Joigny, Borgogna, 13 dicembre 1779 - Parigi, Francia, 25 maggio 1865
Figlia di un bottaio, Maddalena Sofia Barat nacque il 13 dicembre 1779 a Joigny, presso Auxerre, nella Borgogna; morì a 86 anni nel 1865. Fondò a Parigi nel 1800 la Società del Sacro Cuore con lo scopo dell'educazione e dell'istruzione delle ragazze, specialmente dei ceti superiori; a queste scuole ella sempre annetterà alcune classi per i bambini poveri. La sua spiritualità è essenzialmente ignaziana, così come i principi della sua regola. La stessa santa spiega che "lo spirito della società è fondato essenzialmente sull'orazione e la vita interiore" e che il suo fine è di "glorificare il Sacro Cuore".
Nel corso del Giubileo del 1925 indetto da Papa Pio XI furono celebrate da marzo a giugno numerose canonizzazioni: Pietro Canisio, dottore della Chiesa; Teresa di Lisieux (o di Gesù Bambino), religiosa professa dell'Ordine del Carmelo; Maria Maddalena Postel e Maddalena Sofia Barat, due sante educatrici della gioventù.
Etimologia: Maddalena = di Magdala, villaggio della Galilea - Sofia = sapienza, saggezza, da
Emblema: Giglio
Martirologio Romano: A Parigi in Francia, santa Maddalena Sofia Barat, vergine, che fondò la Società del Sacro Cuore di Gesù e si adoperò molto per la formazione cristiana delle giovani.
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Maddalena Sofia Barat è una straordinaria testimone della vitalità della Chiesa all’indomani della Rivoluzione Francese. Ultima di tre figli, nacque nella famiglia, molto religiosa e modestamente agiata, di un bottaio della Borgogna, a Joigny (Auxerre), nella notte del 13 dicembre 1779. Venne alla luce mentre in una casa vicina divampava un incendio, era talmente gracile che fu battezzata il mattino seguente. Il fratello Luigi, futuro gesuita, più grande di undici anni e suo padrino di battesimo, ritenne suo dovere trasmetterle l’amore per il sapere e istruirla secondo la fede che avevano in comune. Con un metodo molto esigente, le insegnò latino, greco, storia, fisica e matematica. Nel 1793, durante il periodo del Terrore, fu però imprigionato e rischiò seriamente la ghigliottina. Libero grazie alla caduta di Robespierre, il giovane fu ordinato sacerdote nel 1795. Trasferitosi a Parigi con la sorella, continuò ad insegnarle la teologia, lo studio della Bibbia e dei Padri della Chiesa. Maddalena, apprendendo pure l’italiano e lo spagnolo, raggiunse un livello d’istruzione eccezionale per una donna di quei tempi. Nel tempo libero ricamava e insegnava clandestinamente il catechismo ai bambini del quartiere Marais. Fin da giovanissima si era imposta un’esigente disciplina spirituale con la quale maturò la decisione di vestire l’abito delle carmelitane. I disegni divini erano però differenti. Il fratello le presentò Padre Giuseppe Varin che stava ricostituendo, in Francia, la Compagnia dei Gesuiti e pensava alla riapertura delle scuole cristiane, chiuse durante la Rivoluzione. Il sacerdote vide il soggetto ideale per dar vita al suo progetto proprio in Maddalena che così, ventunenne, il 21 novembre 1800 si consacrò al Signore con tre compagne. Nasceva la Società del Sacro Cuore per l’educazione e l’istruzione femminile. La denominazione però, per motivi politici, fu ufficiale solo dal 1815.
Nel 1801 il concordato tra la Santa Sede e la Francia finalmente pose fine alle persecuzioni e Maddalena poté andare ad insegnare ad Amiens, in quella che fu poi la prima casa dell’Istituto. Nel 1804 si acquisì un ex monastero visitandino di Grenoble e, per mirabile disegno divino, suor Maddalena conobbe Filippina Duchesne (canonizzata nel 1988). La giovane, figlia di un avvocato che a causa della soppressione del convento si dedicava all’insegnamento, entrò nella Società.
