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Beato Alberto Boschetti Vescovo

Festa: 29 febbraio

† 29 febbraio 1264


Nacque, probabilmente verso la fine del sec. XII, in Modena da Gherardo e Gilia Prodromi (secondo l'albero genealogico ricostruito da A. F. Boschetti, tav. II). Almeno dal 1220 (Pressutti, n. 2669) compare quale canonico della cattedrale (come tale apparirebbe già in una carta del 1207, secondo Tiraboschi, IV, p. 61), e nel 1233 viene detto "magister scholarum" nella bolla (Auvray, n. 1035: cfr. anche n. 1315) con cui Gregorio IX gli affidava l'incarico di promulgare la scomunica pronunziata contro il cremonese Niccolò da Dovara, già podestà di Reggio e allora eletto podestà di Rimini. E questo fa dunque cadere la notizia tramandata da alcuni eruditi (così Vedriani e Ughelli) che il Boschetti fosse entrato, vivente ancora s. Domenico, nell'Ordine dei predicatori.
Nel 1233 il vescovo di Modena Guglielmo di Savoia rinunciava alla sua diocesi (C. Eubel, Hierarchia catholica, I, Monasterii 1913, p. 353) per assumere un'intensa attività di legato pontificio (sarà più tardi, nel 1244, nominato cardinale vescovo di Sabina); il 3 aprile 1234 venne eletto a succedergli il Boschetti, che riceveva la consacrazione il 13 giugno.
Il 19 dicembre 1234 Gregorio IX gli concedeva di assolvere direttamente gli "scholares clerici" (e, per una volta, anche i laici) coinvolti nei frequenti tumulti degli studenti nella vita cittadina (Auvray, n. 2333), riprendendo con ciò un privilegio già concesso da Onorio III allo Studio modenese (A. Solmi, in Rass. per la storia dell'Università di Modena, I [1929], pp. 59-62). L'anno seguente il pontefice lo incaricava di intervenire presso il vescovo di Padova, perché fossero regolati certi debiti con mercanti senesi, che avevano causato l'imprigionamento di alcuni prelati (Auvray, nn. 3124, 3125).
Da una sottoscrizione del 13 luglio 1245 sappiamo che il Boschetti era presente al concilio di Lione (Berger, p. XLVII), dove il 17 luglio si pronunciava la solenne condanna contro Federico II. Essendo la sua famiglia fra le principali esponenti, insieme con quella dei Rangoni, della fazione guelfa modenese degli Aigoni, quando in città prese il sopravvento la fazione ghibellina dei Grasolfi anch'egli, nel 1247, fu costretto all'esilio con gli altri parenti e si rifugiò a Bologna sotto la protezione del cardinale Ubaldini. Solo dopo la battaglia di Fossalta, tolto l'interdetto papale sulla città, poté rientrare a Modena, il 25 dicembre 1249.
Il 13 giugno 1251 il Boschetti compare in Genova accanto al pontefice Innocenzo IV (che tornava da Lione), quale testimone della sottomissione del Frignano al Comune di Modena, rappresentato da un'ambasceria. Il 17 giugno (Berger, n. 5255) il papa affidava a lui e al priore di S. Marco di Mantova il compito di istruire un processo per la canonizzazione dell'eremita Giovanni Bono (fondatore dell'Ordine dei giamboniti), morto a Mantova nel 1249: processo, che ebbe luogo fra il 27 luglio e il 6 agosto a Mantova, alla presenza del Boschetti, e di cui ci rimangono gli atti (editi in Acta Sanctorum octobris, IX, Parisiis et Romae 1869, pp. 711 ss.). Nell'ottobre dello stesso anno il pontefice, nel suo viaggio di ritorno verso Roma, sostava anche a Modena (Annales veteres Mutinensium, col. 64).
Nell'aprile 1253 il Boschetti interveniva al sinodo provinciale di Ravenna tenuto dall'arcivescovo Filippo Fontana. Nel 1260 anche Modena fu coinvolta nel moto penitenziale dei flagellanti, e Salimbene ricorda come il vescovo prese parte con il suo popolo al pellegrinaggio a Reggio che ebbe luogo in quella circostanza, il giorno di Ognissanti. Il 26 giugno 1261 il Boschetti era presente in Bologna, quando fu emessa la sentenza con la quale il vescovo eletto di Bologna, Ottaviano Ubaldini (iunior), assolveva Modena dall'interdetto in cui era incorsa per una contesa del Comune con l'abbazia di Frassinoro (Tiraboschi, V, p. 65).
Sotto l'episcopato del Boschetti si ebbe in Modena un notevole diffondersi e affermarsi dei nuovi Ordini religiosi. I francescani ottenevano da lui nel 1244 l'autorizzazione a costruire una chiesa all'interno della città (avevano allora un convento fuori porta Baggiovara: vedi Bull. francisc., I, pp. 539 ss.). Nel 1250 aveva luogo la fondazione del monastero femminile di S. Chiara, su iniziativa della nobile modenese Giovanna degli Adelardi (Tiraboschi, V, p. 56). Intorno al 1244 il Boschetti concedeva anche il permesso per l'erezione della chiesa domenicana di S. Matteo (ibid., pp. 22 s.). Una fondazione degli eremitani veniva promossa nel 1245 (ibid., p. 25) e nel 1254 era costruita una chiesa intitolata alla SS. Trinità nel sobborgo di Albareto, che veniva affidata ai canonici regolari di s. Agostino (ibid., p. 45). Nel 1262 i templari ottenevano (per le pressioni di Alessandro IV sul B.) un ospizio al ponte di S. Ambrogio sul Panaro (ibid., p. 65). Nel 1262 il Boschetti consacrava le chiese di S. Giovanni e S. Paolo (Cronache modenesi..., p. 60).
Il nome del Boschetti compare numerose volte nei registri pontifici, per incarichi svariati, prevalentemente di carattere locale (così per esempio l'intervento nella contrastata elezione dell'abate di S. Prospero di Reggio nel 1248-1250: vedi Berger, n. 4180; e Affarosi, I, pp. 205 s.). Nel 1252 al Boschetti veniva anche commesso di intervenire nell'elezione del vescovo di Pistoia (Berger, nn. 5609, 5650). Gli incarichi pontifici non erano sempre facili: così con particolare insistenza, e sotto pena di scomunica, Urbano IV lo sollecitava il 24 aprile 1263 a intimare alle autorità bolognesi la restituzione alla Sede apostolica delle terre di Argelata e Medicina (Les registres d'Urbain IV, I, n. 194), rinnovando tali pressioni ancora nel luglio (ibid., nn. 110, 112, 190, 194).
Per quanto riguarda i rapporti col Comune, è da ricordare la convenzione stipulata nel 1259 a proposito del Canal Chiaro, appartenente al vescovo, che veniva ceduto a determinate condizioni al Comune, il quale se ne assumeva la manutenzione (Ricci, pp. 16 s., 50; Simeoni-Vicini, pp. 204 ss.).
Il Boschetti morì il 29 febbraio 1264. Il Vedriani lo comprende nel suo catalogo di santi e beati modenesi (e la sua immagine fu oggetto di culto pubblico nella chiesa di S. Cesario feudo della famiglia Boschetti), ma non si ebbe mai una canonizzazione.


Autore:
Antonio L. Pini


Fonte:
www.treccani.it

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Aggiunto/modificato il 2025-03-28

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