I sec. ?
Il nome di questa santa presenta un complesso problema agiografico – archeologico; essa fu inserita come matrona romana, nel ‘Martirologio Romano’ nel secolo XVI; è diventata controversa la sua identificazione. Potrebbe essere la moglie del martire Aquila che porta il suo stesso nome Priscilla e che a sua volta è detta anche Prisca, ricordata negli Atti degli Apostoli e nella lettera di s. Paolo. Oppure può essere identificata con l’omonima fondatrice del cimitero sulla nuova via Salaria (Catacombe di Priscilla). In ogni modo non vi sono notizie di un culto, prima dell’inserimento nel ‘Martirologio Romano’ al 16 gennaio, da parte del grande Cesare Baronio.
Etimologia: Priscilla = (come Prisco) primitivo, di un'altra età, dal latino
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La tradizione agiografica accolta nel Martirologio Romano ricorda al 16 gennaio una santa Priscilla che sarebbe stata moglie di Manlio Acilio Glabrione e madre del senatore Pudente, e che avrebbe ospitato san Pietro nella propria villa a Roma situata nei pressi del cimitero di Priscilla sulla via Salaria: il nome e la data compaiono in manoscritti tardi del Martirologio Geronimiano, sulla base dei quali sono confluiti nel Romano. L'identificazione resta delle più problematiche, fondandosi sulla evidente contaminazione di diverse leggende romane e di dati di natura archeologica ed epigrafica: il celebre cimitero sulla via Salaria, luogo della deposizione di martiri e di papi del IV sec. (Marcellino, Marcello, Silvestro, Liberio, secondo la Depositio episcoporum e il Liber pontificalis), è verosimilmente all'origine dello statuto di santità attribuito all'eponima fondatrice, forse membro della gens Acylia (una Priscilla di rango senatorio, sorella di Manius Acilius Vero, è ricordata in un'epigrafe nell'ipogeo degli Acilii Glabrioni situato nelI’area), oppure - come ritenuto da qualche studioso - una liberta. Secondo lo stesso meccanismo, com'è noto, divennero spesso oggetto di culto e di elaborazione agiografica gli eponimi di tituli basilicali romani, considerati come santi locali oppure identificati con martiri forestieri. Si pensi al caso di sant’Anastasia, oppure a quello - assai significativo in rapporto al problema dell'identificazione di santa Priscilla - di una martire Prisca venerata a Roma nel VII sec., commemorata il 18 gennaio e sepolta - secondo gli itinerari coevi - nello stesso cimitero: è però da ritenere che si trattasse della fondatrice di un titulus sull'Aventino, menzionato in un'epigrafe del V secolo e negli atti del sinodo del 499; più tardi, al sinodo del 595, la chiesa viene ormai chiamata titulus sanctee Priscae, e nel sec. VIII la fondatrice viene identificata con la Prisca (o Priscilla) moglie di Aquila, di cui parlano san Paolo (Rm 16,3; 1Cor 16,19) e gli Atti degli Apostoli (18,2 e 18), si che il titulus - denominato Aquile et Prisce nel Liber pontificalis, II, 20, 24 e 42-43 - viene messo in relazione con le memorie apostoliche e con la stessa attività di Pietro e di Paolo a Roma. La vicinanza delle date di commemorazione (16 e 18 gennaio), la somiglianza dei nomi e la costante rappresentata dal cimitero sulla Salaria deporrebbero a favore dell'ipotesi di una confusione o di una sovrapposizione tra le due sante: ad entrambe tradizioni tarde tendono infatti ad attribuire l’identità prestigiosa - accreditata dalla fonte neotestamentaria - dell'ospite di san Paolo a Corinto, attiva con il marito Aquila nella prima catechesi cristiana. Aquila e Prisca (o Priscilla) vi erano giunti da Roma in seguito all'espulsione dei Giudei locali decretata nel 49 dall'imperatore Claudio; nella capitale d'Acaia offrirono ospitalità a Paolo, e più tardi si misero in viaggio con lui, stabilendosi a Efeso; al tempo dell'Epistola ai Romani (58) si trovavano a Roma, come prova l'affettuoso e grato saluto loro rivolto dall'Apostolo (16,3-5); una notizia più tarda, nella Seconda Lettera a Timoteo (4,19), ne riferisce il ritorno a Efeso: I’attribuzione ai due coniugi della qualità di "apostoli e martiri", presente nel Sinassario Costantinopolitano alla data del 13 febbraio, non ha fondamento, e sembra un'amplificazione dell'allusione di san Paolo ai rischi che costoro avrebbero corso per la sua salvezza (Rm 16,3). L'origine romana della coppia, la grafia greca del nome Aquila (Acylas), che rimanderebbe alla gens Acylia collegata con il cimitero sulla Salaria, e la presenza epigraficamente attestata nello stesso luogo di una Priscilla (nonché quella di una martire Prisca ricordata negli Itinerari del VII sec.), hanno certamente contribuito ad accreditare l'identificazione e a provocare la confusione di personaggi e di tempi. Va aggiunto inoltre che a comporre la leggenda che metteva in relazione Priscilla (o Prisca) con l’attività di Pietro a Roma concorse la contaminazione con il ciclo agiografico relativo alle sante Pudenziana e Prassede, figlie del senatore Pudente (secondo la tradizione <>) e nipoti di una Priscilla, tutti sepolti nel cimitero sulla via Salaria. Una Priscilla matrona romana compare inoltre nella Vita di s. Marcello di Anastasio Bibliotecario (sec. IX), come colei alla quale il papa si sarebbe rivolto per la costruzione del cimitero poi ricordato sotto il suo nome: la notizia e la conseguente identificazione con la fondatrice sono evidentemente frutto della fantasia dell'agiografo. È in ogni caso interessante notare che il 16 gennaio, ricorrenza di santa Priscilla, è anche la data tradizionale della depositio nel cimitero sulla Salaria di papa Marcello (Lib. pont., I, 164): segno ancora una volta dell'originario legame tra il cimitero di Priscilla e il moltiplicarsi delle leggende agiografiche sulla fondatrice, incrementate dalla fame dei personaggi ivi deposti.
Autore: M. Forlin Patrucco
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