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San Macario il Grande Abate di Scete
Festa:
19 gennaio
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Alto Egitto, 300 c. - 390
La biografia di san Macario il grande viene spesso confusa con quella del suo omonimo san Macario Alessandrino, anch'egli monaco a Scete e suo contemporaneo. Ambedue insieme a Isidoro furono inizialmente discepoli di sant'Antonio abate. Macario il grande nasce intorno al 300. Giovanissimo diventa cammelliere, occupato nel trasporto del salnitro; nel 329-30. Tra il 330 e il 340 incontra sant'Antonio abate e vive a lungo con lui. Viene ordinato prete quando è già conosciuto come «padre spirituale» di quell'area di deserto. Dal 356 al 384 si avvicendano nel monastero tre gruppi di discepoli che costituiranno la colonia monastica di Scite. Tra il 373 e il 375 Macario viene esiliato insieme al suo omonimo Macario l'Alessandrino in un'isola del Nilo per ordine di Lucio, il vescovo ariano di Alessandria. La sua grande notorietà si deve soprattutto all'importanza che rivestì il monastero di Abu Macario nella storia del monachesimo egiziano. (Avvenire)
Martirologio Romano: Commemorazione di san Macario Magno, sacerdote e abate del monastero di Scete in Egitto, che, morto al mondo e a se stesso, viveva solo per Dio, come insegnava anche ai suoi monaci.
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La vita narrata di Macario il Grande oppure detto anche l’Egiziano si confonde nella grande bibliografia esistente con quella del suo omonimo s. Macario Alessandrino, anch’egli monaco a Scete e suo contemporaneo, la cui ricorrenza religiosa è posta invece al 2 gennaio.
Ambedue insieme a Isidoro furono inizialmente discepoli di s. Antonio abate, è troppo complesso citare le numerose fonti che ci hanno fatto pervenire qualche notizia, prenderemo l’ultima che riassume un po’ tutte le altre, scritta e proposta da J.-Cl. Guy in “Les Apophtegmes des Pères du desert, série alphabétique” 1966.
Circa il 300 nasce Macario che diventa poi cammelliere occupato nel trasporto del salnitro; nel 329-30 circa si ritira in una cella vicino ad un villaggio egiziano, rifiuta di divenire prete e va in un altro villaggio dove è soggetto a calunnia; riparte per stabilirsi a Scete; 330-40 visita e permanenza presso s. Antonio abate; 339-40 viene ordinato prete, già si afferma come ‘padre spirituale’ di quel deserto.
Dal 356 al 384 si avvicendano nel monastero tre gruppi di discepoli che costituiranno la colonia monastica di Scite, di alcuni si sa il nome: Sisoe, Isaia, Aio, Mosé, Pafnuzio, Zaccaria, Teodoro di Ferme.
Nel 373-75 viene esiliato insieme al suo omonimo Macario l’Alessandrino in un’ isola del Nilo per ordine di Lucio (vescovo ariano di Alessandria).
Al di là dei meriti personali, della concomitanza d’azione con l’altro Macario, la grande diffusione bibliografica è dovuta soprattutto all’importanza che rivestì il suo monastero (Abu Macario) nell’influsso intellettuale e nella storia del monachesimo egiziano.
La sua festa liturgica era fissata in giorni diversi secondo i numerosi sinassari bizantini e martirologi, ma in Occidente fu Adone che per primo l’introdusse al 15 gennaio “In Aegypto beati Macharii abbatis, discipuli beati Antonii”, questa formula e giorno furono mantenuti da Cesare Baronio nel Martirologio Romano.
Autore: Antonio Borrelli
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