Di ricchissima famiglia dell'alta aristocrazia romana, Paola nasce durante il regno di Costantino II. A quindici anni sposa Tossozio, un nobile del suo rango. Il suo è un matrimonio felice il cui frutto sono quattro figlie, Blesilla, Paolina, Eustochio e Ruffina, e un figlio, Tossozio. Ma a 32 anni Paola rimane vedova. Decide allora di aprire la casa accogliendo incontri, riunioni di preghiera e di approfondimento della dottrina cristiana, iniziative per i poveri. Nel 382 invita agli incontri il dalmata Girolamo, giunto a Roma insieme a due vescovi d'Oriente. Nel 384 e Girolamo riparte verso la Terrasanta per dedicarsi all'opera di traduzione in latino delle scritture. L'anno successivo parte verso l'Oriente anche Paola, accompagnata dalla figlia Eustochio, mentre Paolina, a Roma, si occuperà di Ruffina e Tossozio. Spende le sue ricchezze per creare una casa destinata ai pellegrini, e due monasteri, uno maschile e uno femminile. Paola prende dimora in quello femminile, nel quale si costituisce una comunità sotto la sua guida. Morirà qui a 59 anni.
Patronato: Vedove
Etimologia: Paola = piccola di statura, dal latino
Martirologio Romano: A Betlemme di Giudea, santa Paola, vedova: di nobilissima famiglia senatoria, rinunciò al mondo e, distribuite le sue sostanze ai poveri, insieme alla beata vergine Eustochio, sua figlia, si ritirò presso il presepe del Signore.
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Figlia dell’alta e ricca aristocrazia senatoria romana, di religione cristiana, Paola nasce a Roma nel 347. A quindici anni ubbidisce ai genitori e sposa il ricco senatore Tossozio. Il matrimonio è felice e nascono cinque bambini. Paola non può desiderare altro dalla vita, è ricchissima, ma il suo cuore è buono e caritatevole. Per questo motivo viene rispettata e amata da tutti. Purtroppo all’età di trentadue anni rimane vedova.
Paola si dedica ai suoi amati figli, ma, da buona cristiana, sente che il suo compito è anche un altro: aiutare e assistere i poveri e divulgare il Vangelo. Con l’aiuto di un gruppo di nobildonne vedove e dell’amica Marcella, anche lei vedova e di famiglia patrizia, Paola rinuncia alle agiatezze e apre la sua lussuosa casa ai bisognosi di Roma, offrendo loro ospitalità e cibo. Riunisce un gruppo di fedeli con i quali prega, legge e studia le Sacre Scritture.
San Girolamo è stato di notevole sostegno morale per la crescita spirituale e culturale di Paola. Girolamo, grande studioso, si occupa della traduzione della Bibbia in lingua latina e arriva dall’Oriente a Roma per collaborare, in qualità di segretario, con il papa Damaso. Paola lo ospita a casa sua. Tra i due nasce una bella amicizia tanto che la donna decide di diventare monaca e partire per l’Egitto, assieme al santo e alla figlia Eustochio. A casa rimane un’altra figlia ad occuparsi dei fratelli.
Paola, dopo aver visitato i luoghi dove, in solitudine, vivono i “Padri del deserto” per pregare e stare più a contatto con Dio, si reca in pellegrinaggio anche in Terra Santa. A Betlemme, con le sue ricchezze, la matrona romana fonda una casa per i pellegrini che, numerosi, arrivano da ogni parte per visitare i luoghi dove nacque, visse e morì Gesù. Paola fa costruire anche due monasteri: uno maschile, guidato da San Girolamo, e uno femminile dove la santa romana vive umilmente assieme alla figlia Eustochio e ad altre cinquanta monache, assumendo il ruolo di badessa.
Santa Paola Romana, protettrice delle vedove, muore a Betlemme nel 406 ed è sepolta proprio accanto al luogo dove è nato Gesù, nella Basilica della Natività.
Autore: Mariella Lentini
Appartiene a una ricchissima famiglia “senatoria”, all’alta aristocrazia romana. Nata durante il lungo regno di Costantino II, a quindici anni le hanno fatto sposare Tossozio, un nobile del suo rango. Il suo è un matrimonio felice, perché arrivano via via quattro figlie (Blesilla, Paolina, Eustochio e Ruffina), e poi un maschio che viene chiamato Tossozio, come il padre. Ma è anche un matrimonio breve, troppo breve: a 32 anni Paola è, infatti, già vedova.
Continua a dedicarsi alla famiglia, ma anche a impegni religiosi e caritativi. Il suo palazzo accoglie incontri, riunioni di preghiera e di approfondimento della dottrina cristiana, iniziative per i poveri. Però non è un club di dame benefiche: ha piuttosto qualche connotato monastico, e acquista vivacità quando Paola invita agli incontri il dalmata Girolamo, giunto nel 382 a Roma insieme a due vescovi d’Oriente. In gioventù egli ha studiato a Roma; è stato poi in Germania e ad Aquileia, e per alcuni anni infine è vissuto in Oriente, asceta e studioso insieme. A Roma diventa collaboratore del papa Damaso. È un divulgatore appassionato degli ideali ascetici, ha una preparazione culturale di raro spessore, e di certo non la nasconde. Così nel clero e nell’aristocrazia si procura amici e nemici ugualmente accesi. Il suo ascendente è forte specialmente nella cerchia di Paola, alla quale comunica la sua passione per le Sacre Scritture. E nel 384 la conforta per un nuovo dolore che l’ha colpita: è morta Blesilla, la sua figlia maggiore.
Nel dicembre dello stesso anno muore il papa Damaso, e Girolamo riparte verso la Terra santa per dedicarsi all’opera che stava tanto a cuore a quel Pontefice, e che ora impegnerà lui fino alla morte: dare alla Chiesa le Sacre Scritture in una corretta e completa versione in lingua latina.
L’anno successivo parte verso l’Oriente anche Paola, accompagnata dalla figlia Eustochio, mentre Paolina, a Roma, si occuperà di Ruffina e Tossozio. (E inRoma si riaccendono vecchie calunnie su un suo presunto rapporto amoroso con Girolamo). Paola percorre dapprima l’Egitto, nei luoghi dove i Padri del deserto hanno voluto ritirarsi, «soli al mondo con Dio». Poi ritorna con la figlia in Palestina, a Betlemme: e qui si ferma per sempre. Spende le sue ricchezze per creare una casa destinata ai pellegrini, e due monasteri, uno maschile e uno femminile. Nel primo lavorerà Girolamo fino alla morte (nel 419/420). Paola prende dimora in quello femminile, nel quale si costituisce una comunità sotto la sua guida. Fra queste mura, «Paola era in grado di volare più in alto di tutte per le sue eccezionali doti» (Palladio, Storia lausiaca).
E qui Paola muore a 59 anni, affidando le cinquanta monache alla figlia Eustochio. Qui rimarrà per sempre sepolta: «In Betlemme di Giuda», come dice di lei il Martirologio romano, dove «con la beata vergine Eustochio sua figlia si rifugiò al presepe del Signore».
Autore: Domenico Agasso
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Aggiunto/modificato il 2022-12-28