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Sant' Enrico di Uppsala Vescovo e martire

Festa: 20 gennaio

Inghilterra - XII secolo - Finlandia

E' il patrono della Finlandia, Paese dove si fece portatore del Vangelo nel XII secolo. Originario dell'Inghilterra, era vescovo di Uppsala, città svedese, dove pare abbia consacrato la cattedrale costruita dal sovrano Eric IX, re di Svezia, anch'egli santo. Assieme condussero una spedizione in Finlandia per portarvi l'annuncio del Risorto e battezzare le locali popolazioni pagane. Secondo la tradizione il vescovo santo trovò la morte per mano di un finlandese, già omicida, cui Enrico aveva imposto la penitenza per i suoi peccati.

Martirologio Romano: In Finlandia, sant’Enrico, vescovo e martire, che, nato in Inghilterra, ebbe l’incarico di reggere la Chiesa di Uppsala, adoperandosi con grande zelo nell’evangelizzazione dei Finni; fu, infine, crudelmente trucidato da un omicida, che egli aveva cercato di correggere secondo la disciplina ecclesiastica.


Sant’Enrico visse nel XII secolo e divenne apostolo della Finlandia. Originario dell’Inghilterra, operò in Svezia lottando contro il paganesimo anche se purtroppo non sappiamo di preciso quando giunse in Scandinavia. Verso la metà del XII secolo compare quale vescovo di Uppsala, ove secondo la tradizione locale avrebbe innaugurato la nuova cattedrale edificata da Sant’Erick IX, re di Svezia. In seguito accompagnò il sovrano in una crociata volta alla cristianizzazione della Finlandia e si fermò nella regione per continuare l’opera intrapresa. Vinti i capi locali, li battezzò forzataemente alla fonte di Kuppis, nei pressi di Abo. Poche notizie sono comunque state tramandate circa la sua attività missionaria: secondo la tradizione sarebbe giunto sino al villaggio di Ylistaro, nella contrada di Kumo, ove ancora oggi sopravvivono le rovine della casa in cui il santo vescovo avrebbe predicato.
Enrico trovò la morte nel primo inverno dal suo arrivo in Finlandia per mano di un indigeno di nome Lalli, cui egli aveva imposto penitenza per un precedente omicidio. L’omicidio avvenne nella palude di Kjulo e secondo le leggende Lalli avrebbe anche staccato il pollice del vescovo al quale era infilato l’anello pastorale sulla cui pietra era inciso il suo sigillo. In primavera il dito con l’anello ancora infilato fu rinvenuto su un pezzo di ghiaccio galleggiante ed un cieco riacquistò immediatamente la vista stroppiciandosi gli occhi con la reliquia. Il capitolo del duomo di Abo, in Finlandia, assunse e conserva ancora oggi quale suo sigillo particolare l’immagine del dito con l’anello.
Enrico avrebbe predetto per tempo la sua morte e diede disposizione ai suoi compagni che il suo cadavere fosse attaccato ad un paio di buoi e ove questi lo avrebbero casualmente trascinato fosse sepolto e venisse eretta una chiesa. Così avvenne presso Nouis, ma in seguito i suoi resti furono racchiusi in un prezioso reliquiario e traslati nel nuovo duomo di Abo. Durante l’occupazione russa della Finlandia, lo zar Pietro I nel 1720 fece spedire in Russia il reliquiario e da allora scomparve. La sua tomba originaria nella chiesa di Nouis continuò comunque ad essere considerata un luogo sacro, tanto che dopo secoli vi fu eretto un monumento recante l’immagine del santo ed alcune scene della sua vita.
Ufficialmente pare che Enrico di Uppsala non sia mai stato canonizzato, ma abitualmente al suo nome da tempo immemorabile venne anteposto l’attributo di “santo”. Invocato quale particolare protettore della Finlandia, gli furono dedicate le feste del 20 gennaio e del 18 giugno ed in molte chiese finlandesi e svedesi era posta la sua effige. Oggi la cristianità Finlandia è difisa fra cattolicesimo, luteranesimo ed ortodossia, ma ormai da tempo è iniziata una consuetudine secondo cui ogni anno il 20 gennaio, festa che cade provvidenzialmente durante la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, una delegazione ecumenica dalla Finlandia si reca in visita dal Vescovo di Roma.


Autore:
Fabio Arduino

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Aggiunto/modificato il 2007-03-26

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