I sacerdoti Antonio Daniel, Giovanni De Brébeuf, Gabriele Lalement, Carlo Garnier, Natale Chabanel, furono martirizzati il primo nel 1648 e gli altri nel 1649, nell'attuale Canada, abitato dagli Uroni; il fratello coadiutore Renato Goupil nel 1642, il sacerdote Isacco Jogues e l'altro fratello coadiutore Giovanni de LaLande il 18 ottobre del 1647 preso Auriesville, nell'attuale stato di New York, abitato allora dagli Irochesi. Erano tutti della Compagnia di Gesù. (Mess. Rom.)
Emblema: Palma
Martirologio Romano: Santi Giovanni de Brébeuf, Isacco Jogues, sacerdoti, e compagni, martiri, della Compagnia di Gesù: in questo giorno san Giovanni de la Lande, religioso, fu ucciso da alcuni pagani del luogo nel villaggio di Ossernenon, oggi in Canada, dove, pochi anni prima, anche san Renato Goupil aveva conseguito la palma del martirio. In un’unica commemorazione si celebrano in questo giorno anche i loro confratelli, i santi Gabriele Lalemant, Antonio Daniel, Carlo Garnier e Natale Chabanel, che in territorio canadese, in giorni diversi morirono martiri, dopo molte fatiche compiute nella missione presso gli Uroni per annunciare il Vangelo di Cristo alle popolazioni di questa regione.
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Nel XVII secolo, tra il 1642 ed il 1649, otto missionari diorigine francese subirono il martirio nel Nord America: sei sacerdotiGesuiti e due coadiutori, laici che si mettevano gratuitamente alservizio dei Gesuiti in cambio del loro sostentamento. I primi trefurono uccisi dagli Irochesi ad Ossenon, odierna Auriesville, neipressi di Albany e New York, quindi oggi in territorio statunitense.Gli altri cinque invece, tutti sacerdoti, subirono il martirio inUronia, a 200 km a nord di Toronto, dunque in territorio oggicanadese. Ispirati dai racconti dei primi missionari, questi religiosi chieseroai loro superiori di poter essere inviati nell’allora cosiddetta“Nuova Francia” per farsi portatori della Buona Notizia delVangelo ai popoli autoctoni del Canada. Coscienti dei pericoli a cuisi esponevano, vivendo in seno a nazioni spesso soggette agliattacchi nemici, parecchi di loro avevano infatti lucidamenteprevisto ed accettato la probabile prospettiva del martirio in odioalla fede. Si dimostrarono sempre attenti ad annunziare il Vangelonel pieno rispetto della cultura degli Uroni e degli Irochesi,vivendo con loro, imparando la loro lingua e, durante i repentiniattacchi, non esitando a mettere a rischio la loro stessa vita. Fu in particolare a partire dal 1640 che gli Uroni presero ad esserefieramente attaccati dalla tribù degli Irochesi, decisamentepiù bellicosi e feroci, più mobili sui loro velocicavalli, ma anche spiccatamente più intelligenti, nel bene enel male. Tra le due popolazioni indigene scoppiò cosìuna vera e propria guerra di sterminio, che terminò conl’annientamento quasi totale degli Uroni e di conseguenza conl’apparente annullamento dell’opera missionariacristiana. Fu nel contesto di questa sanguinosa guerra che si collocarono levicende del martirio degli otto Gesuiti francesi, sottoposti adacutissime sofferenze, data la raffinata crudeltà degliIrochesi nel torturare i loro nemici, seviziati per ore e ore, avolte addirittura per giorni interi sino alla morte. Basti ricordareche, ad alcune delle loro vittime, gli Irochesi divorarono il cuore,e ciò non per ferocia, bensì per ammirazione. L’eroismo dei missionari cristiani nel sopportare i tormenti ela morte colpì tanto la loro semplice fantasia di guerrieri,che cercarono di acquistare altrettanta forza di animo ingerendo ilcuore di quei forti, quale sede del loro coraggio. Comunque unpò del cuore dei martiri restò davvero nell’animadegli Irochesi, poiché l’insegnamento cristiano non siestinse completamente tra le popolazioni canadesi e nei decennisuccessivi la colonia cattolica riprese vigore e fiorì dinuove opere, che dal sangue dei Martiri traevano insostituibilelinfa. Questi otto intrepidi testimoni della fede cristiana divennerocelebri con l’appellativo di “Martiri Canadesi” esolamente nel XX secolo si intrapresero le pratiche per elevarli aglionori degli altari. Il Sommo Pontefice Pio XI li beatificò nel1925 ed infine li iscrisse nell’albo dei santi il 29 giugno1930. Dieci anni dopo Papa Pio XII li dichiarò patroni secondidel Canada. La riforma del calendario liturgico seguita al ConcilioVaticano II fissò in data dierna la loro memoria comune per laChiesa Universale, con il nome di “Santi Giovanni deBrébeuf, Isacco Jogues e compagni martiri”. Erroneamente questi otto santi vengono talvolta considerati iprotomartiri d’America, mentre furono invece i Beati Cristoforo,Antonio e Giovanni, giovani ragazzi indigeni dell’odiernoMessico, i primi ad effondere il loro sangue per Cristo nel nuovocontinente già nella prima metà del XVI secolo. Ilprimo santo indigeno americano, basandosi sulla data di nascita, fuinvece il confessore San Juan Diego, veggente di Guadalupe.
Si rimanda a singole schede per maggiori informazioni sui singolimartiri, commemorati in date diverse dal Martyrologium Romanum neirispettivi anniversari di martirio. Ecco i loro nomi:
92964- René Goupil, coadiutore, 29 settembre 92991- Isaac Jogues, sacerdote, 18 ottobre 92992- Jean de La Lande, coadiutore, 19 ottobre 92993- Antoine Daniel, sacerdote, 4 luglio 92013- Jean de Brébeuf, sacerdote, 16 marzo 92012- Gabriel Lallemant, sacerdote, 17 marzo 92011- Charles Garnier, sacerdote, 7 dicembre 92994- Noël Chabanel, sacerdote, 8 dicembre
Autore: Fabio Arduino
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Aggiunto/modificato il 2006-10-11