† 580
Nato da nobile famiglia senatoria nel 498, Agricola divenne vescovo di Chalon-sur-Saône nel 532. Guidò la diocesi per cinquant'anni con zelo e dedizione, combattendo l'eresie e difendendo la fede. Protesse la sua comunità dalle invasioni barbariche, negoziando con i capi invasori e garantendo la sopravvivenza della diocesi. Generoso e caritatevole, promosse la costruzione di ospedali e lebbrosari. La sua fama di santità attirò pellegrini da ogni dove. Morì nel 580.
Etimologia: Agricola = agricoltore, dal latino
Martirologio Romano: A Châlon-sur-Saône in Burgundia, nell’odierna Francia, sant’Agricola, vescovo, che per circa dieci lustri resse questa Chiesa, consolidandola con vari concili.
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Nato nel 498 da una nobile famiglia senatoria, Agricola di Chalon-sur-Saône si distinse fin dalla giovane età per la sua indole pia e il fervore religioso. Ricevuta un'educazione rigorosa, egli sviluppò un'intelligenza acuta e una profonda conoscenza delle Scritture, che alimentarono la sua vocazione al servizio divino. Consacrato vescovo di Chalon-sur-Saône intorno al 532, egli assunse la guida della diocesi con zelo indefesso e dedizione esemplare.
Il suo episcopato, durato circa cinquant'anni, fu segnato da un'instancabile attività pastorale volta alla cura del gregge affidatogli. Agricola si prodigò per rafforzare la fede dei cristiani, promuovendo la predicazione assidua, l'istruzione religiosa e la celebrazione dei sacramenti. Con saggezza e fermezza, egli combatté le eresie dilaganti, in particolare l'arianesimo, difendendo strenuamente la dottrina ortodossa.
La sua tenacia e il suo coraggio si manifestarono con particolare evidenza nel contesto delle invasioni barbariche che sconvolgevano l'Europa in quel periodo. Agricola si erse a baluardo della sua comunità, proteggendola dalle violenze e dalle depredazioni dei barbari. Con abile diplomazia e infaticabile impegno, egli negoziò con i diversi capi invasori, ottenendo la loro protezione e garantendo la sopravvivenza della diocesi.
Oltre al suo ruolo pastorale e civile, Agricola si distinse anche per la sua generosità e carità verso i poveri e i bisognosi. Egli promosse la costruzione di ospedali e di lebbrosari, offrendo sollievo e conforto agli emarginati e agli sofferenti. La sua fama di santità si diffuse rapidamente, attirando a Chalon-sur-Saône pellegrini da ogni dove, che cercavano la sua benedizione e il suo consiglio.
Dopo una vita spesa al servizio di Dio e del prossimo, Sant'Agricola morì serenamente nel 580, lasciando un'eredità indelebile di fede incrollabile, tenacia adamantina e amorevole compassione.
Autore: Franco Dieghi
Nato da famiglia senatoria nel 498, Agricola ricevette una severa educazione. Nel 532 fu eletto alla sede episcopale di Chalon-sur-Saône, dove a lungo risplendette per il suo zelo e le sue virtù. San Gregorio di Tours lo definisce «homo valde elegans et prudens» e ne loda lo zelo e l'abilità nella predicazione e l'austerità di vita. Si dice, infatti, che per tutta la vita Agricola si sia limitato a prendere poco cibo al tramonto. Si distinse ancora nella costruzione di vari edifici, in particolare di una chiesa non meglio identificata, che san Gregorio di Tours dice splendente di marmi e mosaici.
Verso la fine del suo episcopato, tramite il suo arcidiacono, curò la traslazione nella chiesa dell'ospedale dei lebbrosi, nei pressi della città, delle spoglie di san Desiderato (Didier), sacerdote ed eremita a Gourdon, che era morto in grande fama di santità. Il nome di Agricola si trova tra quelli dei partecipanti a diversi concili locali. Fu rappresentato dal sacerdote Avolo al concilio di Orléans del 538, partecipò nella stessa città direttamente a quelli del 541 e del 549. Nello stesso anno prese parte al concilio di Clermont, dove furono confermate le decisioni di quello di Orléans sulla disciplina del clero. Nel 552 fu presente al concilio di Parigi, nel 570 a quello di Lione, e nel 579 a quello convocato nella sua città episcopale dal re Gontrano, dove furono deposti i vescovi di Embrun e Gap.
Venanzio Fortunato nella Vita di san Germano, vescovo di Parigi, racconta che Agricola, avendo un suo domestico gravemente infermo, si rivolse al santo vescovo e ne ottenne la guarigione.
Agricola morì nel 580, forse il 17 marzo, a ottantatré anni, dopo aver retto la diocesi per ben quarantotto anni, e fu sepolto nella chiesa di San Marcello. Nell'878 le sue reliquie, assieme a quelle del vescovo san Silvestro, furono traslate nella chiesa di San Pietro per opera del vescovo Gerbaldo. L'autore degli atti di tale traslazione afferma che papa Giovanni VIII, di ritorno dal concilio di Troyes (agosto 878), ne avrebbe autorizzato il culto, assieme a quello di altri vescovi e del sacerdote Desiderato. Nel 1315 nella diocesi di Chalon-sur-Saône fu istituita una festa comune, celebrata il 30 aprile, nella quale si ricordavano gli antichi vescovi e san Desiderato. Agricola è ricordato il 17 marzo nel Martirologio Romano e nel Proprio della diocesi di Autun, alla quale la diocesi di Chalon-sur-Saône fu unita.
Autore: Gian Michele Fusconi
Fonte:
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