†Sabiona, 605 circa
Ingenuino nacque a Sabiona, in Alto Adige, intorno al 560. Fu ordinato sacerdote e poi eletto vescovo di Sabiona. Durante il suo episcopato, Sabiona fu invasa dai Longobardi e dai Bajuvari, che devastarono la città e la cattedrale. Ingenuino fu costretto a fuggire e trovò rifugio presso i vescovi di Trento e Aquileia. Morì a Sabiona intorno al 605.
Martirologio Romano: A Sabiona nella Rezia, oggi nel Tirolo, sant’Ingenuino, primo vescovo di questa sede.
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Santi INGENUINO e ALBUINO, vescovi di Sabiona-Bressanone.
Sebbene vissuti ad oltre tre secoli di distanza l'uno dall'altro, fin dagli ultimi anni del secolo XII la loro memoria è celebrata insieme al 5 febbraio, dies natalis di Albuino; allo stesso giorno sono ricordati nel Martirologio Romano, ma con i nomi, rispettivamente, di Genuino e Albino.
Ingenuino è il primo vescovo storicamente documentato della diocesi di Sabiona, e visse al tempo di san Gregorio Magno. Verso il 590 partecipò al sinodo di Merano insieme con altri vescovi del patriarcato di Aquileia, e l'anno successivo sottoscrisse la lettera scismatica all'imperatore Maurizio contro la condanna dei Tre Capitoli. Sembra tuttavia che Ingenuino, come i suoi colleghi, fosse in buona fede, dal momento che seguiva la condotta del suo patriarca.
Durante il suo governo, Sabiona fu invasa dai Longobardi ariani e dai Bajuvari pagani che riuscirono a prendere la rocca e devastarono la cattedrale. Ingenuino dovette fuggire dalla città e trovò rifugio dapprima presso il vescovo Agnello di Trento e poi presso Severo di Aquileia. Pare che più tardi sia ritornato a Sabiona dove morì verso il 605.
Le più antiche notizie del suo culto risalgono al secolo X e all'inizio del secolo XI a lui era dedicata, insieme con san Cassiano, la chiesa di Sabiona. Alla fine dello stesso secolo le sue reliquie furono portate a Bressanone.
Albuino, discendente dalla nobile famiglia degli Ariboni, molto potente e diffusa nella Carinzia, nacque nella prima metà del secolo X dal margravio Albuino e da Ildegarda. Da giovane frequentò le scuole del duomo di Bressanone, entrò tra il clero e divenne vescovo della città verso il 975. Durante il suo governo acquistò molti beni donati sia alla sua famiglia sia dagli imperatori Ottone II ed Enrico II, di cui Albuino era molto amico. A lui si attribuisce il trasferimento della sede episcopale di Sabiona a Bressanone e la traslazione delle reliquie di Ingenuino. Morì il 5 febbraio 1005-1006, dopo circa tenta anni di episcopato.
Alla fine del secolo XI era già venerato come santo ed associato ad Ingenuino; il beato Artmanno riunì le reliquie di ambedue sotto lo stesso are, e da quel tempo i loro nomi furono inseriti insieme al 5 febbraio, in calendari e martirologi, mentre il loro culto si estendeva nelle diocesi di Trento, Frisinga ed Eichstaett.
Le reliquie dei due santi sono conservate sull’altare di san Cassiano nella basilica di Bressanone, mentre le teste sono custodite in due reliquiari d’argento, di cui particolarmente artistico quello di Ingenuino, opera del maestro Enrico di Bressanone, del 1504.
Essi sono invocati specialmente in tempo di siccità.
Iconografia
Le più antiche rappresentazioni artistiche dei due santi risalgono al 1350 circa e si trovano nella chiesa di san Giovanni di Bressanone e nel vicino chiostro. Un affresco del secolo XV, nel Museo diocesano, li riproduce insieme con san Cassiano e il beato Artmanno; nello stesso Museo si conservano due busti in legno del 1490 attribuiti a Hans Klocker: quello di Albuino è senza attributi specifici, mentre in quello di Ingenuino il santo è con un grappolo d'uva poiché, secondo la tradizione, egli avrebbe introdotto la coltivazione della vite nella valle dell'Isarco. Le loro immagini sono ancora riprodotte nel grandioso affresco della cattedrale di Bressanone, opera di Paolo Troger e capolavoro del barocco tedesco del 1750, ed in quello della chiesa del Seminario maggiore, dipinto da A. Zeiler nel 1764.
Autore: Johannes Baur
Fonte:
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