Nel 1805 suor Maddalena fu eletta, a soli venticinque anni, superiora generale: ricoprirà la carica fino alla morte, spendendo tutte le energie per lo sviluppo dell’Istituto. A Poitiers, in un’antica abbazia cistercense, aprì il noviziato. Grazie alla serietà dell’insegnamento le scuole erano continuamente richieste e si moltiplicarono in pochi anni. Non mancarono le prove, a causa di problemi interni con le suore o quando dovette chiudere alcune case per le leggi anti-clericali. Con un carisma eccezionale e con la forza della preghiera, seppe valutare ogni situazione con saggezza. Convocò nella Casa Madre di Parigi tutte le superiori locali affinché venisse stabilito il programma dell’Istituto e, con lungimiranza, si approvarono regole anche per le necessità mutevoli dei tempi. Nel 1831 Madre Maddalena scrisse a S. Filippina: ”i tempi cambiano ed anche noi dobbiamo cambiare il nostro modo di essere”. I collegi erano prevalentemente per i ceti agiati ma affiancati da classi di bambini poveri e da laboratori di cucito. Con i proventi delle prime si finanziavano le seconde.
Madre Barat viaggiò instancabilmente su e giù per la Francia e in molti paesi europei. Trattò con personalità, negoziò, comprò, costruì e cedette case, a volte in contesti ostili. Ne fondò in Svizzera, Inghilterra, Austria, Italia, Irlanda, Belgio, Spagna, Olanda, Germania, Polonia e pure in Algeria. Si recò tre volte a Roma e a Torino (1823) collaborò con Tancredi e Giulia di Barolo, anch’essi impegnati nella istruzione della gioventù. Per merito di S. Filippina, nel 1818, l’Istituto andò oltre oceano, in America del Nord, e in condizioni durissime raggiunse persino le tribù Potawatomi.
L’epistolario della Fondatrice conta migliaia di lettere, spesso scritte durante i viaggi: con esse guidava le suore sparse per il mondo. Affermava: “ il troppo lavoro è un pericolo per un’anima incompleta, per chi ama Nostro Signore esso è un abbondante raccolto”. Madre Barat diede vita complessivamente a centocinque case. Nel dicembre del 1826 la Società ebbe, con una celerità inusuale, l’approvazione pontificia di Leone XII.
La spiritualità di S. Maddalena Sofia era ispirata a S. Ignazio di Loyola e alla devozione al Sacro Cuore. Diceva: “Questa piccola Società è tutta consacrata alla gloria del Sacro Cuore di Gesù e alla propagazione del suo culto; tale è il fine che devono prefiggersi tutte quelle che ne diverranno membri”, “lo spirito della Società è fondato essenzialmente sull’orazione e la vita interiore”. Compito principale è l’educazione della gioventù per “rifare nelle anime i fondamenti solidi della fede nell’Eucaristia ed allevare una folla di adoratrici”. Venerava la Vergine Maria, “Mater Admirabilis”, guardando al suo “Cuore Immacolato” che svela i tesori della vita interiore e come “Madre Addolorata”, per restare “fedeli e calme ai piedi della Croce”. Dal carattere garbato e imparziale, fu perseverante nelle grandi fatiche che dovette affrontare. Ebbe il merito di istruire le donne, in un contesto sociale rinnovato, quando la cultura era prerogativa maschile.
Nel 1864, ormai ottantacinquenne, voleva dimettersi ma le suore non rinunciarono alla sua guida. Le fu affiancata una vicaria. L’anno successivo fu colpita da una paralisi nella Casa Madre di Parigi. Spirò il 25 maggio 1865, festa dell’Ascensione del Signore. Per umiltà non aveva mai acconsentito ad un ritratto che fu dunque fatto sul letto di morte. La congregazione contava tremilacinquecento suore, in sedici paesi.
Papa Pio XI la canonizzò durante il Giubileo del 1925. Il suo corpo, trovato incorrotto nel 1893, fu traslato nel 1904 in Belgio (a Jette), a seguito dell’espulsione delle religiose dalla Francia. Dal 1998 è a Bruxelles, mentre le sue figlie sono oggi presenti in tutti i continenti per educare i giovani, nei grandi centri come nei piccoli villaggi.
PREGHIERA
O Santa Maddalena Sofia,
che foste scelta da Dio in modo ammirabile per far conoscere
ed amare il Divin Cuore di Gesù
e compiste così fedelmente questa missione,
gradite oggi l’omaggio della nostra fiducia e delle nostre preghiere.
Guidateci nella via della dolcezza e dell’umiltà,
infiammate i nostri cuori dello zelo da cui il vostro fu consumato,
proteggeteci sempre affinché meritiamo di vedere un giorno
i nostri nomi scritti in quel Cuore Sacratissimo
e di fare in Lui solo la nostra dimora, nel tempo
e nell’eternità.
Amen.
Autore: Daniele Bolognini
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