San Giorgio Monaco di Vabres, Vescovo di Lodeve

Festa: 19 febbraio

IX sec.

Fece la sua professione in Conques, ma nell'864 si trasferì alla nuova badia di Vabres (nella diocesi di Rodez), dipendente dalla stessa Conques e, secondo la tradizione, divenne vescovo di Lodève, verso l'anno 877. Il Delehaye dubita dell'identità del monaco di Vabres e del vescovo di Lodève, dato che la festa del santo si celebra in Vabres il 9 giugno, mentre in Lodève-Rodez il 19 febbraio.

Martirologio Romano: Nel monastero di Vabres nel territorio di Rodez in Aquitania, in Francia, san Giorgio, monaco.

Secondo la tradizione, Giorgio nacque in Aquitania, in Francia, nel IX secolo. Entrò nell'abbazia di Conques, dove fece la sua professione religiosa. Nel 864, si trasferì alla nuova abbazia di Vabres, fondata da sant'Amanzio di Rodez.
A Vabres, Giorgio fu un monaco esemplare, dedito alla preghiera, alla meditazione e alla carità. Fu anche un abile amministratore e guidò l'abbazia con saggezza e prudenza.
Verso l'anno 877, Giorgio fu eletto vescovo di Lodeve. In questa nuova veste, si dedicò alla cura delle anime e alla promozione della fede cristiana. Fu un pastore zelante e un modello di virtù per il suo popolo.
Giorgio morì a Lodeve nel 903 o a Vabres nel 904.
La sua memoria è venerata in tutta la Francia, in particolare a Vabres e a Lodeve.

La tradizione e le due date
La tradizione locale vuole che san Giorgio sia stato sia monaco a Vabres che vescovo di Lodeve. Tuttavia, alcuni studiosi, tra cui il Delehaye, mettono in dubbio questa identificazione.
Il Bollandista Hippolyte Delehaye ha espresso dubbi sull'identità del monaco di Vabres e del vescovo di Lodeve. Egli ha notato che le due figure sono celebrate in date diverse: il 9 giugno a Vabres e il 19 febbraio a Lodève.
Inoltre, le fonti che narrano la vita di Giorgio non sono concordi sui dettagli della sua biografia.
Tuttavia, la maggior parte degli storici ritiene che le due figure siano la stessa persona. Essi sostengono che la differenza di data nelle due celebrazioni sia dovuta a una confusione avvenuta nel corso dei secoli.

Autore: Franco Dieghi