la Radio Televisione Italiana per istituire un punto di ascolto di Telescuola, trasmissione televisiva organizzata in collaborazione col Ministero della Pubblica Istruzione. Gli alunni seguivano la lezione sotto il controllo di una docente, la quale raccoglieva gli elaborati e li spediva alla sede Rai di via Teulada a Roma. Tramite quei corsi, molti parrocchiani poterono inserirsi, in un secondo momento, nel mondo del lavoro.

A sostegno dell’associazionismo e della stampa cattolica
Ricordando i suoi trascorsi giovanili, padre Mario promosse anche l’associazionismo cattolico: sostenne il Cif (Centro Italiano Femminile) e l’Azione Cattolica, sicuro che avrebbero contribuito a difendere i principi cristiani e i diritti umani. Favorì anche la collaborazione interparrocchiale e la diocesanità, pur essendo lui un religioso.
Per favorire la cultura della sua gente, diffuse ampiamente anche la stampa cattolica: i periodici paolini «Famiglia Cristiana» e «Il Giornalino», ma anche il giornale per ragazzi di Azione Cattolica «Il Vittorioso» e il quotidiano «Avvenire».
Nel 1979, invece, diede vita a un foglio parrocchiale, inizialmente bimestrale, poi mensile: «Fontanagrande». Aveva a lungo riflettuto a riguardo, perché un progetto del genere richiedeva costanza, prudenza e continuità. Il primo numero uscì il 1° aprile 1979: sulle sue pagine comparivano articoli culturali e religiosi, ma anche riflessioni sulla politica.

Preghiera, vicinanza al popolo e responsabilità nella Provincia religiosa
Padre Mario, però, non era solo uomo di azione. Pregava a lungo per tutti i suoi parrocchiani e per chiedere a Dio la luce necessaria ad affrontare le difficoltà insieme a loro. Gli era particolarmente cara la preghiera del Rosario, a cui si era aggrappato negli anni della prigionia.
Cercava ogni occasione possibile per instaurare un rapporto con gli abitanti di Fontana Grande, anche entrando nelle loro case e portando la sua parola e la sua carità. A tale proposito, ripeteva spesso: «Dona quod super est, non quod superest», ossia, in latino, «Dona quello che c’è, non quello che è in eccesso».
Nei Capitolo del 1956 e del 1962, padre Mario venne eletto Definitore provinciale, ossia assistente del Ministro Generale. Nel 1967, invece, il vescovo monsignor Raffaele Pellecchia lo nominò Vicario Episcopale per le Religiose della diocesi di Castellammare di Stabia.

Al Centro “La Palma” e le memorie «Solo per ubbidienza»
Nel 1990 padre Mario lasciò Castellammare per Napoli: fu destinato al Centro “La Palma” di Posillipo, infermeria dei Frati Minori della Campania. Si dedicò quindi ad assistere i confratelli malati e al compito di cappellano delle Suore Francescane Elisabettine Bigie che lì prestavano servizio.
Nel tempo libero dai suoi impegni, stese i suoi ricordi della missione in Cina, intitolandoli «Solo per ubbidienza», perché quella era l’unica ragione che potesse condurlo a ricordare momenti tanto dolorosi per lui.

La morte
La mattina dell’8 agosto 1994, come faceva ogni giorno, padre Mario celebrò la Messa. Fu trovato morto nel pomeriggio, senza che ci fossero state avvisaglie in tal senso.
Il rito funebre si svolse prima a “La Palma”, poi a Casagiove: entrambe le celebrazioni furono presiedute da fra Rufino Di Somma, Ministro Provinciale. Parteciparono molti confratelli, i familiari di padre Mario e le Suore Elisabettine che l’avevano seguito negli ultimi anni.
Il suo corpo riposò nella cappella di famiglia del cimitero di Casagiove fino al 20 giugno 2011, quando venne traslato, in forma solenne e con la partecipazione di autorità civili e religiose, nella chiesa Spirito Santo, in piazza Fontana Grande a Castellammare di Stabia.

L’avvio dell’inchiesta diocesana
A fronte di una perdurante fama di santità che aveva accompagnato padre Mario da vivo, da  morto e dopo la morte, la Provincia Napoletana del SS. Cuore di Gesù dei Frati Minori promosse l’avvio della causa di beatificazione e canonizzazione, per la verifica dell’esercizio delle virtù eroiche.
L’inchiesta diocesana su vita, virtù e fama di santità del Servo di Dio Mario Crocco fu aperta il 28 novembre 2024 nella chiesa della Casa del Volto Santo a Napoli.

Preghiera
Signore onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo, ti ringraziamo per la vita e la missione di padre Mario Crocco, che ha servito con dedizione e amore i popoli della Cina, portando la luce della Tua Parola in terre lontane.
Il suo coraggio, la sua fede e la sua passione per l’annuncio del Vangelo sono stati un segno della Tua grazia tra le nazioni.
Fa’ che la sua vita, dedicata alla testimonianza dell’amore di Cristo, possa ispirare nuovi cuori a servire con la stessa dedizione e zelo.
Ti chiediamo umilmente di glorificare il Tuo servo fedele, affinché il suo esempio continui a guidarci sulla via della fede e dell’amore e concedi, se è nel Tuo volere, che la sua opera missionaria e il suo esempio di servizio siano riconosciuti dalla Chiesa.
Per sua intercessione, ascolta le preghiere che Ti rivolgiamo e concedici le grazie di cui abbiamo bisogno.
Amen.

(3 Gloria al Padre)


Autore:
Emilia Flocchini


Note:
Per grazie ricevute o eventuali comunicazioni che, contattare la vice postulazione: 081.552.62.77; segreteriaprov@ofmna.it; infomariocrocco@gmail.com.

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Aggiunto/modificato il 2025-01-17

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