Gabriele Longo, figlio primogenito dei coniugi Antonello e Alfina Sciacca, nasce all’Ospedale Santo Bambino di Catania il 10 gennaio 1999. Al suo rientro nella città di Paternò, ove poi ha sempre vissuto con la famiglia, è accolto con gioia immensa dai parenti e dai numerosi amici dei familiari e sommerso da coccole e doni. Fin da piccolo manifesta un carattere vivace, solare ed altruista, lasciando un’impronta positiva e indimenticabile del suo passaggio ovunque: a scuola, al catechismo, nell’ambiente sportivo che frequenta. Pur essendo un uragano di allegria, allo stesso tempo era anche molto sensibile, caratteristica questa che lo rendeva amato da coloro che entravano in qualsiasi modo in contatto con lui. Poiché i genitori facevano parte del Cammino neo-catecumenale presso la Parrocchia Spirito Santo di Paternò, è qui che il bambino ricevette il Santo Battesimo per immersione durante la veglia pasquale del 4 aprile 1999. Ed è nella medesima Parrocchia che, crescendo, riceverà gli altri due Sacramenti dell’iniziazione cristiana: Prima Comunione e Cresima. Quando Gabriele ha tre anni, viene raggiunto dalla sorellina Maria Chiara Benedetta. Lei era una sorellina speciale, venuta al mondo per un sì alla vita pronunciato dai genitori. Durante la gravidanza, infatti, la mamma contrasse, senza saperlo, la toxoplamosi che ebbe delle ripercussioni gravi sulla creatura che portava in grembo e mentre tutti le consigliavano l’interruzione della gravidanza, lei decise, insieme al marito, di portarla avanti, accogliendo Maria Chiara come un dono di Dio al pari di Gabriele. Perché la bimba fin da subito potesse avere tutte le cure necessarie al suo caso, Alfina e Antonello scelsero di far nascere la piccola all’Ospedale Gaslini di Genova, questo comportò un’assenza di due mesi da casa. In questo frangente, così come per tutte le altre assenze dei genitori per i ricoveri di Maria Chiara, Gabriele era amorosamente accudito dalla nonna Pina. Affezionatissimo alla sorellina, Gabriele poneva le prime domande sulla sua “diversità”, chiedendo perché non parlasse come lui o non riuscisse a prendere i giochini che le porgeva. Il contatto quotidiano con questa fragilità fece sviluppare in Gabriele una maturità ben superiore alla sua età e lo rese sensibilissimo verso le persone più deboli in tutti i sensi. A scuola era un bambino molto promettente, inoltre amava tantissimo la musica, la natura e lo sport, soprattutto le arti marziali. All’età di otto anni si inserisce nel gruppo scout Agesci Paternò 2 presente nella Parrocchia Spirito Santo. Anche qui Gabriele lascia un’impronta indelebile per la sua dedizione nel servizio. Partecipava ai campi Scout felice di portare lo zaino sulle spalle per vivere nuove ed emozionanti avventure. Dopo avere completato tutte le tappe del percorso Scout, dai “lupetti” alla “partenza”, con molto rammarico, a motivo degli impegni lavorativi, dovette poi lasciare questo itinerario con la speranza di potervi ritornare un giorno come Capo Scout. Anche nell’ambiente dell’Unitalsi, di cui la mamma faceva e tuttora fa parte, Gabriele era conosciuto, amato, apprezzato e stimato, avendo prestato diverse volte servizio di volontariato insieme ad altri giovani. Grande come una quercia, era sensibile e delicato come il più tenero dei fiori, pronto a lasciare anche il desinare per correre ovunque sapesse che qualcuno aveva bisogno di lui. Nato e cresciuto all’interno del Cammino neo-catecumenale, di cui i genitori facevano parte, Gabriele inizia un percorso di catechesi ed entra a far parte della sesta comunità neo-catecumenale formatasi in Parrocchia, nel desiderio di approfondire la propria fede. Dopo aver conseguito la maturità al liceo scientifico “Enrico Fermi” di Paternò e superati gli esami per entrare nella facoltà di Ingegneria, Gabriele preferisce non proseguire più gli studi dal momento che inizia a lavorare come vigilante nella “Mondialpol Security”. Viene assegnato alla vigilanza del Pronto Soccorso sia dell’Ospedale San Marco che del Policlinico, entrambe strutture ospedaliere di Catania e anche qui si distingue non solo per la serietà e la dedizione nel compimento del lavoro, ma soprattutto perché, con la sua bontà e il suo modo di essere, riesce ad entrare nel cuore dei colleghi e del personale sanitario. Era come un sole i cui raggi riuscivano ad illuminare e riscaldare tutte le persone che incrociavano il suo cammino. La mattina del 31 marzo 2023, mentre smontava dal turno di lavoro notturno, appena fuori dall’Ospedale, Gabriele ebbe un incidente con la moto che lo strappò alla vita, alla tenera età di soli 24 anni. Fu un colpo tremendo per i genitori che, appena due anni prima, avevano perso la sorellina di Gabriele, Maria Chiara. Era il venerdì che precedeva la Settimana Santa e a Paternò c’è l’usanza di uscire la statua di Maria Addolorata. Mentre si meditava sul dolore che Maria Santissima provò per la morte del suo divin Figlio, un’altra mamma, Alfina, viveva, insieme al marito, il dolore acerbo, per la perdita del proprio figlio. L’improvvisa