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Beati Martiri della Georgia Frati Minori

Festa: .

† Georgia, Stati Uniti, settembre 1597

Questi cinque martiri appartenevano all’Ordine dei Frati Minori. La loro testimonianza esplicita e immediata della fedeltà a Cristo e al Suo messaggio fu ben riconoscibile nella loro uccisione perché trasmessero integralmente l’insegnamento della Chiesa circa il matrimonio ed escludendo la poligamia. Papa Francesco ha riconosciuto il loro martirio in odio alla fede in data 27 gennaio 2025, aprendo così la strada alla loro beatificazione.



I Venerabili Servi di Dio, Pedro de Corpa, Blas Rodríguez de Cuacos, Miguel de Añón, Antonio de Badajoz e Francisco de Veráscola, spagnoli dell’Ordine dei Frati Minori, nel XVI secolo accettarono di essere inviati in missione in territori del Nord America mossi da un autentico spirito d’amore a Cristo e di servizio alla Chiesa.

Pedro de Corpa nacque nel villagio di Corpa, Diocesi di Madrid- Alcalá, intorno al 1560 ed entrò nei Frati Minori nel 1577. Dopo l’Ordinazione sacerdotale si dedicò alla predicazione avvertendo ben presto il desiderio di annunciare il Vangelo nel Nuovo Continente. Nel 1587 sbarcò in America del Nord e fu assegnato alla Missione presso i Guales, una tribù indigena stanziata sulla costa dell’odierno territorio dello Stato americano della Georgia. I missionari, che avevano fondato nel villaggio di Tolomato la Missione di Nostra Signora di Guadalupe, furono inizialmente ben accolti.

Nella tribù vigeva l’usanza di prendere più mogli contemporaneamente ma i religiosi amministravano il battesimo solo agli adulti che si impegnavano a contrarre il matrimonio monogamico. Gli indigeni convertiti normalmente rispettavano la dottrina morale conforme all’insegnamento evangelico, ma il giovane Juanillo, nipote del capo villaggio e destinato a succedergli, pur battezzato, era deciso a prendere un’altra moglie. Padre Pedro lo richiamò, ricordandogli l’impegno assunto con il battesimo, ma egli divenuto aggressivo gli si scagliò contro uccidendolo con un colpo d’ascia nel settembre 1597.

Nei giorni seguenti Juanillo, insieme ad alcuni indigeni suoi seguaci, con feroci attacchi colpirono anche gli altri.

Blas Rodríguez de Cuacos, Sacerdote professo, originario della provincia spagnola di Cáceres, inviato nel 1590 come superiore nella Missione del villaggio Tupiquí, fu catturato, torturato e ucciso il 16 settembre 1597.

Miguel de Añón, Sacerdote professo, membro di una nobile famiglia di Saragozza, prima di essere trucidato il 17 settembre 1597, riuscì a celebrare Messa, perdonando i suoi assassini.

Antonio da Badajoz, fratello laico, affiancava Miguel de Añón anche come interprete tra gli indigeni e lo assistette nella celebrazione dell’ultima Messa prima di essere ucciso insieme.

Francisco de Veráscola, Sacerdote professo, fu ucciso dai ribelli con un colpo d’ascia, probabilmente il 18 settembre 1597.

Il martirio materiale dei cinque missionari si evince dalla dinamica degli eventi. La morte dei religiosi francescani avvenne nel territorio dei Guales, nell’attuale stato della Georgia, anticamente in Florida, nel mese di settembre del 1597. Il responsabile principale è unanimemente riconosciuto nel giovane Juanillo, nipote del capo del villaggio di Tolomato, che aspirava a ereditare il ruolo di capo dallo zio e per tale sua ambizione si sentì particolarmente offeso quando Padre Pedro de Corpa, che gli aveva rimproverato l’infedeltà coniugale e la decisione di prendere un’altra moglie, gli disse che si sarebbe opposto alla successione come capo villaggio se avesse persistito nella scelta poligamica.

Il martirio formale ex parte persecutoris trova la sua causa nell’avversione di un gruppo di indigeni capeggiati da Juanillo nei confronti dei martiri a causa della loro predicazione sulla dottrina del matrimonio cristiano e del loro modo di agire in coerenza con i valori della fede da loro professata.

Riguardo al martirio formale ex parte Servorum Dei, la prima prova della disponibilità a dare la vita per il Signore era compresa nella scelta compiuta di lasciare la Spagna e partire come missionari in una terra e tra popoli ancora in parte sconosciuti. I cinque erano consapevoli dei rischi e dei pericoli connessi al loro apostolato anche in relazione alla loro incolumità. La testimonianza esplicita e immediata della fedeltà a Cristo e al Suo messaggio è ben riconoscibile nella loro uccisione perché avevano trasmesso integralmente l’insegnamento della Chiesa.

Subito dopo la loro morte si diffuse la fama di martirio, che continuò ad accrescersi negli anni seguenti ben radicandosi nel territorio e nella memoria dei confratelli.


Fonte:
www.causesanti.va

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Aggiunto/modificato il 2025-01-27

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