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Alipio di San Giuseppe (Antonio di Luca) Chierico agostiniano scalzo

Festa: Testimoni

Palermo, 4 settembre 1617 - Tripoli, Libia, 17 febbraio 1645


Fra Alipio di S. Giuseppe è nato a Palermo il 4 settembre 1617 ed è stato battezzato nella chiesa Santa Croce. I padrini sono stati Donna Isabella Vincenza Lanza e il marito Marchese di Gibellina, Don Antonio Morso. Fu ammesso al noviziato di S. Gregorio Papa di Palermo il 19-3-1634 e fece la professione religiosa il 20-3-1635. Per motivi di salute dovette sospendere gli studi e ciò gli causò un certo rilassamento spirituale. Fu mandato in diversi conventi e, mentre si stava recando in quello di Napoli, il 1 luglio 1643 la nave, che lo trasportava, presso Ustica fu sequestrata dai Turchi e portata a Tripoli (Libia). Il Pascià con regali e denaro cercava di attirare Fra Alipio nella religione musulmana, a cui aderì il 4-6-1644. Non abbandonò mai però le sue pratiche di pietà e la devozione alla Madonna, a cui deve successivamente il pentimento e il ritorno alla fede cattolica. Infatti dal settembre 1644 al febbraio 1645 ne era pentito e di nascosto portava l’abito religioso. Venerdì 17 febbraio 1645 ha comunicato apertamente il suo pentimento ed è andato incontro ad un atroce martirio, che è durato ben quattro ore. Infine il corpo esanime fu dato alle fiamme. La maggior parte dei suoi resti mortali fu tenuta nascosta per otto anni a Tripoli e poi nel 1653 portata a Malta e da qui portarlo a Palermo. Lungo il tragitto per i forti venti contrari la nave si dovette fermare a Marina di Palma di Montechiaro (AG), dove è rimasto per insistenza del Duca santo D. Giulio Tomasi. Era il 13 dicembre 1653. Nel 1646 era già stampato un libretto dal priore di S. Nicola di Palermo, P. Modesto del SS. Sacramento, Breve Relazione degli atroci tormenti, e crudele morte patiti dal ben’avventurato F. Alippio di S. Giuseppe, palermitano, Venetiis, 1646.
Lo stesso confratello ha fatto dipingere a Palermo nella portineria del convento S. Nicola un ritratto di Fra Alipio In atto che si abbrucia in mezzo alle fiamme, con un Crocifisso alle mani. Sempre nello stesso periodo (1653) che è arrivato lʼAmadis a Palma, sbarcarono provvidenzialmente ad Agrigento, provenienti da Tripoli, 10 testimoni del martirio di Fra Alipio, che si recarono dal Vescovo. Il Duca ne venne a sapere e mandò P. Mechelangelo Schembri al Vescovo di Agrigento Fra Ferdinando Sanchez de Cuellar dellʼOrdine del Padre S. Agostino (Vita di Fra Alipio p. 182) perché raccogliesse le loro testimonianze sul martirio di Fra Alipio. Inoltre nel 1647 il Definitorio Generale dell’Ordine degli Agostiniani Scalzi nominava il postulatore della causa per la beatificazione di Fra Alipio. Nel 1652 il Principe di Trabia Don Ottavio Lanza, a cui apparteneva Mussomeli, si fece promotore nel far conoscere Fra Alipio al Principe di Lampedusa, a cui apparteneva Palma di Montechiaro (AG) “ cominciò con grande energia, à raccontare i gran tormenti dati dai Turchi al Ven. Padre Alipio di Palermo, Riformato Agostiniano” (Lustri Storiali, 357).
Anche il Duca Santo si diede molto da fare per la diffusione e devozione nei confronti di Fra Alipio facendo stampare il libro di P. Francesco Maria Maggio, teatino palermitano, Vita e morte del Venerabile Fra Alipio di S. Giuseppe, Ignazio dè Lazzari, Roma, 1657. Si preoccupò di stampare anche delle immaginette, di cui abbiamo la descrizione dei due tipi: le immagini del Servo di Dio, vanno per tutto il mondo, e si portano per devozione a gl’infermi. In questa il Servo di Dio è vestito del suo abito e disteso in mezzo alle fiamme, con gl’empi ministri della giustizia intorno. In altre (immaginette) si vede vivo, e in piedi in mezzo al fuoco, in atto di predicare la santa fede, col Crocifisso nelle mani, cò tre fuochi in aria, e con la colomba a lato per segno di quello, che da noi si è riferito a suo luogo (P. Maggio, Vita e morte del Ven Fra Alipio di S. Giuseppe, p. 202-203). Si deve a Fra Alipio il fondazione dei conventi: S. Nicola da Tolentino – Partanna (TP) (1646) e S. Maria di Gesù – Mussomeli (CL) (1649).
Grazie a Dio Fra Alipio è sempre più conosciuto anche oltre la Sicilia. Infatti nel 2010 su di lui è stata fatta una tesi di laurea da una studentessa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano: “…Disperatamente fecesi turco”: Alipio di S. Giuseppe (1617- 1645, OAD), tra adesione all’Islam, martirio e santità (Tesi di Laurea – Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano 26/3/2010.


Fonte:
www.marsalalive.it

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Aggiunto/modificato il 2025-02-17

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