Vescovo di Como dal 440 - Morto a Como nel 469-499
A lui si ispirò certamente il Manzoni nel dare il nome al suo celebre personaggio sul «ramo del lago di Como». Di Abbondio si sa che fu vescovo lariano dal 440, mentre non si conoscono con certezza data di nascita e morte. Come ignoto è il luogo di origine. Conosceva bene il greco e, perciò, prima di dedicarsi a tempo pieno al servizio episcopale (e all’attività missionaria nelle zone montuose vicino Lugano ancora scristianizzate), fu mandato dal Papa Leone I Magno a Costantinopoli per dirimere, con successo, la questione dottrinale sulle due nature di Cristo suscitata da Nestorio ed Eutiche. I resti del patrono sono nella basilica di Como. (Avvenire)
Patronato: Como
Etimologia: Abbondio = abbondante, dal latino
Emblema: Bastone pastorale
Martirologio Romano: A Como, sant’Abbondio, vescovo, che fu inviato a Costantinopoli dal papa san Leone Magno e vi difese con zelo la retta fede.
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Alessandro Manzoni ha chiamato “don Abbondio” il poco animoso curato dei Promessi sposi, ispirandosi a un nome famoso e venerato nella terra dov’è ambientato il romanzo: sant’Abbondio, vescovo di Como, città che conserva tuttora i suoi resti nella basilica a lui dedicata e lo onora come patrono. Una tradizione lo dice greco, di Tessalonica (attuale Salonicco), ma il nome così schiettamente latino ne fa dubitare. Risulta invece che Abbondio conosce bene la lingua greca, caso ormai raro nella Chiesa d’Occidente all’epoca sua.
Ignoti il tempo e il luogo della nascita, la prima data certa della sua biografia è il 17 novembre del 440: in quel giorno Abbondio, già collaboratore del vescovo Amanzio in Como, riceve la consacrazione episcopale come suo successore. Ma non può dedicarsi subito alla diocesi: il papa Leone I Magno (quello dell’incontro con Attila) ha bisogno di lui per un compito tutt’altro che tranquillo: deve andare a Costantinopoli come legato pontificio presso l’imperatore Teodosio II. E lì Abbondio dovrà ristabilire in modo duraturo l’unità nella fede, dopo il lungo conflitto dottrinale suscitato dal vescovo Nestorio e dall’archimandrita Eutiche. Questi sono due figure eminenti del cristianesimo orientale, entrambi però in contrasto con la dottrina della Chiesa di Roma e dei concili sul tema delle due nature – umana e divina – nella persona di Cristo; e per buon peso sono in contrasto pure fra di loro, con le inevitabili divisioni anche fra i cristiani, i conflitti per la nomina dei vescovi, con accompagnamento anche di violenze fisiche: com’è accaduto al patriarca Flaviano di Costantinopoli, seguace dell’ortodossia, aggredito brutalmente e deposto, tanto da morirne poco dopo.
Morto anche l’imperatore Teodosio II nel 450, Abbondio a Costantinopoli trova il suo successore Marciano: e a lui, come ai vescovi, al clero, ai monaci e ai fedeli, Abbondio ribadisce con franchezza la dottrina cattolica sulle due nature in Cristo, come l’ha esposta Leone I in una lettera diretta ancora a Flaviano. E porta a termine la missione facendo accettare il documento pontificio da tutti i vescovi d’Oriente, con in testa quello di Costantinopoli, già nemico di Flaviano.
Un successo pacifico e pieno per Abbondio, accolto festosamente a Roma da papa Leone nel 451. Dopo una missione analoga nel Nord dell’Italia, egli può infine essere vescovo di Como a tempo pieno. E questo significa farsi missionario, annunciando il Vangelo nelle regioni montane, nella zona di Lugano e in altre terre non ancora cristianizzate. Il diplomatico e teologo diventa predicatore. E muore in un giorno di Pasqua, dice un testo dell’epoca, appunto dopo aver predicato. Ma non si conosce con certezza l’anno della morte, indicato da alcuni nel 469, da altri nel 488 o nel 499.
Il Martyrologium Romanum lo ricorda il 2 aprile, mentre la diocesi di Como lo festeggia il 31 agosto.
Autore: Domenico Agasso
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