dipartita di Gabriele seminò dolore e sgomento nel cuore di quanti lo avevano conosciuto. Il giorno del suo funerale la chiesa era gremitissima così come la veglia di preghiera, in suffragio di Gabriele, tenutasi la sera precedente. Sentimenti di stima, di gratitudine e di affetto per questo giovane indimenticabile dalla fede limpida e operosa, furono espressi non solo dagli amici Scout e dai compagni di scuola, ma anche dalle tante persone che ebbero modo di conoscerlo e di apprezzarlo. Il giorno del funerale di Gabriele, dinanzi ad una numerosissima comunità di fedeli, il Sacerdote Don Salvatore Alì, parroco della chiesa Spirito Santo (oggi anche vicario foraneo del XII vicariato, comprendente Paternò e Ragalna) alla fine dell’omelia, rivoltosi ai genitori del giovane pronunciò queste toccanti parole: “Vorremmo esservi così vicini con la preghiera e l’affetto da lenire almeno un poco la vostra sofferenza. Vorremmo che non vi sentiste soli nel vostro dolore, ma sapeste che la comunità cristiana vi è vicina. Ma soprattutto vi chiedo con tutto il cuore: continuate a custodire dentro di voi l’amore e la stima per la vita. Ne abbiamo bisogno soprattutto noi e in particolare ne hanno bisogno i tanti giovani che in questi giorni si sono stretti a Gabriele e a voi: non perdete la stima per la vita. Una sola parola vorrei dire e mettere su questa bara oggi ed è la parola: grazie. Grazie Gabriele per quello che sei stato e hai fatto per noi. Forse neanche tu ti sei reso conto di tutto l’amore che hai donato. Non ti sei reso conto di quel sorriso, di quelle battute, di quelle tue attenzioni che sono state delle carezze d’amore per tanti che in questi giorni hanno manifestato il loro amore e la loro riconoscenza per te. Queste carezze d’amore che tu hai dato a noi resteranno in eterno impresse nel nostro cuore e per questo ti diciamo ancora: grazie, Gabriele”. Bellissima anche la lettera di commiato della Capo Scout, Monica Lombardo, che lesse il giorno del funerale di Gabriele e di cui riporto uno stralcio: “Gabriele, tu eri il sole tra le nuvole, capace di rischiarare le giornate più buie nonostante la vita ti avesse messo da subito alla prova e probabilmente è stato proprio questo a farti maturare così in fretta rispetto a tutti gli altri. Apparentemente forte e prorompente come un leone, per quanto provassi a mascherare e a non fare trasparire la tua vera essenza, racchiudevi dentro di te una fragilità e una delicatezza che spiccava in modo altrettanto chiaro ed evidente. Bello dentro e fuori, riuscivi a fare innamorare chiunque entrasse in contatto con te. Come si poteva non amarti? Occhio attento e cuore nobile, ti assicuravi sempre che ciascuno dei tuoi compagni di strada stesse bene, che si trovasse nelle condizioni di poter andare avanti e quando nelle varie occasioni della vita intercettavi una possibile battuta d’arresto, l’altro trovava sempre la tua mano pronta a sorreggerlo, la tua spalla alla quale appoggiarsi, le tue braccia pronte ad accoglierlo. Oggi mi ritrovo a doverti salutare per un’ultima volta su questa terra, nell’attesa di poterti riabbracciare lungo i sentieri della vita eterna. Mi mancherai, mi mancherai tanto da spezzare il fiato. Ma grazie Gabriele, grazie di avermi donato il tuo cuore, le tue emozioni, la tua fiducia. Terrò tutto questo dentro di me tra le cose più preziose che la vita abbia voluto donarmi”. Il 10 dicembre 2023, giorno della Madonna di Loreto, in occasione dei 40 anni di fondazione del gruppo Agesci Paternò 2 e dei 120 anni di fondazione dell’Unitalsi, il gruppo Scout di cui Gabriele faceva parte, per esprimere il proprio affetto nei suoi confronti e perché il suo ricordo potesse continuare ad essere luce per le generazioni future, decise di intitolare la propria sede al suo nome. Sulla tomba dove riposa il corpo di Gabriele, accanto alla sorellina Maria Chiara, i genitori hanno apposto la scritta: “Coloro che vivono d’amore, vivono in eterno” ed entrambi, di amore con la A maiuscola, ne hanno non solo seminato ma anche suscitato tanto. Per citare solo un esempio, nel primo memorial di Gabriele si sono raccolti dei fondi destinati alla costruzione di una cucinamensa per i bambini poveri di Kahama in Tanzania, opera che è stata già realizzata anche se è da completarne l’arredamento interno. Abbiamo visto che quando Gabriele lascia questa terra è un venerdì di quaresima, il primo anniversario della sua dipartita invece cade proprio nel giorno di Pasqua. Queste coincidenze vengono percepite dai familiari non come casualità ma come conferma a ciò in cui credono fermamente, al fatto cioè che la morte non ha l’ultima parola, ma che ad essa, segue la risurrezione, grazie alla vittoria del Signore nostro Gesù Cristo che ha sconfitto la morte rendendola soltanto un passaggio verso la vita eterna. Sia sempre lodato il Signore che ancora oggi suscita nella Sua Chiesa, testimoni credibili e luminosi il cui esempio è sicuramente fonte di speranza per tutti.
Autore: Sr. Ch. Cristiana Scandura osc
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