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Venerabile José Antônio Maria Ibiapina Sacerdote

Festa: .

Sobral, Brasile, 5 agosto 1806 - Solânea, Brasile, 19 febbraio 1883

Sacerdote diocesano; con spirito di fortezza decise il passaggio dalla vita professionale a quella sacerdotale scegliendo di vivere in maniera austera, affrontando anche i disagi dovuti alla sua missione. Fu sempre obbediente al suo vescovo e fedele alla Chiesa e praticò la sua opera con spirito evangelico, senza cercare onori e riconoscimenti. Papa Francesco l'ha dichiarato Venerabile il 28 marzo 2025.



Il Venerabile Servo di Dio José Antônio Maria Ibiapina era nato il 5 agosto 1806 a Sobral, comune del Nord-est del Brasile nello Stato del Ceará. Terzo di otto figli, a causa del lavoro paterno, di professione notaio, trascorse la sua infanzia e adolescenza in diverse regioni del Paese. Ricevette in famiglia una solida formazione cristiana e nel 1823 entrò nel seminario di Olinda (Pernambuco) dove restò solo tre mesi a causa della prematura scomparsa della mamma. La rivolta Anti-Lusitana scoppiata nel 1824 vide coinvolti il padre e il fratello che furono arrestati come ribelli: il padre venne giustiziato e il fratello condannato all’esilio. Toccò quindi a José Antônio Maria la responsabilità di guidare la famiglia e, dopo esser rientrato per sei mesi nel Seminario di Olinda, nel 1828 ne uscì per dedicarsi agli studi giuridici che gli avrebbero dato la possibilità di mantenere le sorelle rimaste in povertà.
Dopo aver conseguito il baccellierato in diritto, nel 1833 fu nominato professore di Diritto naturale a Olinda e, sempre nello stesso anno, divenne Magistrato e Capo di Polizia al Comune di Quixeramobim- Cearà. Il 2 maggio 1834 fu eletto al Parlamento nazionale e gli venne affidata la presidenza della Commissione di Giustizia criminale. Nel 1835 presentò un progetto di legge che mirava ad impedire sbarchi di schiavi dall’Africa nel territorio brasiliano. Poiché i suoi tentativi di migliorare il sistema giudiziario non ebbero successo, si esonerò dalla carica di giudice e, terminata la legislatura, non si candidò più in Parlamento preferendo trasferirsi a Recife per esercitare l’attività di avvocato ed occuparsi delle cause di persone povere. Nel 1850 abbandonò l’attività forense e decise di ritirarsi in solitudine per condurre una vita appartata e dedita alla preghiera e alla riflessione.
Fu in questo periodo che maturò pienamente la sua vocazione al sacerdozio. Nel 1853 fu ordinato sacerdote dal Vescovo di Olinda che lo nominò suo segretario e Vicario diocesano per la diocesi di Paraiba, incaricandolo della docente di Sacra Eloquenza e della direzione spirituale in Seminario. Durante l’epidemia di colera abbattutasi sulla vicina provincia di Paraíba, svolse una intensa attività caritativa recandosi personalmente a curare gli ammalati tanto che la gente lo definì “pellegrino della carità”. Fondò numerose case per l’accoglienza e l’assistenza sanitaria, l’educazione culturale e morale, la formazione religiosa e l’addestramento professionale nelle regioni di Paraíba e del Rio Grande De Norte.  Organizzò anche missioni popolari e fece costruire chiese, cappelle, ospedali, orfanotrofi. Alla fine del 1875 iniziò a patire una paralisi progressiva degli arti inferiori e fu costretto a muoversi in sedia a rotelle. Dall’inizio del 1883 il suo stato di salute si aggravò in modo irreversibile portandolo alla morte il 19 febbraio 1883. I funerali, che si svolsero il giorno seguente, videro una grande partecipazione di popolo.
Il Venerabile Servo di Dio José Antônio Maria Ibiapina visse una fede intensa che si palesava nell’affidamento a Dio e alla Sua Provvidenza in tutte le scelte della vita, alimentata da una costante preghiera e dall’Eucaristia della quale si nutriva quotidianamente. Ebbe una profonda devozione per la Madonna ed esortava chiunque a pregarla con ardore. La sua carità si fece concreta nello spendersi per alleviare le sofferenze dei più miseri. Quando la popolazione nordestina fu straziata dalla peste, prestò soccorso materiale e conforto spirituale alla gente che a lui si rivolgeva definendolo “pellegrino della carità”. La carità verso il prossimo si manifestò anche nell’ impegno per la giustizia sociale nel ruolo di avvocato e deputato. Con spirito di fortezza decise il passaggio dalla vita professionale a quella sacerdotale scegliendo di vivere in maniera austera, affrontando anche i disagi dovuti alla sua missione. Fu sempre obbediente al suo vescovo e fedele alla Chiesa e praticò la sua opera con spirito evangelico, senza cercare onori e riconoscimenti. La fama di santità che lo accompagnò durante la vita è continuata dopo la morte ed è stata seguita anche da attestazioni di grazie.


Fonte:
www.causesanti.va

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Aggiunto/modificato il 2025-04-06

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